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Thailandia terra del sorriso? ne dubito (PRIMA PARTE)

Post n°42 pubblicato il 31 Agosto 2013 da marci1987
 

Si dice che la thailandia sia la terra del sorriso, tutti sarebbero sorridenti e cortesi. Io ho trovato solo sfortuna, persone scorbutiche e di sorrisi ne ho incontrati davvero pochi. Questa terra mi ha strappato piu lacrime che sorrisi. Ed eccovi, a distanza di 9mesi, le mie disavventure. Mi scuso in anticipo se il racconto si dilunga ma direi che ne vale la pena di leggere la mia odissea

16-17-18 novembre 2012

cartelli

Dopo un giorno di voli e scali arrivo finalmente atterro a Bangkok con il suo inconfondibile odore di umidità misto a cibo thailandese e smog mi penetrano nel naso. Ancora confusa e stanca dal viaggio esco dall`aeroporto per prendere un taxi, un signore locale, apparentemente addetto allo smistamento taxi, non mi fa nemmeno finire la domanda “taxi per il centro?” che gia mi indica quello sul quale salire. In auto, do le direzioni per l`ostello all`autista che nel frattempo mi da un listino dei prezzi prestabiliti: 2500baht (50euro) per la citta perché l’aeroporto è lontano e con il traffico delle sette di sera ci si impiega piu di un`ora. Avevo letto su internet che costava intorno ai 500baht massimo, ma sono troppo stanca per lamentarmi cosi mando giu l`amaro di aver gia speso 5 volte piu del previsto. E poi non posso mica chiedergli di farmi scendere, siamo nel mezzo di una super trafficata tangenziale/autostrada a 4 corsie. Dopo una decina di minuti accosta in una specie di piccola stazione di servizio e mi dice che proseguirò con un'altra macchina, una macchina qualsiasi, non un taxi. Mi chiedo perchè e dove mi porteranno con questo sistema, spero solo di arrivare sana e salva all`ostello. Per strada, donne che vendono un particolare tipo di abre magique alle macchine in coda, ovvero mazzi veri e propri di orchidee da appendere al volante; moto con 3-4 persone a bordo che superano da tutte le parti; moto con casse enormi che non si sa come facciano a stare in equilibrio.

lavaggio nel canaleuna delle vie principali pad thai buonooo

Arriviamo nella via del mio ostello ma il tassista non sa dove si trovi esattamente, cosi gli do il numero di telefono segnato sulla prenotazione per avvisarli che siamo in zona, ci rispondono che a breve verranno a prendermi. Passano i minuti e non arriva nessuno, il tassista e` nervoso e sembra che voglia abbandonarmi li in mezzo alla strada e arrangiarmi ma cambia idea, chiama di nuovo l`ostello che gli da indicazioni su come arrivare, cerca poi di spiegarmi con le poche parole che sa di inglese, che dovrò aspettare qui e qualcuno passera` a prendermi, ma come fanno a capire che sono io? Come faccio a capire chi sono quelli dell`ostello? Il tassista deve andare cosi mi lascia a un omino che guida uno dei tipici tuk tuk tailandesi. Questo capisce ancora meno di inglese, gli mostro l’indirizzo dell’ostello, che non dimenticherò mai per tutte le volte che l’ho dovuto ripetere quella sera: 218 Charkrapong Street. Non lo conosce, chiediamo ai suoi colleghi parcheggiati al lato della strada, c’è chi dice che è dall’altro lato della città chi invece dice che siamo proprio in zona ma nessuno riconosce il nome dell’ostello. Con il suo tuk tuk continuiamo a girare e rigirare le stesse vie, entro pure in un ostello a chiedere se lo consocono e la signora mi chiede in qualche modo se voglio pernottare li, “no, ho gia la prenotazione per tre notti in questo maledetto ostello che non si trova, sa dirmi dov’è??”, non mi capisce cosi la lascio finire di mangiare la sua zuppa in santa pace e me ne vado. L’omino del tuk tuk si ferma davanti ad altri ostelli ed hotel dicendomi “è questo no?”,

