35 e dintorni

La Grande Bellezza


E quindi il momento è arrivato. Dopo diversi premi raccolti tra Europa e U.S.A., ''La Grande Bellezza'' ha avuto ieri il suo classico passaggio televisivo in prima serata, nato sicuramente per cavalcare l'ondata del riconoscimento di Hollywood, ma che infine ci porta un pezzo di Cinema con la C maiuscola, senza doverci sorbire per una volta Segreti e/o Romanticherie delle recenti fiction. Ma alla fine com'è questa Bellezza? Mi sono avvicinato alla visione di questo film senza essere condizionato dall'Oscar assegnatogli, ma con una sana curiosità. In passato Sorrentino (il regista)  mi aveva convinto ne ''Le conseguenze dell'amore'' ma annoiato ne ''il Divo''. Dopo le varie recensioni sparse per il web, e gli innumerevoli servizi ai Tg, mi ero fatto un'idea superficiale e presupponevo di addormentarmi dopo una decina di minuti e invece... invece... C'è una grande malinconia nel protagonista (un sempre più monumentale Toni Servillo nella parte di Jep Gambardella, scrittore e giornalista) che vede la bruttezza delle persone che lo circondano, e la magniloquenza della città che lo ha accolto. Jep Gambardella è il testimone di uno sfacelo e di un decadimento disperato. Anch'egli fa parte di quel mondo, ma cerca in tutti i modi di affrancarsene. ''Alla mia età sento il bisogno di non perdere tempo nelle cose che NON mi va di fare'' dice Gambardella, ma rimane spesso invischiato in situazioni che lo portano a recitare la parte che tutti si aspettano. Cerca il conforto nella spiritualità ufficiale della chiesa tramite un monsignore, interessato però solo ad elencare le proprie capacità culinarie. Si salvano solo pochissime figure e sono collocate ai margini. Alcune addirittura muoiono. Le caratterizzazioni scelte possono sembrare scontate: abbiamo personaggi al limite della macchietta, della caricatura, sembrano create ad arte. Non è così. Questo tipo di personaggi esiste davvero, credetemi, sono tra noi. Quelli descritti nel film fanno parte di una cerchia cosidetta ''alta'' della società. Ma questo semmai non li scusa, anzi li affossa. Non è un caso che questo film sia molto apprezzato all'estero: perchè all'estero (anche se superficialmente) è questa una delle immagini dell'Italia più diffusa: la decadenza da ''fine impero romano''. Non è un film esente da difetti, ci sono salti di sceneggiatura e momenti lenti. Inoltre la visione in televisione con le interruzioni pubblicitarie di certo lo mortifica. In genere non amo questo tipo di cinema, le mie passioni sono altre, ma ''La Grande Bellezza'' è un film da vedere e forse da RIvedere. Molti ne tesseranno lodi sperticate perdendo di vista i limiti che sono, comunque, presenti. Altri lo odieranno e non coglieranno cosa racconta: racconta che siamo disperati. E questo in genere non vuol sentirselo dire nessuno.