Avasinis -UD- 2.5.45
Ragionando sul come e sui perché di una strage nazista
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Sempre curiosando su Internet, nelle pagine di “Un diario (1944 - 1945) di Torquato Dalcich.htm” si trova citato il caso di un sottoufficiale fiumano disperso negli ultimi giorni di guerra. Viene avanzata l’ipotesi che questi sia tra quelli presi e uccisi dopo la strage di Avasinis. Ecco il testo:
«Sottotenente Carletti Bruno
L’Albo dei Caduti fiumani “lo riporta” ucciso e sepolto a Salcano di Gorizia il 1° maggio 1945. In effetti, in quella località furono riesumate, da una fossa comune, diciannove salme di militari, ma risultano colà sepolti il 25 maggio 1945 e, comunque, poiché se ne conoscono i nominativi – tra i quali quelli di due fiumani – è inspiegabile che non vi sia quello di Brunello. Dev’esserci un errore. Gli inumati appartenevano al XIV Battaglione di Difesa Costiera e furono trucidati dagli slavi a Sella di Monte Santo il 20 e il 24 maggio e non in aprile.
Nini Grohovac, scampato al bombardamento dell’Hotel Belvedere, avendolo conosciuto in Ospedale dichiara che: “Carletti fu ucciso alla Casa Rossa (Vele Lasi)” , ma anche questa versione non risponde al vero perché Brunello ripiegò con me fino a Trieste e ci lasciammo all’angolo di Via Fabio Severo la mattina del 29 aprile 1945.
Da ricerche fatte nel dopoguerra, è assai probabile, invece, che egli sia stato assassinato ad Avasinis (Moggio Udinese) il 2 maggio 1945 e non inganni la notevole distanza che divide Trieste dalla località su accennata. Avrebbe potuto benissimo trovare un passaggio. Conoscendolo so che non sarebbe arreso ed è verosimile che tentasse di arrivare in Austria. Posso sbagliarmi, ma mi sembra importante esaminare alcune circostanze saltatemi agli occhi leggendo un’accurata cronaca di P.L.Carnier (Lo sterminio mancato).
Che avvenne ad Avasinis ?
· Un gruppo di ex militari della RSI, massacrato bestialmente dai civili a randellate, era formato da ufficiali e militi della GNR. Provenivano tutti dalla Venezia Giulia e parlavano in dialetto fiumano;
· Tra i massacrati anche alcuni mercenari turkmenistani, che, dopo aver operato tra Clana e San Pietro del Carso, sbandatisi si accodarono al nostro reparto fino a Trieste. Parecchi di costoro seguirono Brunello diretto a Monfalcone. Me ne ricordo perfettamente.
Di questi massacrati si ignora il luogo di sepoltura. Corre voce, addirittura, che dopo la strage, i cadaveri furono bruciati lungo un corso d’acqua. Successivamente, per ordine delle autorità americane, parte dei miseri resti fu traslata nel cimitero cosacco di Trasaghis, ma lì non esistono né lapidi né epitaffi».
Ora, la sola indicazione di provenienza e il debole accenno ai turkmenistani, alcuni dei quali potrebbero essere stati uccisi in zona, pare alquanto debole per attribuire veridicità alla corrispondenza dei fatti. E’ evidente inoltre che la definizione dell’ipotesi è basata su una unica fonte e non è stata verificata ulteriormente.
Se è vero che l’identità degli uccisi non è stata pienamente determinata e che, soprattutto, sono aperti la discussione ed il dibattito se e quanti degli uccisi avessero avuto un effettivo ruolo nella partecipazione alla strage, va detto che certo, le ipotesi possono risultare utili; è necessario però, qui e spesso, dare la precedenza ai fatti.
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PER APPROFONDIRE:
- Movimento di Liberazione
- Comune di Trasaghis
- Pro Loco di Avasinis
- Racconto di Paola D'Agaro sul 2 maggio
- Articolo su Patria Indipendente (aprile 2003)
- Articolo sulla stampa tedesca - Karstwehr aus Pottenstein
- Centro Documentazione sul Territorio - Alesso
- Stragi naziste in Italia
- Guerra nel Gemonese
- Articolo "Avasinis, un eccidio con troppi misteri"
- Nn-Media
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