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Post N° 14


Un mese di solitudine. Era ormai passato un mese, ad Ale sembrava ieri. Trenta giorni di cattivi pensieri, trenta giorni di tristezza, trenta giorni di malinconie,trenta giorni di lacrime, trenta giorni di rabbia, trenta giorni di solitudine. Faceva fatica a reintegrarsi in quel dannato posto fatto di niente e si domandava come avesse fatto a sopravvivere li per trentuno anni. La risposta era molto semplice, dal 1999 Ale non passava mai un week end in quel posto di merda, era sempre in giro per mezza italia a suonare, a conoscere sempre gente nuova, a fare quello che aveva sempre voluto fare. Non sembrava ma Ale era timido e la musica lo sbloccava, gli permetteva di interagire con le altre persone ed era grazie alla sua musica che aveva conosciuto l’amore. Ora non suonava più. Ora non c’era più l’amore. Non gli era rimasto niente di quello che aveva sempre voluto. Ma bisognava risalire, ricominciare, come diceva in una sua vecchia canzone.“Passano gli anni ormai, non c’è più tempo per rimediare…volano via con te assieme a questa vita sempre più brutale. Lasciano spazi vuoti che non sai proprio come riempire, e come un drago bruciano tutto il tuo passato e ti sei già dimenticato che anche tu come me hai una vita da continuare, che anche tu come me non vuoi più rinunciare. Passano, volano via con te come i coriandoli a carnevale, e tutti ridono di te pensando che ti sei lasciato andare.Ma vai vai vai! Puoi solo risalire, ricominciare. Vai vai vai! Puoi solo risalire ricominciare!”Ma dove cazzo era finito l’Ale di quei tempi? Schiacciato dagli eventi e da scelte sbagliate. Come gli aveva detto un amico :” non puoi viaggiare sempre in corsia d’emergenza, prima o poi devi mettere la freccia ed entrare in prima corsia, poi in seconda ed in terza” Ale aveva inserito la freccia, doveva solamente trovare il momento giusto per entrare in corsia.Quella dannata solitudine era tornata, la nemica numero uno di Ale, da quando era adolescente. Ora doveva trovare un altro sistema per combatterla. Ale aveva deciso di non rinunciare più a niente. Lui, prima di tutto. Scelta egoista? Si, ma era stanco di vivere così, era stanco delle intrusioni di gente che non sapeva nulla di lui ma voleva imporgli altre regole. Nessuna regola. Ale voleva essere padrone della propria vita e non glie ne importava nulla se qualcuno ci sarebbe rimasto male. Ora decideva lui chi far entrare nella sua vita. Stava tirando fuori le palle.La giornata era grigia, le foglie gialle cadevano volteggiando nell’aria, una canzone nel lettore cd “ Mary-jane’s lies” dei Pig tails , malinconica e rabbiosa, l’atmosfera di quella giornata. Ed Ale viaggiava con la fantasia…