UN MONDO IN ROVINA

Ogni giorno, un episodio del mio nuovo libro

 

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SIETE DISPOSTI A GIRARE UN CORTO?

Avevo pensato di far diventare questo ''libro'' un corto. In pratica la mia idea è questa: ripresa fissa del diario (che diventa il protagonista), le mani che scrivono ogni tanto, rumori, la luce che si accende e si spegne, le pagine che girano, una voce narrante che dice cosa sta scrivendo il personaggio, suoni di bombe che interrompono la scrittura, oppure il tremare delle mani o il fermarsi in determinati passaggi a toccare altra roba sul tavolo...tipo nel momento della radio, tutto fermo, mani girano la manopola della radio, la spengono, e poi scrivono della radio. Se siete interessati, fatemi sapere.

 

 

LA FINE DEL MONDO

Post n°116 pubblicato il 15 Dicembre 2008 da cristiano.cannata
 

2012, Distretto di Camus, h. 17.00

Dialogano intorno al tavolo. Seduti, tranquilli e rilassati come una vera famiglia.

Il giovane, con le mani sulle ginocchia, fremente di energia e forza. La giovane, abbarbicata sullo spigolo della seggiola, come fosse l'ultimo baluardo a difesa del suo animo, un'interiorità di cui si vergogna senza ragione. I due vecchi, appollaiati vicini vicini, stretti in una morsa d'affetto intorno alle spalle. Un lungo abbraccio gelido e lontano. Come il protrarre neutro dell'una nell'altro, e la fuga non riuscendo a compenetrare i propri spiriti.

L'ospite, un uomo sulla trentina, sorride ad ogni battuta. Bofonchia nella sua barbetta da intellettuale. Non troppo folta, non troppo rada. Curata al minimo dettaglio come gli studi che ha dovuto frequentare. Un saccente, una di quelle persone che sanno sempre cosa dire nonostante sappiano di non saper molto in realtà.

Stringe tra le mani goffe un libro. Palmi delicate, di chi mai ha toccato una zappa, un taglierino. Per carità, la sola idea gli farebbe scendere un lungo brivido lungo la schiena.

Parlano, o tentano di farlo. In verità, la ragazza se ne sta lontana, spazia con la mente luoghi irraggiungibili a quel suo esile fisico stretto sullo schienale della sedia. Vorrebbe volarsene via, esiliarsi da quell'incontro indesiderato a cui è stato costretta dai genitori.

I genitori ascoltano e ribattono talvolta con dichiarazioni assurde e fuori luogo, gli altri fanno finta di nulla e soprassiedono. Ma ai vertici del tavolo, tra un estremo e l'altro, si combatte una battaglia. Sguardi si incrociano, si battono, si spezzano, si abbassano. Il ragazzo fissa il savio proporre discorsi sempre più improbabili. Curioso, deluso, adirato da quella ingiusta sicurezza. Lo scrittore, perchè questo rivela di essere, controbatte mirando, nei suoi discorsi, sempre più in alto. Che ne può capire una famigliola, seppur benestante, ma certo abituata ad un mondo fatto di massmedia più che influenti e di immagini impresse come idee nelle menti, di giustizia, libertà, sistemi economici? Nulla. Può solo ascoltare le sue sconnesse e illogiche idee e bofonchiare qualche risposta.

Si solletica il pizzo sotto il duro mento brufoloso, l'intellettuale. Osserva quegli occhi che non si piegano, che non vogliono arrendersi alla sua sicura fermezza. Lo solleticano, aprono un sorriso di sfida nel suo viso raggrinzito ed affamato.

Intorno a loro, il giardino. Un immenso, enorme giardino. Erba tagliata come i capelli di una recluta. Lontano, pesanti ed ampi muri d'edera ad allontanare il mondo da chi non vi vuol vivere. Il vento che spazza leggero i fili verdi, li solletica, li fa danzare a terra come formiche. Copre i piedi degli interlocutori, parla alle loro orecchie. Il cielo viola riluce di una particolare ebrezza. Non è un giorno comune, nemmeno per i due grandi soli che bruciano la terra. Un'incredibile cupola di violetto e bianco che copre le teste di chi vi passa sotto, mentre uccelli festanti ballano al suono dell'accoppiamento.

- Insomma, dicevo, non c'è giustizia senza ingiustizia, come non c'è bene senza male. Non possiamo eliminare i criminali semplicemente perchè eliminando loro non capiremmo più chi lo è davvero - suggerisce con la potente voce lo scrittore, lasciando il libro sulle intarsiature del pallido legno e grattandosi una mano nell'altra.

- Già, vero. Che ne dice di una bella bibita calda, signor Pember? Comincia a spirare un vento non certo mite - aggiunge sorridendo la prima testa dell'idra genitoriale. La donna sorride, stringendo le dita del marito tra le sue.

- Certo, certo. La mia gola avrebbe bisogno di un certo sollievo, signora Gale

- Allora vado subito - conclude lei, abbandonando lentamente le dita del compagno. Si solleva dalla sedia, osserva il figlio, gli fa un cenno con la testa. Il sorriso diventa per un attimo una severa espressione. Il ragazzo fa finta di ignorarla, per poi rispondere con la medesima reazione.

Silenzio. L'odore dell'erba sul viso dei presenti, il rumore sottile di un mobile vento nelle loro orecchie. Spazza via l'inquietudine del ragazzo, lo inebria per un momento. Si accarezza la guancia fredda, la riscalda, la coccola. Quindi, parte.

- Dunque lei...ha scritto un altro libro - afferma, passandosi il palmo sul mento.

- Esatto. Beh, in realtà è più n saggio su cosa sia in realtà il concetto di giusto. D'altro canto, un libro non è altro che una raccolta di parole sfuse. Chiunque potrebbe raccogliere dalla sua mente un migliaio di lettere e scrivercele sopra - risponde lo scrittore, mostrando tronfio il suo orgoglio.

- E..di cosa parla? - domanda il ragazzo, quasi facendosi beffa di tutta quella logora descrizione.

Un minuto di silenzio. Colpito e affondato nell'animo, il muro di sicurezza dell'intellettuale crolla come un castello di carta. Non sa se pensare a quanto improbabile sia questa convivenza, a quanto idioti siano i propri interlocutori o a quanto poco furbo sia lui stesso. Si chiude su sé stesso, si logora. Non riesce nemmeno a tenere più quello stesso sguardo.

Socchiude le labbra, e propone la più improbabile delle soluzioni. Ecco di che parla il libro - Di Vendetta. Solo di Vendetta

 
 
 
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INFO


Un blog di: cristiano.cannata
Data di creazione: 11/07/2008
 

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ULTIMI COMMENTI

LA FINE
Inviato da: puzzle bubble
il 08/05/2012 alle 16:41
 
grazie per il commento ma...è oslo un brano del mio libro...
Inviato da: cristiano.cannata
il 05/11/2008 alle 15:21
 
l'unica via di crescita e' l'errore...
Inviato da: elly3.e
il 05/11/2008 alle 15:08
 
grazie :) non ne ricevo tantissimi di complimenti...
Inviato da: Anonimo
il 26/10/2008 alle 15:16
 
Veramente bello, davvero. Niente da aggiungere; ogni parola...
Inviato da: ParticuLaura
il 25/10/2008 alle 16:57
 
 
 
 

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