VERDI DI TIVOLI

tour senza vergogna di Gheddafi


Lo sdoganamento internazionale del leader segna una nuova tappa: il gineceo della politica. Per farlo sceglie, non a caso, il nostro Paese che gli spiana la strada per pontificare sulla condizione femminile. —La dignità con cui l’esercito delle amazzoni di Muammar Gheddafi indossa le divise fa pensare a una Libia moderna e dal volto militare umano. Lo sdoganamento internazionale del leader della rivoluzione verde passa attraverso una nuova tappa: il gineceo della politica.Durante le quattro giornate della contestata visita ufficiale del Colonnello nella Capitale, la condizione femminile sarà al centro dell’incontro di domani all’Auditorium parco della musica di Roma. In quaranta minuti verranno liquidati i problemi delle donne africane. Tanto, infatti, durerà l’intervento del Colonnello davanti alle circa mille donne italiane provenienti dal mondo della politica, delle istituzioni e dell’imprenditoria.Nell’evento che il capo di Stato libico si è cucito addosso, non è prevista presenza maschile al di fuori della sua, ovviamente. In prima fila ci saranno le belle ministre del Cavaliere: Carfagna, Prestigiacomo, Meloni e Brambilla, ma anche l’imprenditrice Luisa Todini, vicepresidente della Federazione europea dell’imprenditoria, e la serissima giudice della Corte costituzionale Maria Rita Saulle.Intanto oggi Gheddafi continuerà a fare lo slalom tra le proteste, in una Roma blindata dal momento del suo arrivo all’aeroporto di Ciampino ieri mattina. Se ieri a scatenare il putiferio c’è stata l’inopportunità dell’intervento in Senato, cancellato in extremis, oggi le grane sono previste per l’intervento all’università La Sapienza.Gli studenti dell’Onda, che il rettore Luigi Frati definisce «quattro gatti», hanno promesso battaglia contro la visita del dittatore. A loro si uniranno numerose associazioni di migranti. Al centro delle innumerevoli contestazioni resta il nodo dei respingimenti, fiore all’occhiello dell’accordo italo-libico firmato ad agosto e che vede, oltre alla collaborazione tra i due Paesi sulla «lotta all’immigrazione clandestina », un risarcimento da 5 miliardi di euro sotto forma di riparazioni coloniali ovvero contratti tra imprese italiane e governo libico.Ma il popolare strumento dei respingimenti e della penalizzazione della clandestinità, che ha funzionato come ottima strategia elettorale, non risolve la questione sicurezza nel Paese. A dirlo è il Consiglio superiore della magistratura che ieri ha lanciato un duro monito contro le norme contenute nel pacchetto sicurezza che ledono i diritti umani e altre contrarie alla Convenzione dell’Onu sui diritti del fanciullo.La sesta commissione del Csm in un parere al ddl ha avvertito che la nuova tipologia di reato porterà alla «totale paralisi di molti degli uffici giudiziari». Proprio questa norma, che impedisce a chi non ha il permesso di soggiorno di riconoscere i figli, secondo il Csm contrasta «con il diritto del minore alla propria identità personale». Elemento poco sorprendente nell’Italia di Berlusconi, che non prova alcun imbarazzo nell’accogliere a braccia aperte chi non rispetta i diritti umani.