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DISIMBALLIAMOCI

Basta con gli imballaggi inutili ed eccessivi! Disimballiamoci è la campagna di Legambiente sull’importanza di ridurre alla fonte la produzione di rifiuti.

Gli imballaggi, che paghiamo ben due volte (con la spesa e quando li dobbiamo smaltire), costituiscono infatti il 60% del volume e il 40% del peso dei rifiuti degli italiani. Montagne di imballaggi che potremmo risparmiare alle nostre tasche e alla salute del pianeta, alleggerendo il sacchetto della spesa e quello della spazzatura.

L’imballaggio ha delle funzioni ben precise, come conservare la qualità, garantire il trasporto e informare sulla composizione e sulla tracciabilità del prodotto. Sempre di più però l’imballaggio viene usato in maniera eccessiva come veicolo per attirare l’attenzione del consumatore.

Con “Disimballiamoci” i volontari di Legambiente si danno appuntamento fuori dai supermercati, ipermercati e centri commerciali per sensibilizzare le catene di distribuzione e i cittadini sull’uso eccessivo delle confezioni, invitandoli a consegnare almeno un imballaggio inutile tra quelli acquistati. È anche l’occasione per rilanciare e diffondere le buone pratiche per la riduzione degli imballaggi, ancora troppo poco conosciute, come i dispenser per la vendita di detersivi, latte, acqua e altri generi alimentari sfusi o alla spina.

 

GREENPEACE

BALENE: SANTUARIO MAR LIGURE E' UNA FOGNA ROMA - Il santuario dei cetacei è diventato una discarica: l'area del mar Ligure che sarebbe dovuta diventare un paradiso per balene e delfini è "inquinata da batteri fecali in alto mare". Questo tipo di inquinamento, insieme al "traffico marittimo incontrollato" con velocità vicine "ai 70 km/h", ha comportato una diminuzione del 75% degli avvistamenti di balenottere e del 50% di stenelle.

L'assenza di "regole" e la mancanza di "un piano di gestione" hanno trasformato il santuario in "una fogna a cielo aperto". Questa l'accusa di Greenpeace nel dossier 'Balene a perdere', presentato oggi a Roma, frutto della ricognizione dell'agosto scorso nella zone del santuario a bordo della Arctic Sunrise. A 16 anni di distanza dall'ultimo monitoraggio (nel 1992 le balenottere erano circa 900 e le stenelle comprese tra 15.000 e 42.000), balene e delfini potrebbero realmente essere diminuiti: dopo 1.200 chilometri di navigazione, di balenottere se ne sono viste soltanto 13 (un quarto rispetto alle attese e non sufficiente a elaborare una stima sulla popolazione), mentre il range di stenelle si è attestato tra 5.000 e 21.000 esemplari (é calata anche la media del numero di individui presenti nel gruppo, da 22,5 a 7,5).

Le cause della diminuzione di cetacei nell'area del santuario sono diverse. L'inquinamento: in due aree è stata rilevata una forte "contaminazione di batteri fecali" oltre i valori ammessi per la balneazione (100 colonie/100 ml). Provenienti non da terra ma, presume Greenpeace, dallo scarico di traghetti e navi da crociera. Un tipo di sversamento che, oltre a essere persistente specie d'estate, colpisce la salute dei cetacei: sono animali immunodepressi, cioé raccolgono e assorbono le contaminazioni presenti in mare. L'intenso traffico incontrollato: "navi di 100-150 metri e traghetti che corrono a 70 km/h con il rischio di impatto con i cetacei e l'emissione di forti rumori". E anche un'attività di 'whale watching' svolta "in modo pericoloso", così come "la pesca illegale". Ma, quello che manca, è soprattutto "un ente di gestione" nonché la predisposizione di un piano di tutela per non lasciare che questa zona del Mediterraneo rimanga "una scatola vuota senza regole e controlli", creando una grande riserva marina d'altura.

Cosa che, conclude Greenpeace, renderebbe impossibile "l'insediamento della prima area industriale offshore: il rigassificatore di Pisa-Livorno" proprio all'interno del santuario. L'associazione dell'arcobaleno, impegnate nelle aree marine, chiede che sia sottoposto a tutela il 40% del Mediterraneo

 

 

CASO CUCCHI: SI APRA IMMEDIATAMENTE INCHIESTA

Post n°365 pubblicato il 30 Ottobre 2009 da verdi.tivoli

NECESSARIO INTERVENTO UE PER VERIFICARE RISPETTO DIRITTI UMANI IN ITALIA



“Si apra immediatamente un’inchiesta sulla morte di Stefano Cucchi. Le foto rese pubbliche dalla famiglia del ragazzo lasciano sgomenti: per
questo bisogna accertare immediatamente cosa è successo”. Lo ha dichiarato il Presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli che aggiunge:
“E’, però, evidente che quanto avviene nelle nostre carceri e questo drammatico episodio è il segnale che il Parlamento non esercita più il
dovuto controllo sulle condizioni di chi è sottoposto a misure detentive”.





“Credo - ha concluso il leader dei Verdi - che a questo punto sia sempre più necessario un intervento dell’Unione europea per verificare qual
è lo stato delle nostre carceri e quale sia il grado di tutela dei diritti umani”.
 

 
 
 

PONTE MESSINA: BONELLI(VERDI) MATTEOLI BUGIARDO COME PINOCCHIO

Post n°363 pubblicato il 29 Ottobre 2009 da verdi.tivoli

COMUNICATO STAMPA

PONTE MESSINA: BONELLI(VERDI) MATTEOLI BUGIARDO COME PINOCCHIO

Vuole far credere ai cittadini che è arrivato Babbo Natale a regalare il ponte sullo stretto

“Il ministro Matteoli ha detto un’enorme bugia dichiarando che il ponte sullo stretto verrà interamente finanziato da privati”. Lo ha dichiarato il Presidente dei Verdi Angelo Bonelli che ha aggiunto: “Far credere agli italiani che è arrivato Babbo Natale e regala allo Stato un’infrastruttura inutile e dannose è da scellerati. Il governo Berlusconi ha dovuto rifinanziare l’opera già definanziata dal governo Prodi per una prima tranche di un miliardo e 500 milioni di euro”.

“Matteoli fa come Pinocchio, dice le bugie ma non si ricorda che queste hanno le gambe corte: dichiara che i soldi non sono pubblici quando sa perfettamente che non è così. Con la stessa cifra avremmo potuto portare acqua potabile in numerosi paesi della Calabria e della Sicilia che ne sono ancora sprovvisti, avremmo potuto finanziare opere di ammodernamento della rete stradale nel sud Italia che, come è noto, lascia molto a desiderare. Avremmo potuto inoltre investire nell’ampliamento della rete ferroviaria che per il momento in alcune regioni meridionali ammonta ad un unico binario, questo per agevolare sia il trasporto merci che il trasporto passeggeri”.

“Sperperare 7 miliardi di euro solo per far contente le lobbies del cemento e costruire un ponte inutile e pericoloso in una zona dove i cittadini che convivono con il rischio idrogeologico e sismico hanno visto la morte con i propri occhi durante la tragedia di Messina, è davvero una pazzia” – ha proseguito il leader del Sole che Ride.

“Il ministro Matteoli impari a dire la verità ai cittadini, è un suo dovere di uomo di Stato” ha concluso il presidente Bonelli.