“noooooo il mio si chiama FEEL AT HOME BACKPACKERS (che tradotto significa “sentirsi a casa” ed è proprio il colmo). Ho le lacrime agli occhi, stanca morta dal viaggio, umidità pazzesca, gente che non capisce una parola di inglese, due ore che giriamo nella stessa zona a vuoto, comincio anche a pensare che l’ostello in realtà non esista e sono abbandonata chissà dove in una trafficata via di Bangkok. Troviamo finalmente un collega del mio omino col tuk tuk, dice che sa dov’è, lascio 50Baht al primo omino e mi trasferisco sull’altro tuk tuk scoprendo che il mio ostello è proprio dove il tassista mi aveva lasciata due ore prima, senza insegna, nascosto da impalcature di restauro.

 Odio tutti in quel momento, ma finalmente ho un letto.

Il giorno seguente, dopo aver recuperato un po’ di sonno e relax, esco per una visita nei dintorni. Appena fuori l’ostello ci sono dei mercatini con cibo locale, mi vengono sforzi di vomito per gli odori intensi a cui non ero abituata e prima di provare la cultura thailandese, preferisco cominciare con una colazione occidentale: cappuccino e brioche da Starbucks.

Per strada scopro piccole curiosità: la raccolta differenziata a quanto pare la fanno gli spazzini con le mani, tirando fuori dai bidoni quello che vogliono separare, disgustoso. Mangiare alle bancarelle in strada significa anche aspettarsi di trovare nel piatto capelli della signora che prepara il cibo o rametti caduti dagli alberi. Gruppi di anziani riuniti a guardare box tailandese nei vecchi televisori preparati sulla soglia di casa, altri che lavano nel fiume.

Fa caldissimo, bella idea camminare sotto il sole cocente del mezzogiorno. Raggiungo il palazzo reale dove ci sono vari templi con sommità dorate, cortili e ornamenti vari e un’enorme statua di Buddha sdraiato. Finita la visita al palazzo mi avvio verso l`ostello e per strada un`anziana signora mi porge 3 sacchetti di mais da dare ai piccioni come fossimo in piazza San Marco, ma rifiuto l’offerta e proseguo il cammino. Lei insiste, mi appoggia perfino le buste sulla borsa cosi le prendo e gliele restituisco ma lei furba tira indietro la mano cosi restano a me. Nella speranza di farla contenta e liberatmene, svuoto i sacchetti per terra senza fermarmi. Lei mi raggiunge e nelle poche parole di inglese che conosce mi fa sapere che ``3 sacchetti sono 450baht`` (ca. 10euro). ``Cosa?? 3 sacchetti 450? Ma nemmeno li volevo``. Insiste e mi si mette davanti per bloccarmi la strada. Inizio a preoccuparmi e per un attimo penso che possa tirare fuori un coltello o che mi aggredisca in qualche modo. Arriva pure un altro uomo a spiegarmi che ho usato 3 buste e sono 150 ciascuno. Le do solo 300 (e che se li faccia bastare! )e la mando letteralmente a...quel paese.

Non comincia per niente bene questa vacanza in Thailandia. Il tassista che si intasca 2500 , questa che me ne prende altri 300, l’ostello che non si trovava ed era sempre li dove eravamo. Tanta amarezza e ci si mette anche il meteo con temporali tropicali ogni giorno.

palazzo grandeBuddha sdraiatoBuddha sdraiato

Nel pomeriggio, sotto una pioggia torrenziale, entro in un‘agenzia viaggi per organizzare un po’ le mie tre settimane di viaggio. Avevo visto filiali anche in Australia, almeno so che e` un`agenzia conosciuta e i ragazzi che ci lavorano, capiscono l`inglese.  Faccio sapere al consulente le mie priorita`: mercato galleggiante, incontro ravvicinato con gli elefanti e godermi qualche spiaggia. Per 250 euro mi vende un tour di 2 giorni con visita al mercato, bagno con gli elefanti, aggiunta di visita al tempio delle tigri, un museo di storia e tutti i trasporti inclusi.

