VERDI DI TIVOLI

I VERDI RISCHIANO UNA FINE POCO GLORIOSA


di Daniela Guerra (capogruppo dei Verdi in Regione Emilia Romagna)Inviato da redazione il Ven, 31/07/2009 - 12:42in OpinioniTante cose avrei voluto dire al Consiglio federale dei Verdi di sabato scorso. Ma a chi? Ai tanti che non c’erano? Ai tanti che volevano solo capire come andrà la conta di ottobre? Alla presidente, che ha già deciso che i Verdi devono sparire e che ha concluso dicendo: «Si può anche morire coi Verdi ma se fosse una morte gloriosa come alle Termopili ».Però gloriosa non è e non può essere dopo anni di politiche di basso profilo, senza più elaborare, senza più promuovere e coordinare scelte coerenti fra il livello nazionale e locale, sacrificando il dibattito alla ricerca di postazioni. Dopo anni in cui i territori sono stati usati solo per incursioni a sostegno dell’uno o dell’altro leader nazionale, anni di commissariamenti, di deputati paracadutati come per esempio Piemonte, Emilia Romagna e Umbria.Dopo un intero anno, poi, in cui i Verdi sono scomparsi del tutto a livello nazionale annullati in Sinistra e libertà di Vendola, quanto abbiamo chiesto che se aggregazione s’aveva da fare fosse di stampo ecologista! Con una forte rilevanza dei temi ambientali e con una chiara visibilità a partire dal titolo dell’alleanza. Tutto il partito all’unanimità avrebbe fatto convergenza su questa ipotesi come si è dimostrato al precedente Consiglio federale.Un’alleanza sì, ma diversa: non una confluenza dei Verdi nella sinistra, ma una sinistra capace di essere diversa, più laica nei contenuti, più moderna, con l’ecologia al centro. Ora è facile dirlo, ma noi lo avevamo detto prima delle elezioni e siamo stati irrisi e schiacciati da una votazione che ha fatto vincere il gruppo dirigente perdendo importanti pezzi di maggioranza. Allora si era ancora in tempo per restare uniti evitando le fratture e gli scarsi risultati elettorali.Ora le magliette Sinistra ecologia e libertà fanno tristezza. Significano non aver capito allora e ora pensare di risolvere con la situazione cambiando un titolo, ancora una volta senza dibattito, facendo stampare delle magliette con un logo che non c’è. è’ la politica e la credibilità che mancano non le magliette! Con tutti i nostri eletti sui territori trascurati, lasciati nell’ombra, neppure informati e mai convocati.Tanto non contano, contano solo i delegati ancora una volta “eletti” da ridicole assembleeseggi dove meno si parla meglio è. Non importa più chi vince e chi perde in ottobre: se arriviamo così a quell’appuntamento qualsiasi decisione sarà una sconfitta e allora altri si approprieranno dei temi ambientalisti e la politica si esprimerà in altri modi, fuori dai partiti o in liste civiche, che lo vogliamo o no.