Roma, 29 ottobre 2009

 
 
 

REGIONE LAZIO - Bandi per le imprese e Imprenditoria Giovanile

Post n°362 pubblicato il 27 Ottobre 2009 da verdi.tivoli

Bandi aperti per le imprese
Ecco l'elenco di alcuni bandi aperti per finanziamenti destinati alle imprese, gestiti da Sviluppo Lazio, dalle altre società del Gruppo e da altre istituzioni nazionali e locali. Per il quadro completo delle normative e per avere maggiori informazioni sulle leggi e i bandi aperti consultare il sito @gevolazio www.sviluppo.lazio.it/agevolazio o chiamare il Numero verde InformaLazio 800 264 525.
- L.R. 29/96 'Imprenditoria giovanile': bando sempre aperto fino a esaurimento fondi. La Legge regionale 29/96 ha come obiettivo favorire la creazione e il rafforzamento di imprese giovanili, femminili e di lavoratori svantaggiati.
- L.R. 19/99 'Prestito d'onore': obiettivo della legge è favorire la creazione e lo sviluppo dell'imprenditoria giovanile. Permette di avere supporto e assistenza nella fase di avvio dell'attività, concedendo fino a 30.000 euro di contributo-finanziamento.
- L.R. 2/85 - Assistenza tecnico-finanziaria a favore delle Pmi del Lazio: prevede interventi finanziari nel capitale di rischio delle Pmi operanti nei settori ad alta tecnologia e/o nella cosiddetta 'nuova economia'. Per saperne di più: www.filas.it.
- L. 240/81 - Contributi in favore di imprese artigiane: contributi in conto canoni sulle operazioni di locazione finanziaria effettuate in favore di imprese, cooperative e consorzi artigiani per l'acquisto di impianti, macchinari, attrezzature e immobili. Per saperne di più: www.artigiancassa.it.
- L. 949/52 - Finanziamenti per imprese artigiane: contributi in conto interessi alle imprese artigiane per l'ampliamento e l'ammodernamento dei locali, per l'acquisto di macchine, attrezzi e autoveicoli nuovi, per la formazione di scorte di materie prime e di prodotti finiti. Per saperne di più: www.artigiancassa.it.
- L.R. 32/97 - Interventi a favore delle attività di autoveicoli in servizio da piazza - Taxi e di noleggio con conducente: contributi per l'acquisto o il rinnovo dell'autoveicolo e per l'installazione sul veicolo di radio di servizio, allestimenti speciali, divisori per la sicurezza. Per saperne di più: www.artigiancreditolazio.it.
Microcredito, aperto il nuovo bando
E' aperto il bando del nuovo microcredito regionale, l’iniziativa ideata dalla Regione Lazio per sostenere i cittadini e le imprese in difficoltà economiche e promuovere la nascita di nuovi progetti imprenditoriali con prestiti a condizioni agevolate. L'avviso è pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione Lazio n. 39 del 21 ottobre 2009 (parte terza).
Beneficiari delle iniziativa sono: microimprese costituende o costituite a elevato rischio finanziario e con oggettive difficoltà di accesso al credito ordinario; persone fisiche con evidenti difficoltà di accesso al credito bancario ordinario; persone sottoposte a esecuzione penale ed ex detenuti, nonché conviventi (familiari e no) di detenuti.
Per informazioni sulla iniziativa: www.microcredito.lazio.it.
Inoltre, è disponibile il Numero verde Informalazio 800 264 525.

 
 
 

BONELLI (VERDI), AUGURI BUON LAVORO A BERSANI

Post n°361 pubblicato il 27 Ottobre 2009 da verdi.tivoli

“Faccio gli auguri di buon lavoro al nuovo segretario del Partito Democratico Pierluigi Bersani. Avremo modo nei prossimi giorni di confrontarci
per costruire un’opposizione alla grave emergenza democratica che si è creata nel paese”. Lo dichiara il Presidente nazionale dei Verdi Angelo
Bonelli che aggiunge: “Per quanto riguarda il futuro, il nostro confronto sarà tutto programmatico e dovrà affrontare tre punti essenziali. Il
No al nucleare e una politica energetica innovativa, che punti con forza su rinnovabili ed efficienza energetica; l’inversione di tendenza del PD,
in molte giunte locali, rispetto alla cementificazione e all’aggressione del paesaggio; un forte piano di rilancio dell’occupazione e di
innovazione del Paese attraverso la green economy”.





“Su questi punti - ha concluso Bonelli - noi Verdi ci confronteremo senza dogmi e nella convinzione che la politica deve rendere un servizio ai
cittadini senza diventare autoreferenziale o perdersi nei politicismi”.




Roma, 26 ottobre 2009

 
 
 

IL CONGRESSO E’ FINITO: SINISTRA E LIBERTA’ E’ UN CAPITOLO CHIUSO. ORA COSTRUIAMO LA COSTITUENTE ECOLOGISTA

Post n°360 pubblicato il 26 Ottobre 2009 da verdi.tivoli

di Marco Boato e Gianfranco Bettin

Il Congresso di Fiuggi, dopo un confronto aspro ma pienamente trasparente e comprensibile a tutti, anche dall’esterno (tramite il sito dei Verdi e il servizio prezioso di Radio radicale), si è concluso con la vittoria delle mozioni che prevedono il rifiuto della prospettiva di Sinistra e libertà e rilanciano con forza la necessità di un soggetto ecologista con una forte identità culturale e autonomia politica, finalizzato alla costruzione della Costituente ecologista da parte dei Verdi insieme a tutti gli altri ecologisti interessati.
Sulla base di questi chiarissimi obiettivi è stato eletto nuovo presidente dei Verdi italiani Angelo Bonelli, che queste posizioni ha con forza e coerenza sostenuto sia nell’intervento di presentazione della propria candidatura, sia, con grande fiducia ed entusiasmo, nell’intervento conclusivo del Congresso, dopo la sua elezione.
Bene ha fatto il nuovo presidente dei Verdi non solo a non operare ritorsioni (ha subito confermato la candidatura europea di Monica Frassoni, che pure aveva illustrato la mozione perdente Francescato-De Petris in contrapposizione a quella Bettin-Boato), ma anche ad invitare tutti i Verdi a prendere atto delle decisioni congressuali e a lavorare unitariamente nella direzione della Costituente ecologista. Putroppo la risposta immediata dei rappresentanti della mozione sconfitta è stata una conferenza stampa contemporanea per rilanciare, come se il Congresso non si fosse celebrato e concluso, il loro impegno in Sinistra e libertà e per annunciare addirittura la fondazione di una nuova associazione, da loro formata, per perseguire l’obiettivo sconfitto al Congresso.

Ora ci si lamenta che, anziché con provvedimenti disciplinari (di cui la maggioranza uscita era stata prodiga, con iscrizioni rifiutate, assemblee annullate, commissariamenti pretestuosi e così via), il presidente Bonelli insieme al nuovo Esecutivo abbia invitato tutti gli interessati ad essere coerenti con le decisioni congressuali. E’ il minimo che si possa richiedere a chi aveva dato vita al nuovo soggetto politico di Sinistra e libertà al di fuori di qualunque norma statutaria e di qualunque mandato congressuale, entrando addirittura a far parte del suo organismo dirigente.
La Costituente ecologista che – insieme agli Stati generali dell’ecologia politica in Italia e, successivamente, anche all’ECO-EXPO – siamo impegnati a costruire comporta la ricerca e il coinvolgimento in questa coraggiosa impresa di tutti gli ecologisti italiani che siano disponibili ad impegnarsi unitariamente in questa direzione, auspicata sia dall’Appello agli ecologisti di fine luglio, sia dall’Appello all’Italia e agli ecologisti di Mario Tozzi e di altri autorevoli ambientalisti, sia dal Documento delle Cinque Terre, che unisce altri protagonisti dell’ambientalismo e dell’ecologismo politico.
Mentre la maggioranza uscente proclamava ai quattro venti di aver già vinto il Congresso (provocando qualche infortunio giornalistico), noi abbiamo avuto il coraggio di osare e di cambiare. Ma siamo solo ad un nuovo inizio. Con altrettanto coraggio continueremo sulla strada intrapresa, dopo aver scongiurato il suicidio programmato dei Verdi dentro a Sinistra e libertà. I diretti interessati ne hanno già preso atto. Ne prendano atto, serenamente e senza troppa ulteriore aggressività, coloro che sono usciti sconfitti dal Congresso.

 
 
 

NO NUKE DAY

Post n°359 pubblicato il 23 Ottobre 2009 da verdi.tivoli

Continua la mobilitazione nazionale di Legambiente per un sistema energetico moderno, pulito e sicuro.

A più di 20 anni dall’incidente di Chernobyl, il nucleare non solo pone ancora gravissimi problemi di sicurezza, ma è anche una fonte energetica costosa che non abbasserà affatto la bolletta energetica nazionale, non ridurrà la nostra dipendenza dall’estero e non ci permetterà di rispettare gli impegni europei e internazionali. Eppure il governo Berlusconi ha deciso per un ritorno del nucleare nel nostro Paese. Riaprire al nucleare vuole anche dire abbandonare qualsiasi investimento alternativo sullo sviluppo delle tecnologie pulite e dell’efficienza energetica, e rinunciare alla costruzione di un sistema imprenditoriale innovativo e diffuso in grado di competere sul mercato globale.

Il prossimo 31 ottobre a Montalto di Castro diremo NO AL NUCLEARE, SI ALLE FONTI RINNOVABILI, SI AD UNO SVILUPPO SOSTENIBILE DELL’ITALIA. Incontreremo rappresentanti delle istituzioni e parti sociali per alimentare il dibattito a livello territoriale e nazionale sui due scenari energetici alternativi futuri: con o senza l’atomo.

