VERDI DI TIVOLI

Elettrodottto Salone – Castel Madama: Rfi ritira il ricorso al Tar


Tivoli Continua la lunga vicenda dell’elettrodotto Salone – Castel Madama che Rfi intende riattivare per alimentare il raddoppio della linea ferroviaria tra Lunghezza e Guidonia.La vicenda prese il via a dicembre 2006, quando, durante il periodo delle feste natalizie, venne depositato in Comune un corposo dossier che annunciava espropri finalizzati a lavori di manutenzione straordinaria relativi ad un elettrodotto, dismesso da oltre venti anni, i cui tralicci arrugginiti, privi di cavi, si trovano ancora tra i palazzi di Tivoli terme, Villa Adriana e via Empolitana. Immediato l’allarme dei cittadini che vedevano il pericolo del campo magnetico emesso da una linea a 66 Kv che in molti casi sarebbe passata a pochissimi metri dalle abitazioni e da una scuola elementare.Le proteste portarono alla creazione di un comitato di protesta e ad una manifestazione organizzata dal Circolo Legambiente di Tivoli e dai Verdi  durante la quale, i circa quattrocento partecipanti consegnarono al Sindaco Vincenzi e all’allora Assessore regionale all’Ambiente Bonelli, una petizione firmata in pochi giorni da oltre duemila persone, che chiedeva un percorso alternativo per l’elettrodotto lontano dalle abitazioni. Collateralmente gli abitanti dei palazzi di via del Barco avviarono, tramite il Codacons, un procedimento legale nei confronti di Rfi che aveva iniziato lavori di scavo all’interno dell’area condominiale.I lavori già iniziati vennero bloccati più volte dall’intervento dei Vigili urbani tiburtini che, avvisato dai cittadini, l’assessore all’ambiente dell’epoca Di Tomassi, inviò ogni volta.La situazione di stallo è durata fino a pochi mesi fa, quando le squadre delle ditte appaltatrici hanno fatto nuovamente la loro comparsa a Tivoli terme, allarmando i cittadini e facendo scattare una diffida ad eseguire i lavori da parte del Sindaco Baisi. Vani erano stati, nel frattempo, i lavori dei tavoli tecnici riunitisi: per Rfi i lavori sono relativi a semplice manutenzione straordinaria e se l’Amministrazione comunale desidera un diverso tracciato deve farsi carico di proporlo e sostenerne i costi di realizzazione. Per gli ambientalisti, comune, Provincia di Roma, Regione Lazio, si tratta invece di un elettrodotto nuovo con diversa struttura portante e tensione di linea quadruplicata, che di vecchio mantiene solo il percorso. Per un nuovo elettrodotto occorre il parere dell’Arpa Lazio, l’agenzia regionale di protezione ambiente, che è stato richiesto dopo l’ultima conferenza di servizio svoltasi, parere pervenuto a settembre all’azienda ferroviaria e per conoscenza al Comune di Tivoli. Nel documento l’Arpa afferma con precisione che trattasi di nuovo elettrodotto ed esprime parere negativo sulla realizzazione  dell’opera secondo il progetto presentato. Venuto a conoscenza del documento il Sindaco di Tivoli ha emesso immediatamente una nuova diffida reiterando quella precedente firmata a settembre.La valutazione dell’Arpa, importantissima per tutti coloro, Comitato dei cittadini, Circolo Legambiente e Verdi, che hanno sostenuto in prima persona la battaglia per allontanare l’ipotesi del campo magnetico dentro le abitazioni vicinissime, è stata presentata efficacemente dall’Avvocatura del comune di Tivoli all’atto dell’udienza presso il Tar del Lazio nella quale veniva discussa la richiesta di Rfi di sospensiva della diffida del Sindaco tiburtino alla ripresa dei lavori.Una richiesta cui il legale di Rete ferroviaria italiana si è visto costretto a  rinunciare in base al parere dell’Arpa Lazio che la società ferroviaria aveva trascurato e considerato non necessario fin dall’inizio della vicenda.Ora la situazione lascia presumere maggiori difficoltà per la realizzazione dell’elettrodotto sul vecchio tracciato ed offre speranze per un allontanamento dalle abitazioni che a suo tempo Comitato ed ambientalisti indicarono facilmente realizzabile, allontanamento peraltro che nel tratto di linea che si trova sul territorio di Roviano è già stato attuato grazie ad un accordo tra Rfi ed amministrazione comunale allora in carica.