Avasinis -UD- 2.5.45

"Avasinis, un giorno per caso. La strage del 2 maggio 1945" - 3° parte


(Terza parte della tesi di Carolina Leone sulla strage di Avasinis) Le Cause della strage di Avasinis Vi sono molte ipotesi sul perché di questa azione, le principali si riferiscono ad un atto di punizione dopo un attacco ad una colonna di tedeschi sulla Pontebbana o a un intervento di copertura a una colonna proveniente da Spilimbergo diretta al confine austriaco. Nel suo diario Don Zossi sembra scegliere come prima ipotesi: "la strada nazionale è una congestione ed un ingorgo continuo di tedeschi in fuga. Alcuni partigiani hanno l’infelice idea di compiere un ultimo atto e di andare a disturbare la loro fuga sulla stessa nazionale all’altezza dell’imbocco della nostra strada. Non l’avessero mai fatto, a nemico che fugge fa il ponte d’oro, dice il proverbio. Meglio di così. Costoro si buttano contro gli stessi partigiani che inseguono per la strada e vengono in zona, comprendendo come continuando per la nazionale congestionata sarebbero stati raggiunti dagli alleati che ormai stanno arrivando a Osoppo e Gemona". Questa era una delle prime ipotesi e va ancora per la maggiore, ma fra la gente del posto allora la seconda tesi cioè la copertura alla grossa colonna proveniente da Spilimbergo, è una buona spiegazione alla strage. "Il primo maggio si segnalarono pattuglie di S.S. sulle colline di Trasaghis. Una colonna avanzava lungo la strada di Peonis. La colonna non fu molestata. Dopo il suo passaggio si cercò di disperdere i nuclei S.S stazionati ancora sulle colline di Trasaghis. Questi però chiesero rinforzi e nottetempo tentarono di circondare le posizioni partigiane". Vi sarebbero altre teorie minori, ma queste sembrano le più fondate. Sicuramente uno degli obiettivi dell’esercito tedesco in fuga era quello di mantenere i confini liberi assieme alle strade per raggiungerli. Naturalmente i partigiani compivano azioni di guerriglia contro le colonne tedesche in fuga, ma l’organizzazione della resistenza era precaria a differenza di interi battaglioni tedeschi armati di tutto punto. Quello che rappresentano le stragi commesse durante la ritirata sono un frutto di un mix fatale tra la fretta di fuggire (tempo), il compito di mantenere le strade libere per i confini (ordine e controllo) e la voglia da parte dei partigiani di combattere il nemico anche se in ritirata (guerra nella guerra). L’esercito tedesco doveva dunque mandare dei segnali chiari e tangibili della propria forza e determinazione, che nessuno li avrebbe ostacolati durante la ritirata. Una di queste prove fu la strage di Avasinis. L’animo umano corroso dalla guerra è riuscito a scatenare l’inferno in terra. È dunque andato oltre ogni logica di tipo militare. Uccidere così indiscriminatamente non appare concepibile, nemmeno nello sfondo della seconda guerra mondiale. Un’ ennesima espressione di violenza come quella di Avasinis accadde in Carnia con le due giornate di Ovaro.