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Il Mondo di Zeta


Oggi parliamo di  Il Mondo di Zeta – Dei o Demoni. Dietro lo pseudonimo dell'autore Shingo Tamai, si cela un collettivo di scrittori composto da Cristiano Brignola, Juri Guidi, Francesca Guidi, Nicola Della Lena Guidiccioni e Daniele Bordonaro. Agli inizi ci si avvicina con una certa perplessità a progetti del genere: si ricordano pessimi esempi di fan-fiction, dove volenterosi ragazzi internettiani si sbizzarrivano in storie meno che mediocri. Il Mondo di Zeta supera d’un balzo tutti questi scogli e s’impone alla lettura in modi e situazioni serie, precise e determinate. In questo libro non ci sono buffonate, non ci sono imprecisioni, non si concede nulla all’improvvisazione. Leggendo Il Mondo di Zeta vi troverete catapultati nelle atmosfere di Mazinga Z, Il Grande Mazinga e Goldrake, esattamente come se queste avvenissero nella realtà. Interessante la collocazione cronologica, che parte dagli anni settanta ma viene poi spostata alla fine degli anni novanta, proponendo gli scontri tra robot giganti vissuti dal punto di vista della popolazione, tra macerie fumanti ed aerei F16 abbattuti. Si introduce tutto un contorno realistico fatto di ambasciatori, reazioni internazionali, riconoscimenti territoriali, guerra fredda e terrorismo. Il Mondo di Zeta riprende tutti i personaggi delle serie Nagaiane che conosciamo (rigorosamente nei loro nomi originali), ne inserisce altri di serie minori come comparse, a volte cambiandone i ruoli o semplicemente omaggiandoli. Colpisce soprattutto la figura del Dottor Hell, descritto in tutta la sua follia di dittatore, non tanto come un semplice cattivo da film, ma più simile ad un Saddam Hussein, con la sua pletora di creature meccaniche e di servi.L’unica difficoltà consiste, da parte del lettore, nel sovrapporre ad un realismo così ben descritto, proprio i personaggi della serie animata, che ricordiamo nella versione disegnata, e che quindi stridono in tale contesto. Ma questa è una difficoltà legata alla memoria impressa dai cartoni animati visti, non un limite della scrittura in sé. I combattimenti sono descritti con epicità, lasciando immaginare i colossali automi in tutta la loro imponenza, i quali fanno più danno con il loro solo incedere che non con le loro armi, anch’esse dipinte in termini realistici e quasi cinematografici. In ultima analisi Il Mondo di Zeta era assolutamente un azzardo: non avrebbe avuto nessun senso riproporre le avventure di Mazinga Z in un libro scritto da autori italiani. Ma il coraggio e soprattutto la qualità vengono ripagati: una scommessa davvero ben riuscita. Zeta: avanti!