Un pò di me

quando due persone si amano mai mettersi in mezzo


In quel ramo del lago di Como c'è un freddo che gela ogni uomo: tra promontori, boscaglie e torrenti ti treman le palle e ti sbattono i denti, addirittura nel borgo di Lecco la Sammontana ci fa il Maxistecco. Un freddo mattino, Abbondio il curato, camminava pianino perchè anchilosato, si procacciava il suo poco salario con un monte di seghe e poco breviario; ma nonostante cappello, sciarpa e guanti rimase diacciato con i Bravi davanti. E il Bravo : "Fermati, che a culo hai la faccia, apri le orecchie a questa minaccia! C'è Don Rodrigo il nostro signore che ha voglia di sesso ogni due ore ed ha deciso che vuole un bambino dalla ragazza di Tramaglino... quindi pretaccio... no al matrimonio senno' scateniamo un pandemonio!" Abbondio rispose con poche parole: "Dite a Rodrigo che faro' quel che vuole". Il curato entro in casa e scanso' le vivande perchè piene di merda avea le mutande, racconto' alla serva ubbidiente la cattiveria di quel prepotente; fu la Perpetua a dir : "Che crudele!" mentre solerte gli puliva le mele. Il prete l'indomani parlando latino prendeva in giro il poero Tramaglino, che irato sbotto' : "Ti infilo nel frigo!" Abbondio s'arrese : "Lo vuole Rodrigo! Non lo posso fare il matrimonio... senno' e mi mettano in pinzimonio!" Renzo usci' furente sbattendo la porta e andò al negozio a disdire la torta poi racconto' tutto alla demente Lucia che consiglio' tutti di pregare Maria. Le speranze non eran che rimasugli... poteva qualcosa Azzeccagarbugli? Ma questi disse a Renzo : "Io... un vo' beghe ! Dai retta figliolo, fatti tre se**e". Ma la coppia promessa non s'era arresa ed architettò delle nozze a sorpresa, un'azione di forza per gente decisa : niente rinfresco, prima notte ad Incisa. Entrarono in chiesa e nel buio assoluto volaron pestoni, gambette ed uno sputo; atterrito Abbondio cerco' di scappare e Renzo si scaglio' dritto sull'altare, sbaglio' pero' presa e agguanto' Gesù Cristo, il prete fuggendo: "Un ti sposo... hai visto!" Successe un putiferio in tutto il paese e fu la Lucia a farne le spese: spalla lussata, versamento a un ginocchio ed un disgustoso catarro in un occhio. Si recarono quindi dal Padre Cappuccino che organizzo' la fuga evitando casino: si mimetizzarono come camaleonti e con varie bestemmie salutarono i monti. Che notte per Renzo : ne' fica ne' ano, Lucia partì per Monza e lui per Milano. La sposa promessa tra il freddo ed il vento giunse stremata fino ad un convento, dove comandava una tale Gertrude, la porcona-monaca con vulva che prude che godeva a Monza, il Manzoni accenna, facendosela scicanare da Prost e da Senna. Appena Rodrigo udì dell'accaduto mollo' una cureggia e tiro' un grosso sputo, urlo' agli scagnozzi : "Voglio Lucia Cercatemela e portatemela, ovunque sia!" Nel frattempo a Milano giungeva lo sposo poco contento e abbastanza furioso, ragionava tra se' : "Ma mondo stoppino... non trombo Lucia e qui fo' il cretino!". Ma giunta era l'ora di far colazione ed agognando Renzo un bel bombolone si reco' presso il Forno alle Grucce.... Borda! Briosce per aria come cartucce peggio della guerra di' quindici-diciotto volavan panini, schiacciate e un biscotto; la gente mirava davvero a far male sette contusi per un filone integrale. Dopo un paio d'ore arrivarono i celerini che sedarono il tutto tirando crostini. Renzo si rifugio' in un'osteria e si sbronzo' alla facciaccia di Lucia. Avrete gia' inteso che allora a Milano c'era la crisi della farina e del grano ma il poero Renzo sapeva un'accidenti che li' scarseggiavano questi frumenti. Passeggiava pe' i' centro con un sacco gigante quando fu controllato da una volante, fu perquisito e di poi arrestato : detenzione e spaccio di cantucci di Prato. Ma non finisce qui l'avvincente romanzo, Renzo scappò verso l'ora di pranzo: "Quasi quasi vo' a Bergamo, si' la città l'è brutta, speriamo almeno un' si tirin la frutta! Proprio di mele c'ho dietro du' torte... se mi piglian stavolta c'e' la pena di morte!" Don Rodrigo in tachicardia senza il bambino della Lucia, esclamò : "Perchè non c'ho' pensato? Basta che avverta l'Innominato!". Parti' al galoppo, valicava ogni valle una mano alle briglie ed una alle palle e appena il cavallo casco' sulla ghiaia apparve il cartello "Villa Calcinaia". Rodrigo all'Innominato : "Mio amicone, con speranza ti chiedo 'sta commissione Rapiscimi Lucia, tranquillo e con calma se non la trovo mi verrà il cardiopalma!" L'Innominato con cinque teppisti entro' nel convento senza esser visti : da tutte le suore Lucia era appartata il Grifo la vide e le diede una bastonata, la colpi' con forza, un po' sotto il collo, lei si squagliò come il pane in ammollo. Per più di sei giorni la poera Lucia rimase sdraiata per l'anestesia; la poveretta piangeva, piangeva e pregava: "Madonna... fo' un voto... nessuno mi tocca, rinuncio ad ogni uomo, niente buonismo da qui finche' non muoio solo onanismo!". Cosi' lei giuro' sperduta nel Chianti quando le apparve l'Innominato davanti: "Poera Lucia, ti vedo un po' pesta, che hai fatto alla spalla e li sulla testa Davvero mi vergogno e ti chiedo scusa... non chiamo Rodrigo e ti mando a Ragusa!". Ma lei torno' al paesello natale e nel borgo scoppio' un gran carnevale: baci ed abbracci, strappi di camicia... nemmeno in curva quando c'era Derticia, ma si blocco' di colpo la città quando seppe del voto di castità. Lucia grido' : "Che Renzo si metta in pace... il suo augello lo piglio solo alla brace!". Milano intanto senza che si sapesse fu colpita da una forma di aiddiesse: i rotoli di carta furon presto esauriti e la gente si puliva il culo coi diti. Il contagio avveniva stringendosi le mani e cosi' fu moria tra i popolani. Rodrigo fu colpito da una forma violenta salutando uno zio che cacava polenta: vane le cure con aspirina e chinino... e mori' senza ricevere quel beato bambino. Ed ecco proprio che da questo momento riapparve Renzo dall'isolamento: da Bergamo a Lecco in un battibaleno, superando le carrozze nientedimeno, arrivo' da Lucia che tutta emozionata gli disse che lui non l'avrebbe trombata. E Renzo rispose, di rabbia assai empio: "Lucia te c'hai il VOTO... ed io lo riempio!". Questo e' il finale : ma quale provvidenza.. i mugolii echeggiarono ben oltre Vicenza. Il mio romanzo e' terminato, ripongo la penna e vo' a bere un Moscato perchè io soprattutto di questo Manzoni, diciamocelo, mi sono bell'e riempito i coglioni!