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Thailandia terra del sorriso? ne dubito (SECONDA PARTE)

Post n°43 pubblicato il 31 Agosto 2013 da marci1987
 

22 nov

Altra giornata di totale ozio misto a noia aspettando il primo pomeriggio per prendere un taxi e cercare di negoziare il prezzo di della tratta fino all’aeroporto dove ho il volo alle 17 per tornare a Bangkok. In aeroporto leggo sul tabellone che molti voli partono in ritardo e tra me e me dico “per fortuna che il mio non è tra questi”. Ultime parole famose perché dopo un po’ si sente l’annuncio all’altoparlante che anche il mio volo partirà dopo 2 ore. Il volo di circa un’ora è pieno di leggere turbolenze e quando inizia l’atterraggio piango lacrime di sollievo da tutto quello stress. Non avevo mai avuto paura di volare: negli ultimi due anni avrò preso una trentina di voli, e pensare che uno dei miei lavori ideali sarebbe stato proprio l’assistente di volo! Ma da quando ho sudato freddo e paura su un volo Perth-Singapore (giugno 2012) con forti turbolenze che preoccupavano perfino le hostess di volo, da allora non vedo l’ora di scendere dall’aereo il prima possibile.

Arrivata a Bangkok chiedo come raggiungere il centro città e mi viene detto di prendere il bus 59 da uno dei marciapiedi segnalati. Come al solito non ci sono orari segnati, non so a che ora passerà e se passerà. Finalmente dopo circa mezz’ora appare il bus e bisogna salire quasi al volo perché l’autista si ferma a malapena e una volta a bordo chiedo alla donnina addetta ai biglietti quanto costa e se è diretto al centro città, lei semplicemente mi zittisce e fa cenno di sedermi. Cerco di capire dove siamo, cercando qualcosa di familiare, un edificio, un centro commerciale, una fontana per potermi collocare nel tempo e spazio. Chiedo alla donnina quanto manca, giusto per curiosità e lei mi fa cenno con la mano come per dire “ehhhh ancora tanto”. Circa un’ora dopo finalmente riconosco la zona fuori dal finestrino, ci sono passata a piedi nelle mie passeggiate quidni l’ostello non deve essere lontano. La donnina sparisce e non posso chiederle quale sia la fermata giusta così scendo seguendo il mio intuito. So di essere vicina all’ostello ma non capisco da che lato del quartiere, tutta colpa dell’enorme rotonda da attraversare che mi scombussola l’orientamento. Chiedo ai passanti che mi danno indicazioni opposte, sono stanca dal viaggio, accaldata e voglio solo quel maledetto ostello che finalmente raggiungo dopo circa un’altra ora di camminare a vuoto. Solitamente mi piace perdermi e scoprire nuove strade, nuove zone, ma deve capitare nel momento giusto, non in tarda serata , stanca dal viaggio e con un caldo soffocante.

Le isole

isola Kho Tao.

aspettando il traghettoAlle 19.30 parte da Bangkok il bus notturno diretto al sud e raggiungere in 12 ore Surat Thani, punto di partenza per il catamarano che mi porterà all’isola di Kho Tao. Qui cielo nero e pioggia torrenziale, l’ostello è nel nulla immerso nella jungla a 10 minuti di taxi (fuori strada enormi dove ci si siede fuori insieme ai bagagli, anche sotto la pioggia). Non c’è nemmeno una reception per i nuovi arrivi e tantomeno la wifi per internet e tutti gli altri ragazzi se ne stanno sdraiati nella zona comune in religioso silenzio, chi legge, chi scrive sul diario, chi dorme. Solo fango, mosche e zanzare. Nella mia stanza trovo 3 gattini di pochi giorni che riescono a farmi tornare un po’ il sorriso dopo tutte queste peripezie.

