Avasinis -UD- 2.5.45

Giornata della memoria, da Auschwitz .... ad Avasinis


Sessantacinque anni fa, il 27 gennaio 1945, venivano aperti i cancelli di Auschwitz Sessantacinque anni fa, il 27 gennaio 1945, venivano aperti i cancelli di Auschwitz. Le immagini che apparvero agli occhi dei soldati sovietici che liberarono il campo sono impresse nella nostra memoria collettiva. Ad Auschwitz, come negli innumerevoli altri campi di concentramento e di sterminio creati dalla Germania nazista, erano stati commessi crimini di incredibile efferatezza. Tali crimini non furono commessi solo contro il popolo ebraico e gli altri popoli e categorie oppressi, ma anche contro tutta l’umanità, segnando una sorta di punto di non ritorno nella storia. L’uomo contemporaneo, con il suo grande bagaglio di conoscenze, nel cuore del continente più civile e avanzato, era caduto in un baratro. Aveva utilizzato il suo sapere per scopi criminali, tramutando quelle conquiste scientifiche e tecnologiche, di cui l’Europa era allora protagonista indiscussa, in strumenti per annichilire e distruggere intere popolazioni, primi fra tutti gli ebrei d’Europa. La brama di conquista della “razza ariana” e il desiderio concreto di sterminare e cancellare completamente il popolo ebraico e non solo (considerate che ad Auschwitz furono uccisi oltre il 1 milione 500 mila ebrei, zingari, omosessuali, testimoni di Geova e prigionieri politici) hanno dato vita al Genocidio Nazista. Da quel trauma l’Europa e il mondo intero si risvegliarono estremamente scossi. Si domandarono come era stato possibile che la Shoah fosse avvenuta. E, soprattutto, quali comportamenti e azioni mettere in atto per scongiurare che accadesse di nuovo. Dalla consapevolezza dei crimini di cui il nazismo si era macchiato nacque nel 1948 la Dichiarazione universale dei diritti umani, promulgata dalle Nazioni Unite allo scopo di riconoscere a livello internazionale i diritti inalienabili di tutti gli uomini in ogni nazione. Auschwitz è la negazione dei principi ispiratori dell’Europa economicamente, socialmente e culturalmente avanzata che conosciamo oggi. «Visitatore, osserva le vestigia di questo campo e medita: da qualunque paese tu venga, tu non sei un estraneo». Così Primo Levi, in uno scritto, avvisava i visitatori del più celebre dei campi di sterminio nazisti. E affinché le sue parole e quelle di tanti altri sopravvissuti non rimanessero lettera morta è stata istituita dal parlamento italiano nel 2000 la “Giornata della memoria” per ricordare i milioni di uomini, donne e bambini messi a morte dai nazisti. Oggi il Giorno della memoria è diventato un’occasione fondamentale, per le scuole, di formare tanti giovani tramite una importante attività didattica e di ricerca. La Shoah è ormai consegnata ai libri di storia. Pochi testimoni sono rimasti a raccontarci la loro esperienza. Si potrebbe ipotizzare una memoria cristallizzata nei libri, come un evento importante ma lontano nel tempo, da studiare al pari di qualsiasi altro capitolo di un libro scolastico, con il rischio di rendere distante il significato e la ragione vera per cui il Giorno della memoria è stato istituito per legge. Occorre perciò fornire alle nuove generazione gli strumenti, anche empirici, per riflettere su cosa l’umanità è stata in grado di fare, perché non accada mai più. (...)(contributo di Francesca Evangelista dell' Istituto tecnico Deganutti pubblicato su Messaggero Veneto — 26 gennaio 2010  )... tutto per ribadire l'importanza della memoria. Anche per Avasinis.