Per questi motivi l'appuntamento del 31 ottobre assume, per l'associazione e per il Paese tutto, un'importanza rilevante nella nostra battaglia permanente contro il nucleare. Abbiamo bisogno di tutti voi per dimostrare che siamo in tanto a dire NO AL NUCLEARE (IERI COME OGGI).

Da Roma partirà un pullman dalla direzione nazionale su cui è ancora possibile salire. Anche da Grosseto ci stiamo organizzando per partecipare in massa. Se volete unirvi a noi potete contattare Luciano Ventura allo 0686268414 o via mail all’indirizzo l.ventura@legambiente.eu.

 
 
 

NAVE VELENI: AD AMANTEA MANIFESTAZIONE IL 24 OTTOBRE

Post n°358 pubblicato il 22 Ottobre 2009 da verdi.tivoli

SOSTENIAMO MOBILITAZIONE CONTRO VERGOGNA NAZIONALE

“Le navi dei veleni rappresentano una vergogna nazionale contro cui bisogna mobilitarsi con forza. Per questa ragione noi Verdi aderiamo alla manifestazione del 24 ottobre e sabato prossimo saremo ad Amantea per difendere il diritto alla salute dei cittadini calabresi e per difendere l’economia locale che non può essere affossata dall’inquinamento”. Lo ha dichiarato il presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli che aggiunge: “Ora più che mai è necessario sostenere una grande mobilitazione civile contro ogni forma di inquinamento e contro le ecomafie che rappresentano una fortissima ipoteca sul destino di tutto il Sud”.

“L’atteggiamento del governo Berlusconi, però, continua ad essere irresponsabilmente disinteressato nei confronti dei cittadini calabresi, del mare e dell’ambiente: ad oggi non è stata assunta alcuna iniziativa concreta nemmeno per accertare la natura del carico del relitto - ha concluso Bonelli -. Viene da chiedersi se il governo non stia coprendo qualcuno”.

 
 
 

Riceviamo e pubblichiamo

Post n°357 pubblicato il 20 Ottobre 2009 da verdi.tivoli

Ponte Lucano nella lista mondiale dei siti archeologici a rischio di distruzione‏

Il World Monuments Fund (WMF), una delle più importanti organizzazioni no-profit che tutela siti archeologici a rischio di distruzione, ogni due anni prepara una lista dei monumenti mondiali maggiormente minacciati di distruzione, il cosi detto World Monuments Watch. Il 6 ottobre 2009 a New York, Bonnie Burnham presidente del WMF ha presentato la lista 2010 dei siti minacciati, che include 93 siti in oltre 47 paesi. In questa lista vi sono aree come Machu Picchu in Peru, Phajoding, un monastero nel Bhutan, la città antica di Herat in Afghanistan. Luoghi storici messi a rischio da guerre, disastri naturali, sviluppo urbano incontrollato e dall'assenza di manutenzione.
In questa lista c'è anche Ponte Lucano, simbolo della città di Tivoli, riprodotto in tantissime stampe antiche, orribilmente deturpato da un muro di cemento costruito dall'Agenzia Regionale per la Difesa del Suolo (ARDIS) per esigenze di difesa idraulica, che lo ha fatto “sparire” dal paesaggio ignorando ogni soluzione alternativa. Il complesso archeologico costituito dal Ponte romano e dal Mausoleo dei Plautii sembra ormai condannato a restare nel degrado, esposto al continuo rischio di distruzione in caso di una forte piena del fiume. E' davvero molto triste che i rischi per un monumento che in tante aree del mondo sono prodotti da conflitti e disastri naturali, nel caso di Ponte Lucano siano invece il risultato di interventi di Pubbliche Amministrazioni.
A richiamare l’attenzione mondiale su questo sito, sono stati gli ambientalisti di Italia Nostra e del Wwf, che insieme con altre associazioni della zona (Comitato Promotore del Barco, Società Tiburtina di Storia e d'Arte), si sono unite nel Comitato per il Recupero di Ponte Lucano, da anni protagonista di una serie di battaglie a salvaguardia dell’area. «La “candidatura” accolta dal Wmf - spiega Boldrighini, presidente della sezione Aniene di Italia Nostra - è stata avanzata dal Comitato ed appoggiata da Italia Nostra regionale con la motivazione che sviluppi recenti della zona hanno drammaticamente alterato lo stato del complesso, minacciato dalle piene e dal versamento di rifiuti industriali nel fiume».
L'inserimento di un monumento nella lista del WMF non significa alcun vincolo, rappresenta solo uno strumento indiretto, serve a far uscire dall'oblio alcune aree, aumentare il coinvolgimento delle comunità locali nel loro recupero, esercitare pressioni sui governi locali per stimolarne l'intervento. In alcuni casi il WMF interviene anche direttamente erogando dei fondi per interventi di recupero.
Erica Avrami direttrice ricerca ed educazione del WMF ha osservato come «i siti storici ed archeologici non possono essere conservati in maniera isolata ma piuttosto in un più ampio quadro, sia fisico che sociale», un’osservazione adattissima a Ponte Lucano. Il ponte è minacciato di distruzione dalle piene del fiume, il Mausoleo dei Plautii ha problemi strutturali, interventi di consolidamento per i due monumenti non bastano se il complesso archeologico resterà non fruibile o abbandonato al degrado. L'unica speranza di salvezza è inserire il restauro di ponte e mausoleo in un quadro più ampio, che preveda il recupero delle qualità delle acque ed fiume, la sua rinaturalizzazione, l'allargamento dell'alveo e la ricostituzione delle sue aree golenali, il suo inserimento nel proposto parco delle antiche cave romane del Barco, una riduzione, restauro e recupero della pessima qualità dell'edificato che lo circonda.
Ammannito del WWF spera che «il riconoscimento internazionale dell'importanza di Ponte Lucano e della gravità della situazione in cui versa serva a scuotere la classe politica tiburtina dal proprio torpore e a richiamarla al proprio dovere morale di tutelare e conservare il patrimonio artistico, culturale e naturalistico cittadino».

Comitato per il Recupero di Ponte Lucano.

 
 
 

500 ALBERI IN PIU' PIANTATI NELLA VALLE DELL'ANIENE

Post n°356 pubblicato il 19 Ottobre 2009 da verdi.tivoli

 ROMA, 19 OTT - Quasi 250.000 metri quadrati, 244.000 per l'esattezza, di nuovi alberi piantati a Roma e in Costa Rica attraverso il progetto 'Impatto zero' di Lifegate.
Con 'Impatto zero', realizzato con il contributo di Samsung electronics Italia, verra' creata, e 'consegnata' alla citta' di Roma entro il 15 ottobre, una nuova area verde di 25.000 mq nella Riserva della Valle dell'Aniene, nella quale verranno piantati 500 alberi di specie autoctone.
All'iniziativa di riforestazione, frutto del sostegno dell'assessorato all'Ambiente e alla cooperazione tra i popoli della Regione Lazio, l'assessorato alle Politiche del Territorio e tutela ambientale della Provincia di Roma e la Cooperativa florovivaistica del Lazio, ha aderito anche il Festival internazionale del film di Roma che, attraverso la creazione e la tutela di nuove foreste, compensera' le emissioni di anidride carbonica determinate dall'organizzazione della kermesse.

 
 
 