a bordo del tuk tukLa mattina seguente visito il mercato Chatuchak che raggiungo in bus con 13baht (0,nienteuro). Enorme, grande forse come uno stadio ma alla fine sono tutte bancarelle uguali: animali in gabbia, acquari, borse vestiti, cibo. Troppo grande e caotico, dopo un po’ mi annoio e in mezzora voglio uscire. Peccato che mi perda e chiedo una cartina del mercato al chiosco informazioni (evidentemente sanno che ci si perde in quell’enorme mercato) e mi ci vuole un`altra mezzora per capirmi e raggiungere la stazione metro con la quale voglio andare nella zona business con i palazzoni moderni e il Baiyoke Sky Tower, quello alto e famoso dal quale si può vedere tutta la città. In stazione c’è la coda alle macchine automatiche che accettano solo moneta. Quindi ci si mette in coda per lo sportello con persona umana dove penso di poter fare il biglietto ma in realtà cambia solo le banconote e con la moneta ci si rimette in coda alle macchine automatiche. 10 minuti di treno e arrivo nella zona business talmente caotica che mi passa la voglia di girare e voglio tornare allo’ostello. Cosi allo sportello informazioni a lato della stazione chiedo come tornare in Khaosan Road, la zona del mio secondo ostello e la signorina mi dice di prendere il bus 503. Scendo in strada e le fermate non hanno orari o numeri delle linee, non so nemmeno da quale lato della strada prendere il bus. Chiedo a un addetto alla sicurezza seduto li accanto, se sa del bus per Khaosan road ma non credo mi capisca, un suo collega mi dice di prenderlo proprio dalla fermata li davanti. Salgo sul primo bus e chiedo alla donnina che rilascia i biglietti se il bus e` diretto a Khaosan road, lei tutta impaziente e frettolosa mi fa segno che è dall`altra parte cosi appena posso scendo e cerco di attraversare quella strada a 4 corsie super trafficata. Arrivo all`altro lato della strada ma non capisco dove sia la fermata, chiedo ad un signore seduto sul suo scooter e lui mi offre un passaggio (sara` tipo un tassista illegale) rifiuto l’offerta e sfinita decido di salire sul primo vero taxi che mi porta direttamente alla maledetta Khaosan Road.


Cena thailandese ai mercatini di strada. Con 50 baht (1,50euro) si e` sazi. Lo stesso cibo, nei ristoranti poco piu avanti, costerebbe quasi il triplo. 

traffico mercatocarretti templi

19-20 nov

Oggi comincio il tour di 2 giorni. Un mini bus passa a prendermi con mezz’ora di ritardo e mi porta all’agenzia dove avevo prenotato. Ci sono altri 7-8 minivan e altri turisti in attesa di salire. In base alle destinazioni dei tour ci danno un adesivo colorato da attaccare alla maglietta e con quello gli autisti dovrebbero sapere/capire su quale van smistarci. Continuano a farci scendere e salire su altri mini van, non si decidono e si urlano tra di loro chissà cosa in thailandese. Con tutti i sali e scendi da un van all`altro il mio zaino è su uno degli altri ma mi assicurano che arriverà comunque all’accomodation in serata.. Spero.

Partiamo circa un‘ora dopo e arriviamo per le 10 al mercato galleggiante dove abbiamo a malapena un‘ora libera per visitarlo per conto nostro. Con delle barchette locali ci fanno poi fare una visita del villaggio. Veniamo smistati su altri camioncini e nessuno ci dice mai niente, in base al colore capiscono, ma anche noi vorremmo capire, noi turisti ci guardiamo l’un l’altro “dove siamo capitati, dove ci stanno portando”, “è questo il bus per il tour di due giorni e una notte?” “è questo quello per il tempio delle tigri?”. Dopo un’ora scendiamo in un ristorante per un pranzo al volo, neanche il tempo di finire il piatto che dobbiamo ripartire.

