Avasinis -UD- 2.5.45

ECCIDIO DI AVASINIS: L'ANALISI STORICA DI STEFANO DI GIUSTO


Tra le diverse ricostruzioni delle vicende dell'eccidio, una delle più interessanti, per l'esame delle diverse ipotesi in campo, è quella di Stefano Di Giusto. Il testo che segue è stato proprio estratto dal libro dello storico Stefano Di Giusto intitolato “Operationszone Adriatisches Kustenland. Udine Gorizia Trieste Pola Fiume e Lubiana durante l’occupazione tedesca 1943-1945”, Istituto friulano per la storia del movimento di Liberazione, 2005. Resta naturalmente da definire compiutamente l'ipotesi dell'attacco scatenante sulla statale che, al momento, è ancora indimostrato.Il giorno 2 maggio si era nel frattempo consumata la strage di Avasinis. I responsabili dell’eccidio non sono conosciuti con certezza, ma è certo, dalle testimonianze dei sopravvissuti, che gli autori della strage erano appartenenti alle SS, vestiti con uniformi mimetiche, e parlavano tedesco, italiano (anche con accento istriano) e friulano. Sempre da testimonianze dell’epoca è accertato che il reparto responsabile del massacro attraversò il Tagliamento provenendo dalla zona di Gemona nel pomeriggio del 1° maggio, e prese posizione a Trasaghis e sulla montagna dietro al paese (Montisel), nonché, sembra, sul Col del Sole, a sud di Avasinis; si trattava di circa 200-300 uomini, equivalenti a circa 2 compagnie. La mattina del giorno seguente i tedeschi attaccarono verso il paese, anche con l'appoggio di mortai che sparavano dal Montisel; dopo aver disperso i partigiani, che erano pochi e armati in maniera insufficiente, alcune decine di militari entrarono ad Avasinis e si lasciarono andare ad una indiscriminata rappresaglia uccidendo 51 persone, per la maggior parte donne, vecchi e bambini. Sembra che la strage sia stata interrotta per l'intervento di un ufficiale, sopraggiunto successivamente. I tedeschi rimasero in paese fino al mattino successivo (3 maggio), quando si ritirarono verso nord lungo la Valle del Lago.Si sono date varie motivazioni alla strage, tra queste principalmente: un attacco partigiano alle colonne tedesche che transitavano sulla statale 13 Pontebbana; il rapimento di personale tedesco che lavorava nei cantieri dell'Organisation Todt e dell'Unternehmen Pöll nella zona di Avasinis; il disarmo e la cattura dei distaccamenti cosacchi di Avasinis e Oncedis, effettuati dai partigiani il 29 aprile, e l'intimazione di resa agli altri presidi della valle del Lago, che tuttavia partirono verso Tolmezzo il giorno successivo; l'attacco a una colonna di tedeschi e cosacchi proveniente da Spilimbergo e transitata per Peonis diretta a nord il 1° maggio. L'ipotesi più accreditata sembra rimanere la prima, quella secondo cui la rappresaglia fu compiuta a seguito di un attacco partigiano sulla statale, presumibilmente nella zona di Gemona. Sembra che i tedeschi abbiano visto i partigiani ritirarsi verso la zona di Avasinis, che d'altronde era già conosciuta per la forte presenza partigiana, e abbiano quindi deciso di effettuare un'incursione nella zona.