Creato da braulink il 28/11/2005

Avasinis -UD- 2.5.45

Ragionando sul come e sui perché di una strage nazista

Messaggi di Maggio 2024

Avasinis, serve ancora ricerca.

Post n°161 pubblicato il 18 Maggio 2024 da braulink
 
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Testo dell'intervento di Pieri Stefanutti pubblicato sul "Messaggero Veneto" del 16 maggio 2024. Serve ancora ricerca sulla strage di Avasinis.“Da tempo la memoria è stata riunita”, hanno scritto i giornali a proposito di Civitella Val di Chiana, il paese toscano - cui ha reso omaggio il 25 aprile il Presidente Mattarella - oggetto, nel 1944, di una feroce strage nazista che aveva visto, nel dopoguerra, dividersi le opinioni a favore o contro la Resistenza, ritenuta da taluni elemento fondamentale del riscatto italiano e da altri, invece, responsabile dello scatenarsi della dura rappresaglia.È successo lo stesso anche ad Avasinis, dove – a guerra praticamente finita – i nazifascisti uccisero, il 2 maggio 1945, 51 persone, tra le quali molti anziani, parecchie donne, diversi bambini?Dal 1945 ad oggi ogni anno le vittime sono state commemorate e anche quest’anno, dopo la celebrazione di una messa, sono intervenuti a ricordare il fatto ed il sacrificio del paese il sindaco di Trasaghis Stefania Pisu, il presidente provinciale dell’Associazione Vittime Civili di Guerra Adriana Geretto, l’Assessore regionale Barbara Zilli ed il presidente dell’Anpi di Udine Antonella Lestani. A ricordare e ad analizzare il fatto, concordemente, anche se magari da angolature diverse, sono stati dunque Amministratori, custodi della memoria delle vittime civili, eredi del movimento della Resistenza.Ma non è sempre stato così. Don Zossi, il parroco di Avasinis dell’epoca, rimasto egli stesso ferito nella strage, aveva propugnato la realizzazione di un monumento a ricordo delle vittime capace di diventare “un Sacrario vicino al Signore” così da fare in modo che “il sacrificio di tante anime fosse lì ad implorare Pace ed Amore ai posteri tutti”. Per parecchio tempo, però, Avasinis è stato un esempio di “memoria divisa”: ai partigiani che elencavano le azioni contro gli occupanti tedeschi e cosacchi veniva ribattuto che la popolazione civile aveva pagato un ben duro prezzo.Negli anni vi fu talvolta cesura tra il momento della cerimonia religiosa e quello della cerimonia civile; poi, negli anni, le posizioni si sono avvicinate. Accanto alla commemorazione, sono state avviate diverse iniziative finalizzate alla comprensione di quel che realmente successe in quel drammatico scampolo di guerra: così, da un lato, attraverso la raccolta di testimonianze dirette (per esempio attraverso i video “Tatort Avasinis” e “Avasinis luogo della memoria” oppure col libro “Voci dal 2 maggio”), dall’altro col reperimento di documentazione archivistica (come la pubblicazione integrale del diario del parroco dell’epoca, don Zossi).Avendo partecipato alla realizzazione di diverse delle iniziative citate, mi permetto di aggiungere alcune considerazioni per fare il punto sulla situazione.Innanzitutto mi sentirei di dire che quella di Avasinis non fu una rappresaglia: è difficile trovare una azione partigiana che abbia potuto provocare una reazione di una tale portata. Oltretutto cercheremmo invano di trovare proporzioni numeriche: le uccisioni furono casuali, seguendo qua e là il “capriccio” dei soldati impiegati nell’azione, sicuramente senza che venisse rispettato un ipotetico numero di esecuzioni preventivate.Le modalità operative che precedettero la strage fanno inoltre pensare a una pianificazione (il giorno precedente le truppe nazifasciste piazzarono dei mortai rivolti contro il paese, avviarono una azione di accerchiamento…).Fu dunque, nei fatti, un'azione preordinata, non una risposta istintiva a un attacco partigiano. Con ogni probabilità, all'interno delle operazioni di copertura delle truppe in ritirata, era stato deciso di punire le azioni partigiane in atto (che avevano appena ottenuto la resa dei cosacchi ed anche di diversi militari e civili tedeschi impiegati in zona nella Organizzazione Todt) e, parallelamente, della popolazione che sembrava sostenere il movimento resistenziale.Ovviamente, una definizione chiara dei fatti e delle circostanze risulta essere sempre più ardua, con la scomparsa progressiva dei testimoni diretti e dopo che anche due inchieste giudiziarie (una italiana e una tedesca) non sono riuscite a individuare responsabilità precise. Ciò non toglie che si debba continuare a ragionare su quelle ormai lontane vicende, si debba fare una ricerca seria su cause, dinamiche e conseguenze dell’eccidio, anche cercando documentazione integrativa (come stanno facendo, per esempio, gli studiosi Carlo Gentile e Stefano Di Giusto, andando a scandagliare gli archivi tedeschi). È, se vogliamo, un dovere civico: nel rispetto della memoria delle vittime ma anche nella necessità di inquadrare correttamente quelle vicende, evitando di dare spazio a ricostruzioni fantasiose e pressapochiste.Pieri Stefanutti, Trasaghis

 
 
 

Avasinis, la commemorazione del 2 maggio 2024

Post n°160 pubblicato il 05 Maggio 2024 da braulink
 
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Avasinis ha ricordato le 51 vittime dell’eccidio del 2 maggio 1945Cerimonia di Commemorazione del 79° anniversarioQuello del 2 maggio è un momento di memoria rilevante per Avasinis e non solo perché nel ricordo delle vittime, a cui va la memoria e la riconoscenza dell’intera comunità regionale, si rinnova la commemorazione dei tanti che in quegli anni hanno saputo tenere vicine le famiglie e le comunità locali pur nel dolore e nello strazio di una ferita ancora aperta.Questo il concetto espresso dall’assessore regionale alle Finanze nel corso delle cerimonie che si sono svolte nella pieve di Avasinis dove il 2 maggio del 1945 si consumò uno dei più tragici eccidi dell’intero Friuli in cui persero la vita 51 civili per mano di un commando nazifascista in ritirata a qualche giorno dalla Liberazione che già veniva festeggiata a Udine e in gran parte del Friuli e della Bassa friulana. Un messaggio che trova amplificazione nella partecipazione di scuole, cittadini, sindaci – è stato detto – a cui la Storia deve ancora dei chiarimenti su quanto accadde esattamente. Alla messa celebrata in friulano da don Roberto Bertossi, davanti ad una platea composta dal sindaco di Trasaghis, dal presidente della Comunità di montagna, dai rappresentanti istituzionali, dell’Anpi provinciale e regionale, dell’Associazione nazionale vittime civili della guerra, delle associazioni combattentistiche, ha preso parte anche una delegazione della scuola secondaria di primo grado di Alesso a cui sono state rivolte principalmente le parole di tutti gli intervenuti, a richiamare il dovere di memoria e di rispetto della storia di cui devono essere consapevoli le nuove generazioni. Al termine delle orazioni sono state deposte corone di fiori davanti al monumento in memoria della strage del 2 maggio, in cui furono uccisi 18 uomini, 26 donne e 7 bambini molti dei quali trucidati nelle loro abitazioni. Per questo eccidio ad Avasinis è stata conferita la medaglia d’argento al merito civile dal Presidente della Repubblica.https://www.ilfriuli.it/cronaca/avasinis-ha-ricordato-le-51-vittime-delleccidio-del-2-maggio-1945/

 
 
 

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