VERDI DI TIVOLI

Morto un altro soldato italiano


«La guerra è uno sporco lavoro ma qualcuno dovrà pur farla...». Questo è stato l’ultimo messaggio lasciato sulla bacheca del suo profilo facebook dal primo caporal maggiore Alessandro Di Lisio, caduto ieri vittima di un attentato dinamitardo contro una pattuglia di militari italiani in Afghanistan, a 50 chilometri da Farah. Nato nel 1984 a Campobasso, Di Lisio era un paracadutista dell’ottavo genio guastatori della Folgore, un artificiere esperto in missione da 4 mesi nel Paese asiatico; con lui sono stati feriti altri tre paracadutisti che un portavoce dell’esercito ha comunque assicurato essere «fuori pericolo».ndo quanto riferito dallo Stato maggiore della Difesa, i mezzi e gli uomini coinvolti nell’esplosione erano diretti a una caserma afgana nella città di Farah. Il rinforzo era stato chiesto dalle forze armate locali che, sotto costante attacco dei ribelli, non riuscivano a terminare i lavori di costruzione della struttura. Durante il tragitto un ordigno posizionato lungo la strada è esploso ferendo i quattro militari: Di Lisio è stato immediatamente trasportato all’ospedale militare di Farah, dove è però deceduto a causa delle ferite riportate.La detonazione sarebbe stata causata da un cosiddetto Ied, Improvised explosive device, un ordigno improvvisato. «Alessandro era partito per l’Afghanistan nella seconda metà di aprile. Complessivamente dalla nostra caserma, in diverse fasi, erano partiti 50 ragazzi, che a Farah, come compagnia del genio guastatori, erano di supporto al primo reggimento di fanteria», ha spiegato il colonnello Vittorio Stella, comandante dell’ottavo reggimento guastatori paracadutisti di Legnago.Con questo attentato sale a 14 il numero di militari italiani morti in Afghanistan dall’inizio della missione di Roma nel 2004. La maggioranza è rimasta vittima di attentati, altri invece sono morti in incidenti, alcuni per malore. L’Italia ha schierato in Afghanistan circa 3.200 militari, distribuiti tra la capitale Kabul ed Herat, nella parte orientale del Paese. Gli ultimi 500 sono stati inviati nei giorni scorsi come rinforzo temporaneo in vista delle elezioni del 20 agosto.Il nostro Paese è divenuto così il quarto contribuente della missione Isaf dopo Stati Uniti con 28.850 militari schierati, Gran Bretagna, 8.300, e Germania, 3.380. Negli ultimi giorni i talebani hanno intensificato gli attacchi in molte zone del Paese: il mese di luglio è stato il più sanguinoso per le truppe straniere dall’inizio del conflitto, in soli dieci giorni sono morti 10 soldati britannici.Sempre ieri due soldati statunitensi sono stati uccisi in un attacco nel Sud. E poche ore prima dell’attentato contro gli italiani, nello schianto di un elicottero nella provincia meridionale di Helmand hanno perso la vita almeno sei persone, impiegate in una società che lavora per le forze internazionali. Un portavoce dei talebani, Yusuf Ahmadi, ha rivendicato l’azione: «Abbiamo abbattuto noi l’elicottero», ha dichiarato il guerrigliero.