mercato galleggiantemercato galleggiantemercato galleggiante

Arriviamo al museo dove ci fanno pagare l’entrata ma io faccio notare alla guida che ho gia pagato tutti gli spostamenti ed entrate varie all’agenzia viaggi, quindi non voglio pagare due volte. La guida mi dice che mentre fa qualche telefonata per controllare posso andare a vedere il ``ponte storico`` perché con la visita al museo e il ponte abbiamo solo un’ora a disposizione. Concedo dieci minuti a questo ponte e torno al museo pensando di trovare l’omino con una risposta ma non lo trovo e il tempo passa. Nel caso lui tornasse non avrei piu comunque il tempo per visitare il museo. Non è tanto il fatto di entrare al museo, che nemmeno mi interessava ma era incluso nel tour, era il fatto di regalare soldi per niente nel caso avessi dovuto pagare di nuovo. La guida arriva tranquilla dalla sua pausa pranzo e mi dice che compresa nel prezzo che ho pagato era l’entrata ad un museo che  visiteremo domani, non quello di oggi, quindi devo pagare. Non sono sicura di quello che mi dice perché nel programma del tour non c’era nessun altro museo a parte questo. Ok Marcy non disperare, una volta tornata a Bangkok torni all’agenzia a chiedere il rimborso dell`entrata ad un museo mai visitato.

villaggio galleggianteponte ferroviarioalloggio galleggiantetratta in treno

Prima di salire sul bus e raggiungere il tempio delle tigri, la guida fa sapere che le donne devono avere pantaloni sotto le ginocchia e spalle coperte, io pensando che questo fosse nella seconda giornata del tour, oggi sono vestita in canotta e pantaloncini ben sopra le ginocchia viste le temperature, così voglio chiedere chiarimenti “il mio zaino è su qualche altro vostro pulmino, non ho i vestiti per cambiarmi” “si il tuo zaino è già all’alloggio”, “si ma non ho i vestiti per il tempio!” lui da uno sguardo veloce all’adesivo colorato che ho sulla maglietta e mi dice “no, tu fai il treno”, cerco di mantenere la calma, oggi non è giornata, tour iniziato con le guide che ci fanno salire e scendere dai pulmini, non sappiamo dove siamo diretti, il mio zaino è da qualche altra parte, devo pagare un museo che ho gia pagato e finisce pure che non lo visito nemmeno, la guida che mi da risposte incomprensibili e non crea una frase completa. Qui appena chiedi spiegazioni ti zittiscono. Conto fino a 10, lo fermo e gli dico “ascolta, il tempio lo visito oggi o domani?”, “domani” “ok, bene, a posto”. Non mi stavo godendo il tour per niente. saliamo finalmente sul pullmino per arrivare al tempio delle tigri e far scendere quelli che devono visitarlo oggi, gli altri vengono portati alla stazione ferroviaria “death railway” per fare un tratto di viaggio in treno. All’arrivo finalmente trovo il mio zaino ad aspettarmi su un altro dei pullmini, mi brillano gli occhi quando lo vedo. Veniamo smistati un`ultima volta per portarci ai vari alloggi in case galleggianti sul fiume, 18.30 cena tipica in gruppo, poi tutti si ritirano nelle proprie stanze galleggianti. Serata di noia e solitudine totale.

