VERDI DI TIVOLI

GARIGLIANO PICCOLA CERNOBYL ITALIANA


"Anche l'Italia ha avuto la sua piccola Cernobyl: la centrale del Garigliano. In questa centrale si verificarono, infatti una serie impressionanti di incidenti che portarono alla chiusura dell'impianto nel '78. Nel 1976 l'acqua del fiume Garigliano (in piena) riuscì a penetrare nel locale sotterraneo dove erano depositate le scorie radioattive. In questo modo furono contaminati più di un milione di litri d'acqua finiti poi in mare e nella nella campagna. Nel 1979 si verificò un incidente analogo, mentre nel novembre del 1980 (a centrale già chiusa) le insistenti piogge provocarono infiltrazioni che al deflusso delle acque piovane portarono con se grandi quantità di Cesio137". Lo dichiara il Presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli che aggiunge: "Mentre nessuno si è occupato di studiare gli effetti sul territorio e sulla popolazione locale di tutta questa serie di incidenti il governo ora vuole costruire addirittura una nuova centrale sulle macerie di quella che detiene il primato di incidenti in Italia"."Per questa ragione noi Verdi abbiamo organizzato un presidio alla Centrale del Garigliano in cui presenteremo un dossier su quello che è accaduto in quell'area - continua Bonelli -. La nostra mobilitazione contro il nucleare, dannoso, pericoloso e costosissimo continuerà con forza fino a quando questa pericolosa avventura non sarà fermata dal referendum popolare"."Chiedo a tutti i presidenti uscenti del centrosdinistra di dichiarare il proprio territorio indisponibile per le centrali atomiche volute dal governo Berlusconi - ha concluso Bonelli -. Sono sicuro che i cittadini apprezzaranno questo impegno. D'altronde il 'No' ad un nucleare obsoleto radiattivo pericoloso ed antieconomico non può non essere alla base delle intese programmatiche per le prossime regionali".