Creato da albylrt il 18/05/2009

Occhi

Viaggio a spiare e raccontare il tempo

 

 

Andata e non ritorno..

Post n°38 pubblicato il 02 Dicembre 2010 da albylrt
Foto di albylrt

Il percorso che separa il mio ufficio da casa è di “soli” 37 chilometri. Quando (sciaguratamente) sono impegnato in ufficio, spendo quasi 2 ore di macchina per arrivare da un posto all’altro. Con gli anni è ormai cresciuto e consolidato in me il senso di rassegnazione verso questo assurdo fenomeno.

Cerco anzi di trarre da questa sorta di temporanea prigionia, ogni aspetto utile a rendere non completamente perso questo tempo. E così musica, telefono (soprattutto..) e sigarette (soprattutto…). Ma anche la curiosità di seguire spesso con poco senso della riservatezza i gesti, i visi, le parole di chi è accanto a me o davanti o dietro. Mi diletto a scrutare nelle vite altrui. E mi accorgo giorno dopo giorno quanto ormai ci abbia sopraffatto il senso di rassegnazione verso il mondo che ci è attorno. Verso le vicende del mondo che ci circonda. Verso il mondo che pure è il nostro mondo. Fatto anche e soprattutto di noi.

Roma è bloccata non soltanto dal quotidiano andirivieni di quattro ruote piene di una sola testa ma anche (purtroppo) da giovani e meno giovani che lamentano una riforma che non condividono. E così aggiungono, non so se coscienti o meno di questo, disagio al disagio. Senza che poi il lamento sortisca almeno gli effetti sperati.

Approfondisco da tv, da radio, dai giornali, da internet. Provo a capire i contenuti della riforma. Provo a capire le logiche della protesta. In fondo ci sono passato anch’io. Ho protestato anch’io. Fatto presidi, occupato l’aula magna. Chiuso i cancelli. Ma dov’è la differenza se ce c’è ? Sono finiti i soldi. Lo stato ha rivoltato le tasche e le ha “scoperte” vuote. Ben spesi ? mal spesi ? Ahimè non risolviamo rispondendo esattamente alla domanda. Sono rivolto da sempre al domani e mai a ciò che è alle mie spalle. Ma il domani mio e non soltanto, è (lui davvero) occupato da una coltre di nebbie che non si diradano ma che giorno dopo giorno si infittiscono. Sono la somma dei nostri dubbi e dell’indolenza che ormai è padrona delle coscienze. Di tanto in tanto solo qualche timido sussulto mosso da intime e personali situazioni.

Protestano ? Pazienza aumenta il traffico. Occupano i monumenti ? Pazienza tanto a Pompei sta già crollando tutto. Il mio tempo di studente era non solo la ribellione a chi imponeva l’impossibile ma anche una richiesta di ascolto. Di dialogo. Mi preoccupa un domani di barricate. Non ci faranno fare alcun passo avanti verso la Soluzione. Oltre il bello o il brutto di una legge, di una riforma, ci sono le idee che si contrappongono ma si confrontano volte alla ricerca del famoso “punto di incontro”. Ma questo non è il presente. Forse è l’utopia di un viaggiatore in automobile solo in mezzo ad un mondo di solitudine aggrappata al volante di un’auto. Il presente è la rappresentazione del nulla. L’improvvisazione di soluzioni improvvide ed improponibili. La negazione del rispetto dei ruoli, dell’intelletto, della persona.

Ma continuo a sperare. E per quanto granello di un meccanismo immenso, a costruire ogni giorno una piccola parte di mondo nel quale i giovani occhi che mi aspettano ogni sera possano godere del loro cammino.

Al


 

 
 
 

Immagini

Post n°37 pubblicato il 01 Dicembre 2010 da albylrt
Foto di albylrt

Mi impongo una pausa nella frettolosa mattina di un mese frettoloso e frenetico.

Ho aggiunto altre due copertine di dischi tra le foto ed ho scorso tutte quelle sino ad oggi pubblicate.

Per la prima volta, ho preso coscienza di quanti colori avessi messo seppur casualmente assieme e quanto questi rappresentavano, tra toni decisi e lievi sfumature,  la musica che quelle copertine contengono.

Già.. la musica è un assieme di colori. Netti e sfumati. Chiari e scuri.

Compiaciuto quasi fossi un pittore che rimira la sua opera compiuta, ho sorriso. Gli anni che corrono tolgono qualcosa ma danno anche molto. Ogni età toglie e da. Ma aver ormai svacalcato la metà del percorso da tempo, mi ha reso forse ancora più tenero e sensibile verso sfumature che in età più giovanile non coglievo, non apprezzavo.

In fondo anche un breve stop alla fretta ed alla frenesia è un segno di quanto oggi più di ieri senta il bisogno di non farmi prendere dalla idiota corsa verso chissà quale successo.

Meglio un tempo breve ma intenso, speso a rimirare la vetrina di musica e dei suoi colori.

Buona visione.