bagno con l'elefanteL`indomani è previsto per le 7.30 un bagno con gli elefanti. Tra i partecipanti al tour solo io prendo parte a questa attività, gli altri stanno ancora dormendo. Un omino thailandese mi dice di portare con me solo la fotocamera e nient`altro perché molto probabilmente mi bagnerò. Con una barchetta percorriamo il fiume per una decina di minuti raggiungendo un piccolo villaggio di persone ed elefanti. Credo sia la prima volta che vedo un elefante a distanza così ravvicinata ed è un’emozione ancora più bella salirci sopra e toccare la pelle ruvida. Accompagnata da un abitante del villaggio, scendiamo in riva al fiume dove l’elefante inizia ad immergersi nell’acqua tiepida e torpida del fiume, l’omino del villaggio nel frattempo scatta foto con la mia fotocamera. La cosa che non capisco è che che ordina all’elefante di immergersi gridandogli MUTLONG o qualcosa del genere, ma penso proprio che l’elefante sappia quando immergersi !! Comunque emozione molto bella fare il bagno con questo enorme pachiderma. Arriva un altro omino del villaggio con una macchina fotografica professionale e mi scatta un paio di foto, forse una foto ricordo per gli abitanti del villaggio quando vedono qualche turista? Dopo circa mezz’ora di bagno risaliamo al villaggio e mentre “parcheggiamo” l’elefante mi dicono che se mi è piaciuta l’esperienza, potrei lasciare una mancia e mi vorrei sotterrare quando dico che non ho soldi con me (visto che mi è stato detto cosi) e lo stesso vorrei fare quando una ragazza si avvicina con la foto professionale incorniciata chiedendo 100baht (2,50 euro). Un po’ dispiaciuti mi salutano e uno di loro mi riporta alla base dove dopo aver fatto colazione salgo sul pullmino insieme agli altri turisti per riprendere il viaggio. In strada, l’autista spericolato per evitare un motorino a bordo strada centra in pieno una mucca che stava attraversando.. fortunatamente aveva rallentato e non ha causato danni al povero animale che sarà andato subito a cambiarsi i pantaloni….

bagno con gli elefantibagno con l'elefante

in posa ?Sosta di circa un ora al suggestivo parco delle cascate Erwan e infine raggiungiamo il tempio delle tigri, in realtà non ero interessata ma il ragazzo dell`agenzia dove avevo prenotato il tour mi ha incluso anche questa visita. Si tratta di un canyon con un recinto e all’interno una decina di tigri sparse per il canyon... legate a delle catene! All’entrata c’è un monaco seduto al quale le donne non possono rivolgere parole, non possono toccarlo e devono abbassarsi per non superarlo in altezza. Le tigri sono sdraiate, tranquille, credo siano sedate ma all’entrata c’è un cartello che spiega che le tigri in realtà sono cosi tranquille perché fin da cuccioli sono state abituate a convivere con l’uomo quindi non hanno problemi. Mah, fidiamoci. All’entrata ci sono due tipi di code d’attesa per fare le foto con le tigri, chi vuole fare una foto di gruppo per massimo 6 persone alla volta deve pagare 1000 baht, gratis invece per chi entra singolarmente. Per entrare bisogna aspettare ovviamente il proprio turno che equivale al momento in cui ben DUE addetti al parco mi si avvicinano, uno prende la mia fotocamera per scattarmi le foto, l’altro mi tiene per mano (per motivi di sicurezza) avvicinandomi alle tigri.

Erawan waterfallsErawan waterfallsErawan waterfallstigri

Il mio tour finisce e dopo circa 3 ore di bus veniamo riaccompagnati alle varie accomodation a Bangkok dove arriviamo in tarda serata. Faccio il check-in un terzo ostello gestito da simpatici ragazzi indiani . I letti sembrano galleggiare in aria quando ci si sale, non credo siano tanto stabili le 4 gambe, ed il materasso è duro come fosse legno e la finestra da proprio su una delle vie principali trafficate a tutte le ore. L’indomani diluvia, quindi mi dedico a relax e nullafacenza e faccio un salto in agenzia a farmi rimborsare il costo del museo che non ho visitato. Mi restituiscono i soldi scusandosi perché ogni tanto capita confusione e disorganizzazione tra le varie guide. Ah, bene!

la bontà infinitaAlle 18 prendo il pullman notturno diretto al nord, Chiang Mai, dove arriviamo intorno alle 7 della mattina successiva. Il check in all’ostello è alle 13 quindi lascio i bagagli e faccio una passeggiata mattutina per il centro città sotto un sole cocente e finalmente inizio a prendere un po’ di colore. La città non mi attira più di tanto, in realtà è un punto di partenza per chi prende parte ai tour dell’estremo nord della Tailandia, non previsto nel mio programma di viaggio perché non ho abbastanza tempo. La cosa che mi colpisce veramente è la cena che faccio al mercato notturno: riso con gamberi e verdure , il tutto presentato all’interno di una mezza ananas. Bontà infinita.

..segue nella prossima pagina..

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