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desolazione carnevalesca


Oggi sono stato a Venezia. Non per piacere...semplice lavoro. E non è neppure un fatto così strano....insomma: la mia azienda "risiede" a Mestre...cioè a "venezia terraferma" e i clienti lagunari sono molti.Ma non è di lavoro che volevo parlare (almeno per ora...); oggi, mentre mi accingevo a partire per la laguna ho realizzato che era giovedì grasso. E subito mi si son parati davanti incubi di folle oceaniche, di ingorghi pedestri (in effetti...a Venezia si può stare in coda anche a piedi) e invece....NULLA.Ma nel senso più stretto del termine: ninte fola alla stazione di Venezia, niente folla nella calli, niente coda al traghetto (che poi è la gondol che fa attraversare il canal grande...): insomma....credo di aver intravisto si e no 3 mascherette in croce...e non son certo passato per zone periferiche di Venezia.Segno dei tempi: SIAMO TALMENTI ABITUATI AD INDOSSARE LA MASCHERA CHE CARNEVALE CI SEMBRA UN GIORNO COME UN ALTRO :)Insomma....io un po' l apenso così: che ognuno di noi, purtroppo, indossa una maschera, indossa un sorriso, indossa un lamento...e troppo spesso maschera se stesso. Perchè SEMBRA più facile farsi accettare se mascheriamo i nostri difetti.Il che è vero se siamo "persone da 3 minuti": se la nostra relazione con le altre persone deve durare tre minuti...beh...allora largo alle maschere....ma se invece cerchiamo di costruire qualcosa...bah...allora è il momento di calare la maschera e di aprire bene gli occhi...per permettere a chi ci parla di guardarci dentro l'anima.Il che, secondo me, è bello e istruttivo :)a prestoTommy