ostelloi tre gattinie la pioggia continuala spiaggia

Avevo prenotato 2-3 isole nella speranza di trovare sole, spiagge e abbronzatura, non il diluvio universale. Nel primo pomeriggio smette di piovere e provo a fare un giro al villaggio e a vedere la spiaggia, tempo di rientrare in ostello che torna la pioggia. Credo sia il giorno più triste in assoluto con l’accumularsi del nervoso e delusione per questa vacanza andata male. Verso sera esco per vedere il tramonto in spiaggia ma torna il diluvio cosi mi riparo in un ristorante dove ordino pad thai che non riesco a mandare giù per il nodo alla gola di tristezza. Torno in ostello ed è pure saltata la corrente fino all’indomani.

isola Kho Samui

spiraglio di sole?Diluvia ancora. Il taxi-fuoristrada torna a prendermi e portarmi al porticciolo dove aspetto il ferry per l’isola Kho Samui. Si prevede brutto tempo per tutta la settimana su questa costa. Phi Phi Island e Phuket, che sono sull’altra costa, saranno meglio. Spero.

Per il mare mosso il traghetto arriva in ritardo. Non ci sono posti per tutti al coperto, cosi ci mandano di sopra, nella zona all’aperto dove ci sono degli sgabellini di palstica. Il mare è mossissimo e ci danno sacchetto per il vomito. Gli sgabellini scivolano da una parte all’altra, ho davvero paura di saltare fuori dal traghetto visto che non ho possibilità di attaccarmi a niente cosi preferisco stare in piedi attaccata alla ringhiera della scala per due infinite ore di navigazione. Tanta gente che vomita. Veniamo ancora una volta smistati nei vari pullmini che ci aspettano all’arrivo e vengo portata all’alloggio con 6 stanze senza finestre dove all`entrata ci sono bandiere italiane. Il proprietario è un giovane ragazzo italiano, mi sento un po’ piu rassicurata forse perche c’è un compatriota. Faccio un giro nei dintorni, negozi, ristoranti e un festival in riva al lago di fronte alla guesthouse.

festival in riva al lagofestival in riva al lagola spiaggia finalmente

In piena notte sento un paio di persone vomitare in bagno, qualcuno deve aver fatto baldoria. Il giorno dopo una pioggia torrenziale mi costringe a restare all`alloggio. Vado alla reception per connettermi a internet perche` la wifi non funziona nella mia stanza, troppo lontana. La reception la trovo misteriosamente ancora chiusa e mi viene detto che il motivo è perche il ragazzo italiano ha bevuto troppo e non si e` ancora svegliato. Torno a letto fino a quando smette di piovere e posso andare a vedere la spiaggia che con questi nuvoloni e scrosci di pioggi non sembra niente di che. Noia tutto il giorno e la sera ceno ai banchetti del festival in riva al lago per soli 50centesimi. Durante la notte piove a dirotto e inizia a piovermi sul letto dal soffitto. Devo mettere il cestino sul letto ed un asciugamano per attutire il rumore delle gocce che scendono. Non ho piu parole.

Disperata inizio a pensare che non ce la posso fare di farmi altri due viaggi in barca (per visitare le prossime due isole gia` prenotate) con il tempo che c`e` e perdere altri 10 anni di vita dopo l’esperienza del traghetto in mare mosso. Penso di prenotare un traghetto che da quest`isola mi porta direttamente alla mia ultima destinazione, Phuket, senza passare da Phi Phi Island, spendendo qualche giorno in piu a Phuket. Però il fatto di aver gia sprecato abbastanza soldi con il taxi del primo giorno ecc, e dover perdere i soldi del traghetti, mi fa pensare e ripensare. Ci penso a lungo. Nel frattempo smette di piovere e il tempo migliora, chissà che le tratte in mare con il traghetto siano meno pesanti? Phi Phi Island sia allora.

Mi godo l’unica ora di sole che esce fuori e faccio un giro in spiaggia e le mie gambe iniziano pure ad abbronzarsi. Serata in ostello chiacchierando con italiani amici del proprietario e imposto la sveglia per la mattina dopo alle 6 quando passera il bus per portarmi al porto.