Ponte Lucano nella lista mondiale dei siti archeologici a rischio di distruzione

Post n°355 pubblicato il 18 Ottobre 2009 da ammannito
Foto di verdi.tivoli

Il World Monuments Fund (WMF), una delle più importanti organizzazioni no-profit che tutela siti archeologici a rischio di distruzione, ogni due anni prepara una lista dei monumenti mondiali maggiormente minacciati di distruzione, il cosi detto World Monuments Watch. Il 6 ottobre 2009 a New York, Bonnie Burnham presidente del WMF ha presentato la lista 2010 dei siti minacciati, che include 93 siti in oltre 47 paesi. In questa lista vi sono aree come Machu Picchu in Peru, Phajoding, un monastero nel Bhutan, la città antica di Herat in Afghanistan. Luoghi storici messi a rischio da guerre, disastri naturali, sviluppo urbano incontrollato e dall'assenza di manutenzione.
In questa lista c'è anche Ponte Lucano, simbolo della città di Tivoli, riprodotto in tantissime stampe antiche, orribilmente deturpato da un muro di cemento costruito dall'Agenzia Regionale per la Difesa del Suolo (ARDIS) per esigenze di difesa idraulica, che lo ha fatto “sparire” dal paesaggio ignorando ogni soluzione alternativa. Il complesso archeologico costituito dal Ponte romano e dal Mausoleo dei Plautii sembra ormai condannato a restare nel degrado, esposto al continuo rischio di distruzione in caso di una forte piena del fiume. E' davvero molto triste che i rischi per un monumento che in tante aree del mondo sono prodotti da conflitti e disastri naturali, nel caso di Ponte Lucano siano invece il risultato di interventi di Pubbliche Amministrazioni.
A richiamare l’attenzione mondiale su questo sito, sono stati gli ambientalisti di Italia Nostra e del Wwf, che insieme con altre associazioni della zona (Comitato Promotore del Barco, Società Tiburtina di Storia e d'Arte), si sono unite nel Comitato per il Recupero di Ponte Lucano, da anni protagonista di una serie di battaglie a salvaguardia dell’area. «La “candidatura” accolta dal Wmf - spiega Boldrighini, presidente della sezione Aniene di Italia Nostra - è stata avanzata dal Comitato ed appoggiata da Italia Nostra regionale con la motivazione che sviluppi recenti della zona hanno drammaticamente alterato lo stato del complesso, minacciato dalle piene e dal versamento di rifiuti industriali nel fiume».
L'inserimento di un monumento nella lista del WMF non significa alcun vincolo, rappresenta solo uno strumento indiretto, serve a far uscire dall'oblio alcune aree, aumentare il coinvolgimento delle comunità locali nel loro recupero, esercitare pressioni sui governi locali per stimolarne l'intervento. In alcuni casi il WMF interviene anche direttamente erogando dei fondi per interventi di recupero.
Erica Avrami direttrice ricerca ed educazione del WMF ha osservato come «i siti storici ed archeologici non possono essere conservati in maniera isolata ma piuttosto in un più ampio quadro, sia fisico che sociale», un’osservazione adattissima a Ponte Lucano. Il ponte è minacciato di distruzione dalle piene del fiume, il Mausoleo dei Plautii ha problemi strutturali, interventi di consolidamento per i due monumenti non bastano se il complesso archeologico resterà non fruibile o abbandonato al degrado. L'unica speranza di salvezza è inserire il restauro di ponte e mausoleo in un quadro più ampio, che preveda il recupero delle qualità delle acque ed fiume, la sua rinaturalizzazione, l'allargamento dell'alveo e la ricostituzione delle sue aree golenali, il suo inserimento nel proposto parco delle antiche cave romane del Barco, una riduzione, restauro e recupero della pessima qualità dell'edificato che lo circonda.
Ammannito del WWF spera che «il riconoscimento internazionale dell'importanza di Ponte Lucano e della gravità della situazione in cui versa serva a scuotere la classe politica tiburtina dal proprio torpore e a richiamarla al proprio dovere morale di tutelare e conservare il patrimonio artistico, culturale e naturalistico cittadino».

Comitato per il Recupero di Ponte Lucano.

Tivoli 7 ottobre 2009

 
 
 

PONTE STRETTO: BONELLI (VERDI), BERLUSCONI SPERPERA SOLDI ITALIANI

Post n°354 pubblicato il 15 Ottobre 2009 da verdi.tivoli

SCELTA INCOMPRENSIBILE E IRRESPONSABILE. PIUTTOSTO GOVERNO PENSI A DISSESTO IDROGEOLOGICO

“Berlusconi vuole sperperare i soldi dei cittadini italiani mentre la vera priorità dell’Italia e del Sud, come ha dimostrato la recente tragedia di Messina sono le infrastrutture da sempre inesistenti, come la messa in sicurezza del territorio e la lotta al dissesto, le ferrovie e gli acquedotti”. Lo ha dichiarato il presidente dei Verdi Angelo Bonelli commentando le dichiarazioni del premier Silvio Berlusconi.

“Con i 7 miliardi di euro che servono per un’opera inutile e dannosa in Italia si sarebbero potuti costruire ben 80 chilometri di metropolitane e acquistare 27.000 autobus ecologici - spiega il leader verde -. Ossia rivoluzionare il traffico nelle nostre città”.

“Di fronte al dissesto idrogeologico che mette a repentaglio tantissime aree del Paese quella di costruire il Ponte sullo Stretto di Messina è una scelta incomprensibile ed irresponsabile - ha concluso Bonelli -. Per questa ragione noi Verdi ci opporremo con tutti i mezzi, anche giuridicamente, alla costruzione di questa opera inutile e dannosa per l’ambiente. Piuttosto il governo pensi a mettere in sicurezza il territorio”.

Roma, 14 ottobre 2009

 
 
 

RITIRO RAPPRESENTANTI IN COORDINAMENTI SL

Post n°353 pubblicato il 15 Ottobre 2009 da verdi.tivoli

COMUNICATO STAMPA

ELETTI RICOSTITUISCANO GRUPPI SOLE CHE RIDE LADDOVE SCIOLTI PER GRUPPI SINISTRA

Su proposta del Presidente Angelo Bonelli l’Esecutivo nazionale dei Verdi, in applicazione delle decisioni della XXX Assemblea nazionale di Fiuggi, ha deciso nella riunione svoltasi ieri, il ritiro immediato dei rappresentanti Verdi dal coordinamento nazionale di Sinistra e Libertà. Pertanto tutte le federazioni regionali, provinciali e le associazioni locali provvedono immediatamente a ritirare, a tutti i livelli, i rappresentanti dei Verdi da eventuali organismi di Sinistra e Libertà, laddove istituiti, trattandosi di un soggetto politico elettoralmente concorrente.

Si invitano gli eletti sotto il simbolo dei Verdi a ricostituire i gruppi consiliari originari del Sole che ride, laddove siano stati sciolti per costituire gruppi della Sinistra.

In esecuzione delle decisioni dell’Assemblea nazionale dei verdi la Federazione nazionale e le federazioni regionali promuoveranno per le prossime elezioni regionali e amministrative liste Verdi, ecologiste e civiche e, in eventuali alleanze dovrà essere garantita, con pari evidenza, la presenza del simbolo Verde.

Lo rende noto un comunicato dell’Ufficio stampa nazionale della Federazione dei Verdi.

 
 
 

NE A DESTRA, NE A SINISTRA, SOLO AVANTI

Post n°352 pubblicato il 12 Ottobre 2009 da verdi.tivoli

verdiprovincia2009.jpgCon l’elezione di Angelo Bonelli alla carica di Presidente della Federazione dei Verdi e l’approvazione della mozione, “il coraggio di osare”, sottoscritta dalla quasi totalità degli iscritti  Verdi Tiburtini, si apre una nuova fase di rilancio delle poltiche ecologiste ed ambientaliste.

Per troppo tempo i Verdi si sono relegati nell’angusto spazio della “sinistra radicale” esprimendo un radicalismo ecollogico e rinunciando alla radicaltà sugli obiettivi. Riducendosai quindi ad una fotocopia sbiadita di un partitino della sinistra e come è noto gli elettori in genere scelgono gli originali.

Nonostante questo enormi sono state le conquiste ambientali, imposte dai Verdi al Centro Sinistra, talmente importanti e rivoluzionarie che si è pensato alla liquidazione dei Verdi dalla scena politica.

Utilizzando i media, spesso anche “amici dell’ambiente”, ben prima delle elezioni politiche Berlusconi ha lanciato la sua enorme campagna mediatica contro l’ambiente e i  Verdi, appoggiato poi, in campagna elettorale da Veltroni e dal PD, con le campagne sugli ambientalisti buoni e quelli cattivi, su gli ambientalisti del fare, ed insieme lo scellerato  progetto ha avuto i suoi frutti.  La gran parte delle conquiste ambientaliste vengono negate ogni giorno di più dall’attuale governo con il silenzio/assenzo delle opposizioni, a partire dal Nucleare.

In ultimo la pervicacia con cui l’uscente gruppo Dirigente dei Verdi, contro il buon senso, e contro la maggioranza degli iscritti Verdi,  ha perseguito il progetto di Sinistra e Libertà, hanno portato i Verdi sull’orlo dell’estinzione politica, per farne una dependance a Sinistra del PD.

Il “popolo” verde con uno scatto di orgoglio sabato 10 Ottobre, a Fiuggi, ha detto NO, ha avuto il CORAGGIO DI OSARE, ha rimesso nelle proprie mani il destino ed il futuro dei Verdi e dell’Ecologismo.

Chi ha pensato che si potesse fare a meno degli Ecologisti, della loro esperienza, delle loro idee ha sbagliato, ed i fatti lo stanno dimostrando.