Al

 
 
 

L'investigatrice

Post n°36 pubblicato il 22 Giugno 2010 da albylrt
Foto di albylrt

Cerchi furtiva. Sentinella di ogni mio sospiro. Vigile ad ogni mio gesto, ad una camicia o ad un sorriso. Ad un orario o ad un momento di silenzio o presunta distanza. Dissenti ad ogni mio viaggio.

Frughi in ogni mia tasca dell'anima. Sperando di trovare cosa ?

Nulla. Se non il desiderio di un domani sereno. Che raccolga dal cielo azzurro e terso di oggi il colore, la limpidezza, la luce.

Il desiderio di tornare a farsi baciare dal sole. Senza l'ansia di sguardi indiscreti.

Mi duole sentirmi il peso degli anni. Del macigno che mi affossa alla sera.

Prendo atto con sottile rammarico che il tempo passa. E ne è passsato. Tanto.

Non so se il migliore. Ma mi addormento sperando che il migliore sia il tempo di domani.

Fruga in me. Troverai questa speranza.

E in fondo so che non è soltanto mia.

Al

 

 

 

 
 
 

Occhi al cielo

Post n°35 pubblicato il 03 Giugno 2010 da albylrt
Foto di albylrt

Mi è capitato spesso di chiedermi, senza trovare ad oggi risposta, perchè nei momenti anche di opposto umore, i nostri occhi si volgono al cielo quasi a cercare conforto, sollievo, certezze.

E' un gesto istintivo forse. O forse legato ad una religione, a quel Dio silenzioso ed invisibile. Ad un Santo invocato spesso con leggerezza.

Eppure nel cielo spesso ritroviamo o leggiamo il nostro umore. Dal cielo troviamo la forza per accendere un sorriso o spegnere una lacrima.

Al cielo incerto di questa mattina ho rivolto gli occhi anch'io provando a cercare un pò di luce che illuminasse il mio cammino. Incerto come il mio incedere.

Uscire dalla fioca luce di un rifugio quasi fossimo nascosti al mondo intero.

Ci siamo protetti per un anno. Clandestini quasi al riparo da ogni sguardo. . Condiviso respiri e sospiri in un piccolo spazio. Prima di provare a riaffacciarci al mondo forse nuovi. O forse solo di nuovo noi. Ciò che eravamo non si è mai perso o cancellato.

Lo viviamo, lo vivremo forse con un altro senso di me e di te.

Con un nuovo senso di noi.

Non so se sarà domani. Il cielo non me l'ha detto.

Ma un pallido sole m'ha illuminato gli occhi. Un pò come quella luce che illuminava i tuoi ieri. Vorrei fosse sempre più forte. Ed i tuoi occhi sempre più limpidi e luminosi. Specchio di una vita che torna a farsi baciare dal sole e dal cielo.

Forse un raggio di sole torna a splendere.

Proverò a soffiare sulle ultime nubi. Di pioggia ne è caduta abbastanza.

Riporto i miei occhi diritti sulla mia strada. Riprendo il mio cammino. E non solo..

Non avrò mai la risposta, ma forse gli occhi al cielo valgono un segnale, una direzione..  

Al

 

 
 
 

Opposti e contrapposti.

Post n°34 pubblicato il 29 Aprile 2010 da albylrt
Foto di albylrt

Da qualche tempo sono ricorrenti tra i mille pensieri che affollano la mente, frasi e parole che con sottili giochi di costruzione pongono a contrasto due estremi.

Un secolo od un secondo. Sempre e mai.

 

Oppure “ci siamo tanto amati senza poterci amare tanto” o “eravamo tutto e niente” sino a “liberi d’amare e prigionieri dell’amore”..

 

Opposti e contrapposti.

Distanti eppure così vicini.

 

Spesso capita di spendere queste parole senza pensare allo spazio che le separano. O forse coscienti che non c’è spazio, non c’è distanza. In fondo nasciamo e cresciamo sfidando l’idea dell’orizzonte. A volte così vicino per poi rivelarsi lontano e irraggiungibile.

E l’orizzonte è talvolta come un amore. Dolce, ti ruba occhi ed anima. Ma senza la forza del cuore, resta lì.. lontano ed inafferrabile.

Eppure convinto da sempre dal cuore, so che ogni distanza che ci separa da un altro cuore o che separa i nostri occhi da altri occhi è nulla e svanisce se solo lo desideriamo.

E’ qualcosa che portiamo dentro di noi. Con noi.

Quasi fosse un bagaglio che accompagna le nostre vite. Sempre. E come tutti i bagagli a volte sono pesanti, ingombranti tanto da desiderare di lasciarle chiuse dimenticate in un armadio. A volte leggeri contenitori di emozioni, ricordi ed abiti per domani.

La valigia è partire o tornare. O ripartire ancora.

La valigia è il viaggio che si è scelto di fare. La prendiamo per la mano per farci accompagnare, In un percorso da fare con la compagnia di un affetto, di un valore caro.

E ciascuno di noi è la valigia, bagaglio compagno di qualche altro viaggio.

Sperando di non essere mai la valigia chiusa e dimenticata in un blindato armadio della memoria.

 
 
 

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