Avasinis -UD- 2.5.45

Dibattito su Avasinis: "Una questione di date"


LIBERAZIONE/1 Una questione di date giusteNei giorni scorsi mi è capitato di leggere, su una rivista pubblicata un paio di anni fa, un titolo che sottolinea che “Il 25 aprile da noi si festeggia il 26” perché è in questo giorno che il paese del Centro-Nord dell’Italia, a cui si riferisce l’articolo, è stato liberato dall’occupazione tedesca e non il 25 come tutto il resto dell’Italia, ma voglio esporre alcune realtà friulane. Il 1º maggio 1945 a Udine si combatteva ancora per le strade fra i partigiani e le truppe tedesche in rotta, che abbandonarono la città solo nel tardo pomeriggio di quel giorno, poco prima dell’arrivo dell’avanguardia di una colonna meccanizzata anglo-americana. Il 2 maggio, un battaglione di Ss che ripiegava verso la Germania passando per Avasinis, un ridente paese della pedemontana friulana, trucidò 51 civili, tra anziani, donne e bambini. Intanto i carristi neozelandesi della 2ª Divisione corazzata del generale Freyberg entrarono in Trieste alle 4 del pomeriggio del 2 maggio e solo allora i tedeschi deposero le armi ponendo fine ai combattimenti contro i partigiani e i soldati dell’esercito jugoslavo. Sempre in Friuli, la cittadina di Tolmezzo capoluogo della Carnia fu liberata il 6 maggio e intanto nella zona si registravano ancora numerose azioni di rappresaglia contro i civili da parte dei soldati tedeschi che lasciarono Tarvisio addirittura il 10 maggio (l’ammiraglio Doenitz, che succedette a Hitler come presidente del Reich il 30 aprile, aveva firmato la resa della Germania il 9 maggio). Proprio a Tarvisio era colpito a morte dai cosacchi in ritirata il giovane tenente Washington che solo pochi giorni prima aveva salutato gli udinesi dal portellone aperto della sua autoblindo che per prima entrava in città in testa alla colonna dei liberatori. Dunque ben quindici giorni dopo la data ufficiale del 25 aprile quassù si moriva ancora per la Liberazione che nel resto d’Italia era già arrivata.Luciano Scarel,  Pradamanoda: Messaggero Veneto — 25 aprile 2010