L’assenza dei Verdi in parlamento e nella sociatà ha permesso politiche dissennate, dal rilancio del Nucleare al taglio dei fondi messi per il risanamento del dissesto idro-geologico dai Ministri Verdi agli antistorici tentativi di liberalizzare la Caccia , come localmente ha permesso cose, che  altrimenti non sarebbero mai passate, la lottizzazione Nathan come esempio per tutti, nonstante le chiacchiere messe in giro ad arte, nonstante le campagne a “sinistra” contro gli amminstratori Verdi,  una cosa è certa visibile ed incontrovertibile, fintanto che, anche un solo Verde ,è stato presente nel consiglio Comunale di Tivoli la Nathan, non è mai passata, ci sono voluti altri per  farla passare.

Nella migliore delle ipotesi, la questione ambientale, è sempre stata  uno dei punti del programma, di un sindaco e di un partito della sinistra, per noi  è il fulcro il, perno su cui si deve muovere tutta l’azione amministrativa e politica.

L’emergenza ambiente, l’emergenza ecologica, non può ancora esser vista come un fermo allo sviluppo, tutto il mondo ha capito che , l’uscita dalla crisi, la creazione di nuovi posti di lavoro, la democrazia, l’uguaglianza sociale possono esser risolte solo risolvendo e quindi mettendo al centro l’emergenza ecologica.

Il rilancio, locale e globale, delle politiche e delle battaglie ecologiste è una necessità di cui nessuno può fare a meno, è un dovere nei confronti delle future generazioni.

Perno centrale del rilancio delle battaglie e delle politiche ecologiste è la “COSTITUENTE ECOLOGISTA”. 

Costituente Ecologista come strumento per far  tornare gli Ecologisti Italiani ,ovunque essi oggi militino, a parlare fra di loro, a riorganizzarsi, non sotto le bandiere dei Verdi, che questo sia chiaro, ma dentro centinaia, migliaia di Costituenti locali, le quali dovranno dettare l’agenda Ecologica/politica del prossimo futuro  . Costituenti dentro le quali i Verdi ci saranno e saranno in prima fila, come comprimari della battaglia Ecologista insieme alle Associazioni, i Comitati, i Tecnici,gli operatori,   Sindacati ed i singoli cittadini che hanno a cuore il futuro delle loro comunità ,il futuro della propria nazione e delle future generazioni

Verdi per la Pace di Tivoli

 
 
 

"IL CORAGGIO DI OSARE

Post n°351 pubblicato il 12 Ottobre 2009 da verdi.tivoli

I risultati elettorali e il peso politico dei Verdi europei, in così forte controtendenza rispetto a quelli italiani, dimostrano che lo spazio politico per una forza ecologista può esserci se si è in grado di associare ad un’analisi critica della società un progetto politico realmente e radicalmente alternativo. Tutti i movimenti più vitali della società civile a livello mondiale, così come i Verdi europei, traggono linfa e ragioni da un’analisi ecologista della realtà, e cioè dal legame indissolubile tra le battaglie per la difesa dell’ambiente e quelle per la giustizia sociale, per il riconoscimento dei diritti civili, per la costruzione della democrazia e della pace. La proposta politica ecologista racchiude in sè una nuova e migliore prospettiva di vita per tutti, un progetto di futuro sostenibile, una risposta concreta alla crisi complessiva in atto. Una prospettiva ancora più necessaria in Italia con il centrodestra al governo e il centrosinistra indebolito e privo di un comune progetto di futuro sostenibile, alternativo al modello populista proposto dal centrodestra. Le ultime elezioni europee sono state per Sinistra e Libertà, e quindi per i Verdi italiani che ne hanno fatto parte, un fallimento come già un anno fa era accaduto alla Sinistra Arcobaleno. Il risultato delle europee è stato ancor più negativo rispetto alle elezioni politiche del 2008 perché, pur in assenza del richiamo al ‘voto utile’, i milioni di voti in uscita dal PD non sono stati conquistati neppure in parte da Sinistra e Libertà. Mentre, perciò, i Verdi italiani sono scomparsi per la prima volta dal 1989 dal Parlamento europeo, come era già accaduto per il Parlamento nazionale, in Europa gli ecologisti registrano uno storico successo elettorale da Nord a Sud. Infatti, i Verdi in Europa moltiplicano i voti e i seggi, superando il 10% in molti paesi; con straordinari risultati in Francia, Germania, Belgio, Danimarca, Lussemburgo, Finlandia, Svezia, Austria, Inghilterra, ma anche in Spagna e in particolare in Grecia, dove sono riusciti ad eleggere per la prima volta un parlamentare europeo. Nel novembre scorso, poi, i Verdi negli USA hanno raddoppiato gli eletti in centinaia di località, contemporaneamente alla vittoria di Obama. Siamo tutti chiamati a decidere con coraggio di far uscire i Verdi italiani da una situazione di inarrestabile declino e perdita di consensi, rilanciando nel paese un forte progetto ecologista popolare capace di dare una risposta, anche assumendo responsabilità di governo, alla crisi economica globale, ai cambiamenti climatici, all’aggressione al patrimonio e alle risorse naturali, ai diritti di tutti gli esseri viventi. Un progetto che metta al centro della propria azione la lotta alla povertà e ai cambiamenti climatici attraverso una programmata riconversione ecologica dell’economia e della società. Abbiamo per troppi anni rinunciato a parlare a tutti cittadini, per rivolgerci ad una parte limitata e ideologizzata della popolazione, dimenticando colpevolmente che le nostre tematiche sono universali e trasversali. Questo ha portato i Verdi ad essere interlocutori solo di parti limitate e non di tutti. Dobbiamo quindi lavorare per fare in modo che la questione ecologica diventi centrale nella politica e nella società del nostro paese, consapevoli che le nostre proposte sono già, in tutto il mondo, il motore per avviare una radicale trasformazione della nostra società e dell’economia, in un percorso culturale e politico di ricostruzione del senso di appartenenza ad una comunità quale soggetto collettivo. C’è un aspetto però che dobbiamo affrontare con risolutezza e che riguarda noi stessi, ovvero la nostra inadeguatezza. Non siamo stati all’altezza del compito e la deriva degli ultimi anni rappresenta un punto di non ritorno. E’ evidente che non possiamo avviare un simile ed ambizioso processo da soli. Dobbiamo, perciò, lavorare da subito per costruire una “rete ecologista” assieme a quel grande movimento di milioni di uomini e donne che - in migliaia di comitati, associazioni, pratiche comuni collegate tra loro - si occupano di ecologia, diritti, pace, nonviolenza, nuova economia, legalità, cooperazione internazionale e decentrata, democrazia. E tutto ciò recuperando alla causa militante ecologista quelle intelligenze che lavorano in questa direzione nel mondo della ricerca, della scienza, della cultura, dell’informazione e dell’imprenditoria. Dobbiamo metterci a disposizione di un nuovo percorso, favorendo e stimolando l’avvio nel paese di una fase costituente ecologista, che sappia anche mettere in discussione il vecchio modello di partito, per dare più spazio ad una politica di partecipazione e di democrazia, nel rispetto di un reale federalismo. Per favorire, come auspichiamo e ci impegniamo a fare, la nascita di un nuovo movimento politico ecologista, dobbiamo superare il modello politico e organizzativo della Federazione nazionale dei Verdi, per come l’abbiamo conosciuta e soprattutto per quello che è diventata negli ultimi anni. Questo non significa per noi in alcun modo liquidare l’esperienza dei Verdi, ma, al contrario, favorire nel nostro paese la nascita di una nuova soggettività politica ecologista, collegata all’esperienza verde europea. In questi ultimi mesi la dirigenza uscente della Federazione nazionale dei Verdi ha invece stimolato e favorito, senza alcuna legittimazione politica, la nascita dei coordinamenti di Sinistra e Libertà, non opponendo inoltre alcuna obiezione allo scioglimento di gruppi consiliari regionali verdi per formare quelli della Sinistra. A questa scelta, che ha anche prodotto la sostanziale invisibilità della presenza verde autonoma nelle recenti elezioni amministrative, l’Assemblea nazionale dei Verdi sceglie di dare una risposta immediata e determinata, dando voce a tutti i Verdi e a tutti gli ecologisti che non intendono sciogliersi in una formazione politica che ripropone simboli, linguaggi e contenuti già consumati tante volte nella vicenda politica della sinistra italiana. Sarebbe totalmente irresponsabile accettare passivamente che nel terzo millennio non esista più in Italia una forza ecologista autonoma e politicamente organizzata, considerata anche la marginalità a cui sono relegate le tematiche ecologiste nelle altre forze politiche. C’è bisogno di un grande movimento politico ecologista che sappia parlare, a 360 gradi, con tutti i cittadini, forte della propria identità culturale e consapevole della propria autonomia politica, ma capace anche di costruire alleanze e di portare la questione ecologica al centro della politica in Italia. Le grandi questioni come la pace nel mondo, il contrasto ai cambiamenti climatici, la lotta alla povertà e ad ogni tipo di discriminazione, la sicurezza alimentare, la lotta ad ogni tipo di inquinamento e al traffico, la tutela della salute, la giustizia sociale, i diritti dell’infanzia, la cura del verde, i diritti degli animali, la tutela della biodiversità, la politica energetica basata sulle energie alternative, sul risparmio e l’efficienza energetica e non sul nucleare, le politiche ecologiche per rilanciare l’economia e quindi l’occupazione attraverso la ‘green economy’, sono temi che riguardano tutti i cittadini e non solo una parte di essi. La costruzione di nuovi contenitori frutto solo di assemblaggi e di vecchie alchimie politiche è stata già punita due volte dagli elettori. Non dobbiamo preoccuparci del nostro futuro personale e particolare, ma del futuro dell’ambientalismo italiano e dell’ecologia politica. Per tutte queste considerazioni l’Assemblea nazionale dei Verdi italiani considera - conclusa la partecipazione dei Verdi a “Sinistra e Libertà”; - superata l’esperienza politica e organizzativa della Federazione nazionale dei Verdi italiani come l’abbiamo e come tutti i cittadini l’hanno conosciuta negli ultimi anni. I Verdi italiani scelgono di contribuire alla nascita di una Costituente Ecologista, mettendo a disposizione persone, mezzi, esperienze. Coerentemente e conseguentemente, l’Assemblea nazionale dei Verdi italiani decide di: - aprire una fase transitoria di gestione della federazione dei Verdi fino a gennaio 2010; - congelare a livello nazionale il simbolo del “Sole che ride” e assumere in via provvisoria il simbolo del girasole dei Verdi europei, fino a quando la Costituente Ecologista deciderà quale simbolo scegliere per il nuovo soggetto politico ecologista, fatta salva l’autonomia dei livelli regionali e locali di decidere quale simbolo presentare, in base al principio federalista; - eleggere in questa sede due persone, una donna e un uomo, con funzioni di portavoce nazionali e con il compito di: 1. promuovere un tavolo permanente nazionale di confronto tra tutti i soggetti ecologisti interessati (associazioni, movimenti politici, comitati, ecc.); 2. compiere una seria ricognizione della situazione economica dei Verdi e predisporre un piano di utilizzo delle risorse per favorire il nuovo percorso della Costituente Ecologista, che ne preveda la destinazione per 1/3 per al livello nazionale, 1/3 ai livelli regionali, 1/3 da destinare ad azioni legate all’ambiente e ai diritti, promosse dalle associazioni; 3. compiere una verifica dell’utilizzo dei contributo pubblico per l’editoria in rapporto alla finalità della Costituente Ecologista; 4. lanciare una forte campagna di auto-finanziamento. L’assemblea, inoltre, impegna le regioni ad - eleggere un Gruppo federale di coordinamento costituito da 42 persone - 21 donne e 21 uomini, due per regione e provincia autonoma - con il compito di: a. promuovere tavoli permanenti a livello regionale e di provincia autonoma, finalizzati al confronto tra tutti i soggetti ecologisti e tra tutti gli amministratori ecologisti; b. garantire il collegamento e il confronto inter-regionale e tra le regioni e la dimensione nazionale ed europea; c. promuovere iniziative politiche e di formazione, gruppi di lavoro tematici in stretto rapporto con le realtà locali e facilitare l’avvio di tavoli locali tra tutti i soggetti ecologisti; d. elaborare proposte di modifica dello Statuto e dei Regolamenti per renderli adeguati alla nuova fase del progetto ecologista. In relazione al tesseramento 2009 e alle organizzazioni verdi territoriali, l’Assemblea nazionale decide che: 1) il tesseramento 2009 prosegue fino alla fine di dicembre 2009 con quote invariate, ma senza più alcun limite minimo per il riconoscimento dei gruppi locali e senza più alcun collegamento tra la quantità di tessere e l’elezione dei delegati nazionali; 2) le attuali organizzazioni territoriali dei Verdi sceglieranno autonomamente le modalità per contribuire a livello locale all’avvio del percorso della Costituente Ecologista, ferme restando le indicazioni date da questa Assemblea nazionale. I componenti dei coordinamenti di riferimento per ciascuna regione si adopereranno per coadiuvare le realtà territoriali in questo percorso e per favorire la presentazione, alle prossime elezioni Regionali, di liste ecologiste aperte alle associazioni e ai movimenti. Entro il gennaio 2010 i Verdi italiani contribuiranno, insieme a tutti gli altri soggetti ecologisti interessati, alla convocazione della Costituente Ecologista per dare vita al nuovo soggetto politico ecologista. In accordo con gli altri soggetti ecologisti interessati, sarà promossa precedentemente una Convention ecologista di carattere politico-culturale, che potrà essere denominata “Stati generali dell’ecologia politica in Italia”. In una fase successiva, sempre in accordo con tutti i soggetti ecologisti interessati, verrà promosso un’ECOEXPO, con l’obbiettivo di raccogliere tutte le esperienze di carattere imprenditoriale, agricole e artigianali, con finalità ecologiche. L’Assemblea nazionale, infine, decide di avviare ai diversi livelli e coinvolgendo tutti i soggetti interessati, una raccolta di firme per dimezzare realmente i costi della politica senza incidere sulla rappresentanza democratica. L’Assemblea nazionale dei Verdi italiani rivolge a tutti i soggetti interessati, che condividano questa esigenza e questa speranza, l’invito ad avere il coraggio di osare, di rivendicare l’orgoglio ecologista e di operare tutti assieme per lanciare al paese, in una dimensione autenticamente europea, la nuova sfida verso la nuova Costituente Ecologista.

