Dorme

QUINDICESIMA ESTATE


2 luglio 1993Al Pastificio morirono tre dei nostriDue luglio 1993. Una data indimenticabile per tutti coloro che hanno partecipato all'operazione Ibis.Il comando dell'Onu aveva dato il via da meno di un mese alla caccia al leader somalo Aidid, dando inizio ad una serie di incursioni a Mogadiscio che avevano già provocato la morte di decine di somali e 50 caschi blu, mentre un centinaio di soldati dell'Onu erano rimasti feriti. Quel giorno l'operazione Canguro II (rastrellamento su vasta scala) prende il via alle prime luci dell'alba. Obiettivo: il quartiere di Uhara Ade nei pressi dell'ex Pastificio, lungo il Corso 21 Ottobre.Il quartiere viene circondato dai paracadutisti appoggiati dai carri M 60 della Brigata Ariete e dai blindati della Cavalleria. Alle 7,30 circa 500 militari italiani sono in azione nei pressi del check point "Pasta", quando una prima reazione somala si scatena su una colonna del Genio in transito lungo la strada. Parecchi paracadutisti del 183º reggimento vengono feriti da schegge di granata mentre un lanciarazzi anticarro colpisce il blindato Centauro del sottotenente Andrea Millevoi, primo caduto italiano in Somalia. Intanto, all'interno del quartiere gli incursori del 9º Col Moschin trovano un grosso deposito di armi mentre un convoglio di auto (forse con il generale Aidid a bordo) fugge tra i veicoli facendo perdere le proprie tracce.Alle 8 giunge l'ordine di ripiegare dall'area, ma i mezzi pesanti della colonna del Genio intasano la strada. L'impasse italiana galvanizza i somali che attaccano un cingolato Vvc Iº uccidendo il paracadutista Pasquale Baccaro, approfittando anche degli ordini che hanno negato ai carristi italiani di rispondere con i cannoni da 150 mm.Quando una granata colpisce uno dei carri dell'Ariete, altri M 60 aprono il fuoco sparando otto cannonate contro il nemico, che fin dall'inizio delle ostilità non hà esitato a farsi scudo di donne e bambini. Dopo il ripiegamento della Folgore i reparti speciali del Col Moschin e Tuscania lanciano un contrattacco nel corso del quale viene ucciso il sergente maggiore incursore Stefano Paolicchi, il cui veicolo viene catturato dai somali. Gli elicotteristi, che dal cielo hanno seguito tutta la battaglia senza poter intervenire per gli ordini che volevano ridurre a minimo il rischio di vittime civili, ricevono finalmente l'ok e un Mangusta può colpire con un missile Tow il veicolo Vm 90 catturato dai somali, che si disintegra insieme a 16 miliziani di Aidid. Gli italiani si ritirano lasciando il check point "Pasta" in mano somala.Il generale Loi rifiuta di dare il via a un'azione di rappresaglia che colpirebbe soprattutto i civili. La Folgore riprenderà pacificamente l'ex pastificio il 9 luglio, una settimana dopo il primo grande scontro a fuoco dell'operazione Ibis, nel corso del quale gli italiani ebbero tre morti e 22 feriti mentre Aidid confermò la perdita di 80 suoi miliziani. I civili che restarono sul campo di battaglia furono almeno 300.