Occhi

i loro occhi i nostri occhi


non finiremo mai di osservarle.. non riusciremo mai a carpirne ogni emozione. non riusciremo mai ad andare oltre il loro sguardo.. i loro occhi... saracinesche spalancate o serrate al solo loro comando.. mai i loro occhi saranno la strada verso il loro cuore se loro non lo vorranno.. saranno i loro occhi a farci sentire "re nudi".. sono gli occhi che inseguiamo invano speranzosi che incrocino i nostri.. sono gli occhi fari un corpo che muove lieve l'aria che respiriamo.. sono gli occhi di chi sa essere in una sola persona mille persone.. amica.. amante... donna.. madre.. spia.. nemica..  Gli occhi che scrutiamo ed imploriamo per un si...I nostri occhi possono soltanto disegnarla.. raccontarla.. musa di sogni.. ispiratrice di storie..Signora delle ore scure pelle sfumata d'ombre in fuga dalla stanza sugli occhi un guanto di luce accarezzai l'idea di lei in lontananza signora delle ore scure dolci colline intorno a un muschio vellutato misteri oltre le ciglia furtivo come un gatto io mi son lavato vecchio compagno che aspetto il mio animaletto sono più grande ho dormito più di lei e del suo cuore chiuso in cantina delle sue guance pane caldo della mattina di quel suo viso diamante puro di quella schiena che le tiene l'anima stretta al sicuro ti succhierei per ore e più cioccolatino nella bocca senza mai mandarti giù signora delle ore dure amazzonica adolescente nuca morbido sentiero dove cammino i miei sguardi a guardia del suo sonno immobile guerriero signora delle ore dure caraibica alba sbucciata odore aspro di un'arancia le ragnatele del giorno da allontanare via da lei con una lancia ma c'è una lampada accesa no è solo il sole solo di sole se riuscissi a vivere dei suoi capelli alghe del mare di quei suoi occhi olive dolci e mandorle amare di quelle brune nomadi dita delle narici Dio le benedica è lì che prende la vita piccolo chicco di caffè tu non mi devi sempre credere ma sempre credi in me non voglio che tu sia un ostaggio in questo disperato viaggio l'agnello messo sull'altare del mio villaggio di fumo che tu sia solo un tatuaggio su questo petto di selvaggio un flipper preso per i fianchi a farsi coraggio e uomo fra quelle braccia colme di seno su quelle gambe rami forti e umido fieno sopra il suo corpo preso ai pittori su quella bocca che qualcuno le comprò al banco dei fiori e fu così lei dentro un sogno lei stessa un sogno una vaghezza io le invidiavo la purezza dell'impossibile il suo cammeo il musicista ritrovò la musica sua sola sposa la musa allora ritornò al suo museo(C. Baglioni. 1990)Al