 
 
 

ANGELO BONELLI NUOVO PORTAVOCE

Post n°350 pubblicato il 11 Ottobre 2009 da verdi.tivoli

11 ottobre 2009

bonelli_fiuggi

Angello Bonelli è il nuovo Presidente dei Verdi Italiani. "Il coraggio di osare" è la mozione alla quale fa riferimento il nuovo leader dei partito ecologista. Una Grande Costituente Ecologista è il primo obiettivo.

Alla fine l'ha spuntata Angelo Bonelli, con 245 voti è riuscito a conquistare la carica di  Portavoce della Federazione Nazionale dei Verdi. In pochi se l'aspettavano, ma Angelo grazie ad un intervento forte e appassionato è riuscito ad ottenere i voti necessari per diventare presidente del partito. La linea politica dettata dalla seconda mozione “Il coraggio di  osare” si è dimostrata la più attraente per la platea della XXX Assemblea Nazionale.

Durante tutto il pomeriggio si sono alternati sul palco interventi a favore, o più spesso contrari, ad una o all'altra mozione. Di particolare importanza l'intervento di Bettin che con il suo carisma è riuscito ad incitare l'assemblea, portando le ragioni delle piattaforma ecologista, da lui proposta,  nel cuore della discussione. La risposta immediata di Fabio Roggiolani, intervenuto dopo di lui, non è stata di minore intensità ed ha aperto un confronto politico forte. Durante tutto il pomeriggio ha tenuto  banco la questione Pannella. Lo storico leader radicale, arrivato nel primo pomeriggio a Fiuggi per portare il proprio saluto all'Assemblea, ha condizionato lo svolgimento dei lavori. Sia chiaro, non per sua volontà, ma perché la presidenza non ha autorizzato il suo intervento per permettere al maggior numero dei delegati accreditati di intervenire. La presidenza ha voluto dare la precedenza allo svolgimento del dibattito sulle mozioni politiche che si  contendevano il controllo del partito. Da sottolineare come Cristina Morelli, prima di iniziare il suo intervento si fosse offerta di lasciare i suoi 5 minuti al compagno Radicale, ma anche questa strada non è risultata percorribile.

Verso le ore 20, finiti gli interventi dei due candidati alla presidenza, Angelo Bonelli e Loredana De Petris, si sono aperti i seggi per le votazioni. I 483 accreditati per il voto hanno così potuto scrivere sulla loro scheda gialla il nome del candidato che meglio rappresentava il futuro che ognuno di loro desiderava per la Federazione dei Verdi. Alle 21 circa l'inizio dello scrutinio con l'apertura dell'urna sopra il tavolo della presidenza. In diretta Web 2.0, su VerdiTV e Twitter, lo spoglio delle schede elettorali s'è svolto nel massimo della serenità, una platea silenziosa ha assistito trepidante alla lunga lettura di ogni singola scheda. Sotto il pala-tenda di Fiuggi si respirava l'aria di chi si sta giocando il proprio futuro per un pugno di voti.

