Avasinis -UD- 2.5.45
Ragionando sul come e sui perché di una strage nazista
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La pubblicazione, nel 1996, del diario di don Zossi, rappresenta un punto ineludibile per qualsiasi ricerca sul 2 maggio di Avasinis.
Si ripropone la recensione del volume scritta dal prof. De Cillia sulla rivista dell'Istituto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione:
FRANCESCO ZOSSI, Pieri Stefanutti è da anni impegnato in un lavoro di ricerca e di divulgazione delle specificità storico-culturali del territorio della Valle del Lago ed "in primis" del suo Trasaghis. Agli studi più volte editi dalla Società Filologica Friulana si accompagnano alcuni volumi dedicati alla storia della zona, fra cui spicca "Timp di vuere" (1989), che ha ricostruito le vicende della prima guerra mondiale nel comune natio: inoltre l'anno scorso, edito dal nostro Istituto, è uscito "Novocerkassk e dintorni", dedicato all'occupazione cosacca nella Valle del Lago dall'ottobre '44 all'aprile '45. Ora Stefanutti ha pubblicato integralmente il diario che don Francesco Zossi, durante la guerra parroco di Avasinis, aveva steso di getto all'inizio del '48. Don Zossi aveva affidato il diario all'allora giovane sacerdote Terenzio Di Gianantonio cui disse: "Lo pubblicherai quando verrà il tempo" (evidentemente una decantazione gli appariva opportuna); ed ora, grazie a Stefanutti — ed ovviamente al Comune di Trasaghis che ha curato la pubblicazione, col sostegno finanziario della CRUP — il tempo è venuto. Il diario, preceduto dal filiale profilo del "Pastor bonus" tracciato da mons. Di Gianantonio e da note biografiche concernenti lo stesso autore, è corredato da preziose note sia introduttive che integrative al diario medesimo. Seguono stralci del libro storico parrocchiale ed un'ampia raccolta di testimonianze sulla strage del 2 maggio 1945: ben 34 sono i testimoni, che si esprimono nel genuino friulano di Avasinis. Sono infine elencate le 51 vittime dell'eccidio (di buona parte delle quali sono pubblicate le foto), non senza una bibliografia essenziale sulla strage. Ed è appunto il raccapricciante eccidio il "clou" del diario: fra le 51 vittime molti erano anziani, donne, bambini in età tenerissima (ci fu perfino una vittima di 2 anni), mentre 15 persone furono ferite: tra questi lo stesso don Zossi il quale, ferito alla mano, ebbe la presenza di spirito di fingersi morto per tre ore, soprattutto quando i carnefici venivano di tanto in tanto a controllarne il presunto decesso colpendolo in vario modo. Don Zossi, che era anzitutto "il parroco", fu sostanzialmente vicino a chi aveva scelto la Resistenza, anche se fu critico su certi metodi di lotta che in guerriglia sembrano purtroppo inevitabili: sta di fatto che, più volte minacciato e addirittura messo al muro in quel tragico 2 maggio, don Zossi non fornì agli invasori alcuna informazione che potesse danneggiare i partigiani. Come tanti preti della montagna —sostenuti ed incoraggiati dall'arcivescovo Nogara — fu vicino alla sua gente, sulla scia della migliore tradizione del clero friulano, sin da fine '800 impegnato in significative iniziative di carattere sociale. Arrivando a sfiorare quell'estremo sacrificio cui pervennero Treppo ad Imponzo, Lucardi a Venzone, Cortiula ad Ovaro. Luciano De Cillia (Storia Contemporanea in Friuli, n. 26, 1995)
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PER APPROFONDIRE:
- Movimento di Liberazione
- Comune di Trasaghis
- Pro Loco di Avasinis
- Racconto di Paola D'Agaro sul 2 maggio
- Articolo su Patria Indipendente (aprile 2003)
- Articolo sulla stampa tedesca - Karstwehr aus Pottenstein
- Centro Documentazione sul Territorio - Alesso
- Stragi naziste in Italia
- Guerra nel Gemonese
- Articolo "Avasinis, un eccidio con troppi misteri"
- Nn-Media
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