Phi Phi Island

Per caso, mi sveglio nel cuore della notte e guardo l’ora, scopro che il mio cellulare è andato, non si accende piu. E come mi sveglio la mattina senza perdere il bus?? Sento voci dalla reception e fortuna che Luigi, il ragazzo italiano è ancora li e gli chiedo se ha una sveglia perche’ non voglio perdere il bus. Gentilissimo mi presta il suo cellulare e imposta la sveglia per le sei, anche se non riesco piu a riaddormentarmi. Lascio il telefono sul letto con un post it per ringraziarlo infinitamente del suo aiuto.

Il minivan arriva in ritardo perche non sapeva dove fosse l’accommodation e stavo gia iniziando a preoccuparmi di aver perso il transfer al porto. Qui mi viene detto di pagare il traghetto anche se mi era stato detto che era gia` incluso, ma decido di non pormi piu altre domande. Traghetto fino alla terra ferma, bus fino all`altro lato della penisola per prendere un altro traghetto fino a Phi Phi Island. Nel frattempo mi viene anche l’illuminazione per l’idea di un tatuaggio pieno di significato dopo tutte queste disavventure di viaggio ma non solo, “never give up”(mai arrendersi) sulla spalla. L’idea c’è, i soldi no, quindi ci ripenserò una volta tornata a Perth.

meraviglia su Phi PhiFinalmente arrivo sulla famosa aPhi Phi Island, piccolo villaggio turistico pieno di ristoranti, negozietti, zanzare e caldo soffocante. Il cellulare torna misteriosamente a funzionare. Appena scesa dal traghetto mi viene detto che il mio ostello è lontano da qui, forse 25 minuti, non ci sono taxi né bici, si cammina e le valigie te le trasportano con dei carretti, gli stessi con cui vedo trasportare in giro giovani ragazze svenute forse dal troppo caldo o dal troppo alcool della sera prima. Scopro alla fine che l’ostello è a soli 10 minuti, probabilmente hanno una concezione delle distanze totalmente diversa.

tramonto su Phi PhiPhi Phi

Ultimi giorni.

spettacooIl cellulare muore di nuovo, e per sempre. Passo finalmente due bellissime giornate di sole in spiaggia, temperature perfette e panorami da cartolina. Con qualche ora di sole mi abbronzo un sacco ma mi ustiono di brutto spalle e petto con tanto di vesciche che mi provocano un dolore infinito, da lacrime agli occhi, nel portare lo zaino in spalle dall’ostello al porto, dove aspetto il traghetto per Phuket.

Arrivata a Phuket altre lacrime, ma di gioia e sollievo questa volta: tutta questa disavventura tailandese è finalmente agli sgoccioli e mancano solo tre giorni al mio ritorno a Perth.

L’ostello è grande e pulito e vengo accolta in un modo molto positivo e amichevole. Proprio quello che mi ci voleva per concludere questa vacanza in bellezza.

Decido di visitare Patong Beach, il bus passa proprio davanti all’ostello, ad ogni fermata il mezzo si riempie sempre di piu e siamo strettissimi quasi uno in braccio all’altro come una scatola di sardine. Un’ora a passo d’uomo per percorrere una ripidissima salita seguita da una ripidissima discesa e finalmente si intravede il mare. La spiaggia è un po’ come la nostra Rimini, solo tanti ombrelloni, lettini e negozi. Pranzo in un ristorante dove al momento del conto cercano di farmi pagare 30baht in piu ma glielo faccio notare e si scusano dicendo che mi era stato dato un vecchio menu con prezzi non aggiornati. Concludono comunque restituendomi la differenza. L’indomani visito Karon Beach che non si differenzia molto da Patong se non per qualche albero in piu vicino alla spiaggia.

Phuket, busPatong Beach


Altre piccole curiosità prima di volare a PerthVedo tanta gente locale con infilato un flaconcino di qualcosa di misterioso nel naso; c’è un traffico incredibile, nessuno si ferma o si sposta per far passare, nemmeno quando il semaforo per i pedoni diventa verde. Per rispondere “prego” ad un mio grazie usano la parola “TUTTO BENE”, in italiano vero e proprio. Chissà chi gliel’ha insegnato.

si torna a Perth

 

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