A conclusione dello spoglio è risultato il più votato Angelo Bonelli con 245 voti a fronte delle 231 preferenze espresse nei confronti di Loredana De Petris. 

 

 

 
 
 

UN PONTE INSOSTENIBILE

Post n°349 pubblicato il 09 Ottobre 2009 da verdi.tivoli

08 ottobre 2009
ponte
Il Ponte sullo Stretto si farà costi quel che costi malgrado i morti malgrado i segnali di allarme che il nostro territorio ci invia, il Governo va avanti aspettando la prossima tragedia.....

Anche il capo dello Stato, dopo la tragedia annunciata di Messina, è intervenuto con parole molto nette: prima di realizzare opere faraoniche bisogna mettere in sicurezza il territorio. E tutti hanno pensato al Ponte sullo Stretto di Messina, l'opera simbolo del governo Berlusconi che costa 6,3 miliardi di euro. Nemmeno le esortazioni di Guido Bertolaso, capo della Protezione civile, hanno indotto una seria riflessione nel governo, quando ha detto che per rendere sicuro il nostro territorio e mettere un freno al dissesto idrogeologico servono 25 miliardi di euro e che bisogna smettere di costruire in modo abusivo parti di territorio e città.


Niente da fare, non servono i morti e non servono gli autorevoli interventi: il governo Berlusconi tira dritto sul progetto del Ponte sullo Stretto e non ritira il famoso Piano casa di cementificazione selvaggia, dell'urbanistica "fai da te". Tanto, è il ritornello ricorrente, Ponte, Piano casa, dissesto idrogeologico e tragedia di Messina sono cose diverse, che non c'entrano, e il ripeterlo in modo ossessivo è la miglior prova della "relazione".


Il governo ha ammesso di non avere i 25 miliardi necessari (come una manovra finanziaria) e che quindi il Ponte sullo Stretto può andare avanti perché in fondo costa "solo" 6,3 miliardi, che per il 60% verranno da fondi privati. Proprio in questi giorni è scaduto il mandato del commissario straordinario Pietro Ciucci, "l'uomo del Ponte " che è anche amministratore delegato della Società Stretto di Messina e presidente di Anas, che aveva il compito di presentare il nuovo piano finanziario evitando le forche caudine del Cipe.


Secondo le prime indiscrezioni uscite dai giornali, il progetto preliminare costa 6,3 miliardi di euro, sono prenotati 1,3 miliardi da Fintecna (ma erogati di anno in anno secondo le disponibilità della Finanziaria, come ha voluto il ministro Tremonti); il 40% dovrebbe provenire da risorse pubbliche e il 60% da capitale privato da ricercare sul mercato. è la solita favola che abbiamo contestato e vissuto con la Tav e le concessioni autostradali: che i privati siano disposti a rischiare capitale proprio per grandi opere.


Niente di più falso, e l'alta velocità ferroviaria, come in tutto il resto d'Europa, è stata pagata interamente con soldi pubblici e anche nel caso delle autostrade si è intervenuto con proroghe delle concessioni (per incassi sicuri) e con garanzie pubbliche di subentro alla scadenza delle concessioni.

08 ottobre 2009
ponte
Il Ponte sullo Stretto si farà costi quel che costi malgrado i morti malgrado i segnali di allarme che il nostro territorio ci invia, il Governo va avanti aspettando la prossima tragedia.....

Anche il capo dello Stato, dopo la tragedia annunciata di Messina, è intervenuto con parole molto nette: prima di realizzare opere faraoniche bisogna mettere in sicurezza il territorio. E tutti hanno pensato al Ponte sullo Stretto di Messina, l'opera simbolo del governo Berlusconi che costa 6,3 miliardi di euro. Nemmeno le esortazioni di Guido Bertolaso, capo della Protezione civile, hanno indotto una seria riflessione nel governo, quando ha detto che per rendere sicuro il nostro territorio e mettere un freno al dissesto idrogeologico servono 25 miliardi di euro e che bisogna smettere di costruire in modo abusivo parti di territorio e città.


Niente da fare, non servono i morti e non servono gli autorevoli interventi: il governo Berlusconi tira dritto sul progetto del Ponte sullo Stretto e non ritira il famoso Piano casa di cementificazione selvaggia, dell'urbanistica "fai da te". Tanto, è il ritornello ricorrente, Ponte, Piano casa, dissesto idrogeologico e tragedia di Messina sono cose diverse, che non c'entrano, e il ripeterlo in modo ossessivo è la miglior prova della "relazione".


Il governo ha ammesso di non avere i 25 miliardi necessari (come una manovra finanziaria) e che quindi il Ponte sullo Stretto può andare avanti perché in fondo costa "solo" 6,3 miliardi, che per il 60% verranno da fondi privati. Proprio in questi giorni è scaduto il mandato del commissario straordinario Pietro Ciucci, "l'uomo del Ponte " che è anche amministratore delegato della Società Stretto di Messina e presidente di Anas, che aveva il compito di presentare il nuovo piano finanziario evitando le forche caudine del Cipe.


Secondo le prime indiscrezioni uscite dai giornali, il progetto preliminare costa 6,3 miliardi di euro, sono prenotati 1,3 miliardi da Fintecna (ma erogati di anno in anno secondo le disponibilità della Finanziaria, come ha voluto il ministro Tremonti); il 40% dovrebbe provenire da risorse pubbliche e il 60% da capitale privato da ricercare sul mercato. è la solita favola che abbiamo contestato e vissuto con la Tav e le concessioni autostradali: che i privati siano disposti a rischiare capitale proprio per grandi opere.


Niente di più falso, e l'alta velocità ferroviaria, come in tutto il resto d'Europa, è stata pagata interamente con soldi pubblici e anche nel caso delle autostrade si è intervenuto con proroghe delle concessioni (per incassi sicuri) e con garanzie pubbliche di subentro alla scadenza delle concessioni.

08 ottobre 2009
ponte
Il Ponte sullo Stretto si farà costi quel che costi malgrado i morti malgrado i segnali di allarme che il nostro territorio ci invia, il Governo va avanti aspettando la prossima tragedia.....

Anche il capo dello Stato, dopo la tragedia annunciata di Messina, è intervenuto con parole molto nette: prima di realizzare opere faraoniche bisogna mettere in sicurezza il territorio. E tutti hanno pensato al Ponte sullo Stretto di Messina, l'opera simbolo del governo Berlusconi che costa 6,3 miliardi di euro. Nemmeno le esortazioni di Guido Bertolaso, capo della Protezione civile, hanno indotto una seria riflessione nel governo, quando ha detto che per rendere sicuro il nostro territorio e mettere un freno al dissesto idrogeologico servono 25 miliardi di euro e che bisogna smettere di costruire in modo abusivo parti di territorio e città.


Niente da fare, non servono i morti e non servono gli autorevoli interventi: il governo Berlusconi tira dritto sul progetto del Ponte sullo Stretto e non ritira il famoso Piano casa di cementificazione selvaggia, dell'urbanistica "fai da te". Tanto, è il ritornello ricorrente, Ponte, Piano casa, dissesto idrogeologico e tragedia di Messina sono cose diverse, che non c'entrano, e il ripeterlo in modo ossessivo è la miglior prova della "relazione".


Il governo ha ammesso di non avere i 25 miliardi necessari (come una manovra finanziaria) e che quindi il Ponte sullo Stretto può andare avanti perché in fondo costa "solo" 6,3 miliardi, che per il 60% verranno da fondi privati. Proprio in questi giorni è scaduto il mandato del commissario straordinario Pietro Ciucci, "l'uomo del Ponte " che è anche amministratore delegato della Società Stretto di Messina e presidente di Anas, che aveva il compito di presentare il nuovo piano finanziario evitando le forche caudine del Cipe.


Secondo le prime indiscrezioni uscite dai giornali, il progetto preliminare costa 6,3 miliardi di euro, sono prenotati 1,3 miliardi da Fintecna (ma erogati di anno in anno secondo le disponibilità della Finanziaria, come ha voluto il ministro Tremonti); il 40% dovrebbe provenire da risorse pubbliche e il 60% da capitale privato da ricercare sul mercato. è la solita favola che abbiamo contestato e vissuto con la Tav e le concessioni autostradali: che i privati siano disposti a rischiare capitale proprio per grandi opere.


Niente di più falso, e l'alta velocità ferroviaria, come in tutto il resto d'Europa, è stata pagata interamente con soldi pubblici e anche nel caso delle autostrade si è intervenuto con proroghe delle concessioni (per incassi sicuri) e con garanzie pubbliche di subentro alla scadenza delle concessioni.

Il Ponte sullo Stretto si farà costi quel che costi malgrado i morti malgrado i segnali di allarme che il nostro territorio ci invia, il Governo va avanti aspettando la prossima tragedia.....

Anche il capo dello Stato, dopo la tragedia annunciata di Messina, è intervenuto con parole molto nette: prima di realizzare opere faraoniche bisogna mettere in sicurezza il territorio. E tutti hanno pensato al Ponte sullo Stretto di Messina, l'opera simbolo del governo Berlusconi che costa 6,3 miliardi di euro. Nemmeno le esortazioni di Guido Bertolaso, capo della Protezione civile, hanno indotto una seria riflessione nel governo, quando ha detto che per rendere sicuro il nostro territorio e mettere un freno al dissesto idrogeologico servono 25 miliardi di euro e che bisogna smettere di costruire in modo abusivo parti di territorio e città.


Niente da fare, non servono i morti e non servono gli autorevoli interventi: il governo Berlusconi tira dritto sul progetto del Ponte sullo Stretto e non ritira il famoso Piano casa di cementificazione selvaggia, dell'urbanistica "fai da te". Tanto, è il ritornello ricorrente, Ponte, Piano casa, dissesto idrogeologico e tragedia di Messina sono cose diverse, che non c'entrano, e il ripeterlo in modo ossessivo è la miglior prova della "relazione".


Il governo ha ammesso di non avere i 25 miliardi necessari (come una manovra finanziaria) e che quindi il Ponte sullo Stretto può andare avanti perché in fondo costa "solo" 6,3 miliardi, che per il 60% verranno da fondi privati. Proprio in questi giorni è scaduto il mandato del commissario straordinario Pietro Ciucci, "l'uomo del Ponte " che è anche amministratore delegato della Società Stretto di Messina e presidente di Anas, che aveva il compito di presentare il nuovo piano finanziario evitando le forche caudine del Cipe.


Secondo le prime indiscrezioni uscite dai giornali, il progetto preliminare costa 6,3 miliardi di euro, sono prenotati 1,3 miliardi da Fintecna (ma erogati di anno in anno secondo le disponibilità della Finanziaria, come ha voluto il ministro Tremonti); il 40% dovrebbe provenire da risorse pubbliche e il 60% da capitale privato da ricercare sul mercato. è la solita favola che abbiamo contestato e vissuto con la Tav e le concessioni autostradali: che i privati siano disposti a rischiare capitale proprio per grandi opere.


Niente di più falso, e l'alta velocità ferroviaria, come in tutto il resto d'Europa, è stata pagata interamente con soldi pubblici e anche nel caso delle autostrade si è intervenuto con proroghe delle concessioni (per incassi sicuri) e con garanzie pubbliche di subentro alla scadenza delle concessioni.


 
 
 

Quell’elenco sinistro

Post n°348 pubblicato il 08 Ottobre 2009 da verdi.tivoli

 Ottobre 2009

 berlusconi lettoIn ordine sparso: è di sinistra la Corte Costituzionale, è di sinistra il Presidente della Repubblica, è di sinistra la Rai, è di sinistra Sky, è di sinistra il 72% della stampa italiana e il 100% della stampa estera, è di sinistra Angela Merkel, sono di sinistra i comici, sono di sinistra gli storici, sono di sinistra le toghe rosse, i giudici rossi, gli avvocati rossi e le procure rosse, sono di sinistra i cattolici che anzi sono catto-comunisti, sono di sinistra i poteri forti, sono deviati a sinistra i servizi deviati, sono di sinistra spezzoni di Hezbollah, è di sinistra il governatore di Bankitalia Draghi, è di sinistra la scuola che anzi è una fabbrica di consenso politico comunista, sono di sinistra gli studenti, sono di sinistra gli impiegati-fannulloni, sono di sinistra i pensionati che non arrivano alla terza settimana, sono di sinistra i sindacati, sono di sinistra le vittime dell’alluvione di Messina che fischiano, sono di sinistra gli arbitri che fischiano (contro), sono di sinistra Fini, Franceschini, Rutelli e D’Alema, è di sinistra Patrizia D’Addario ed è di sinistra Veronica Lario…

… però tutto il Paese lo appoggia! Vuoi vedere che è di sinistra pure Lui?

 
 
 

AL 52% MOZIONI CONTRO ESPERIENZA IN SINISTRA E LIBERTA';NEL NORD SUPERANO 80 %

Post n°347 pubblicato il 08 Ottobre 2009 da verdi.tivoli


Roma, 6 ott. - (Adnkronos) - Conclusa la fase dei congressi
provinciali dei Verdi. La mozione "Il nostro futuro", sottoscritta da
Cento- Francescato che propone il progetto politico di Sinistra e
Liberta' raccoglie il 48 % dei delegati, la mozione "Verso la
costituente ecologista "sottoscritta da Bettin-Boato-Bonelli che
dichiara conclusa l'esperienza di Sinistra e Liberta' raccoglie il
38,% dei delegati, la mozione "I nuovi verdi, per un nuovo
centrosinistra un nuovo ulivo'', che propone l'uscita da Sinistra e
Liberta' sottoscritta da Carrabs e altri raccoglie il 14, %.
Le due mozioni che entrambi propongono la fine dell'esperienza dei Verdi in
Sinistra e Liberta' raggiungono il 52,% de delegati.

''E' un primo importante successo in vista del congresso del
9-10-11 di ottobre che si terra' a Fiuggi -dicono Bonelli, Boato e
Bettin.
Nel Nord ( Toscana e Marche compresa ) la mozione verso la
costituente ecologista raggiunge il 68 % e insieme alla terza mozione
arriva a superare l'80 % dei delegati. Dai risultati dei congressi
provinciali emerge un chiaro stop al sostanziale scioglimento dei
Verdi in Sinistra e Liberta' e si afferma l'indicazione di proseguire
nel progetto della costituente ecologista collegato alla dimensione
dei Verdi europei''.
(Pol/Ct/Adnkronos)

 
 
 

LIPU, AZZERARE DDL SEN. ORSI E RIPARTIRE

Post n°346 pubblicato il 08 Ottobre 2009 da verdi.tivoli

ROMA, 7 OTT - 'E' una bocciatura nuova, clamorosa e riteniamo definitiva quella che, sul disegno di legge Orsi e le sue proposte di modifica, giunge oggi dalle Regioni e Province autonome italiane. Sembra inevitabile, a questo punto, che la Commissione Ambiente del Senato azzeri e ripensi tutto'.
Lo afferma la LIPU-BirdLife Italia in merito al documento approvato dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, con la sola eccezione del Veneto, e reso noto ieri, riguardo il disegno di legge di modifica della 157/92 di cui e' relatore il senatore Orsi.
'La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome - commenta Danilo Selvaggi, Responsabile rapporti istituzionali Lipu - ha assunto una posizione che, gia' emersa nelle audizioni parlamentari, oggi e' divenuta ufficiale: la legge 157 non si tocca, non si stravolge e si puo' migliorare solo sulla base di una seria analisi delle esigenze implicate e di una reale condivisione tra le parti'.
'Le regioni - prosegue Selvaggi - ritengono che il nucleo della legge 157 vada salvaguardato e che sia dunque respinta ogni ipotesi di capovolgimento del suo senso generale e del suo stesso impianto. Secondo le Regioni e' inoltre necessario, nello specifico, che si conservi lo schema normativo che disciplina il sistema delle aree protette, inclusa la Rete Natura 2000, cosi' come quello che recepisce le normative internazionali, e che si garantisca il pieno funzionamento dell'ex INFS, oggi ISPRA, a cui e' utile e possibile affiancare Osservatori regionali quali organi decentrati e non sostitutivi'.
'Di grande rilievo e' poi la necessita', affermata dalle Regioni, che ogni possibile riforma della legge 157 sia subordinata a un'esaustiva indagine sullo stato di applicazione della legge, senza la quale non solo la legge stessa e' violata ma ogni passo di riforma potrebbe risultare mal calibrato se non completamente errato. Indagine che ad oggi, e' bene ricordarlo, manca del tutto'.(ANSA).

 
 
 

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Post n°345 pubblicato il 07 Ottobre 2009 da verdi.tivoli

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