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Post N° 816

Post n°816 pubblicato il 28 Luglio 2007 da cgil3palermo
 

Il padrone licenzia il dirigente della Fiom che chiede più diritti
Sciopero di due ore ieri contro il licenziamento di un lavoratore e dirigente provinciale della Fiom alla Cerutti di Casale, nell'alessandrino. E' stato uno sciopero unitario alla quale hanno partecipato 250 fabbriche metalmeccaniche. Davanti allo stabilimento (la fabbrica è di proprietà di un ex vicepresidente di Confindustria) si è tenuto un presidio a cui hanno partecipato oltre cento lavoratori.
Il licenziamento è stato motivato dall'azienda con presunte minacce e violenza privata nei confronti di un altro lavoratore di un'impresa esterna. In realtà, come hanno confermato tutti i presenti quella mattina del 19 giugno, i fatti sono andati ben diversamente da come raccontati dal lavoratore esterno e subito accolti come verità dall'azienda. Il delegato Fiom era andato alla macchinetta a prendere un caffè. Accanto a lui un altro operaio. I due iniziano a scherzare e finiscono con uno che tiene le braccia al secondo e l'altro che gli poggia la testa sul petto. Lo scherzo sembra finito lì. Invece il lavoratore della ditta esterna, che già in mattinata si era lamentato del delegato Fiom con altri compagni, va all'ospedale e denuncia un'aggressione. Quindi si reca dai carabinieri e sporge denuncia contro il delegato Fiom. La Cerutti, ricevuta la denuncia, non chiama nessuno e invece procede alla sospensione cautelativa del delegato Fiom per rissa. A nulla valgono le richieste degli altri operai presenti quella mattina, pronti a testimoniare che il delegato non ha alzato un dito contro l'altro lavoratore. «La cosa più vergognosa - dice un altro delegato Fiom - è che l'azienda ha negato al nostro compagnola possibilità di portare le testimonianze degli altri lavoratori che lo scagionano totalmente confermando che il fatto non è accaduto». Il perchè di tanto accanimento e di un provvedimento che ha tutte le caratteristiche di una punizione si spiega, secondo i compagni di lavoro del delegato, con l'attività stessa del lavoratore. Che è stato per anni una Rsu Fiom, che ha avuto due passaggi di livello solo facendo causa all'azienda che non voleva riconoscerglieli e perchè era tra i promotori con la Fiom della causa, poi vinta, per l'uso smodato degli straordinari. Insomma, per la Cerutti, l'opportunità di «liberarsi» di un uomo diventato scomodo, un problema, era troppo ghiotta per non essere sfruttata. Domani ci sarà il tentativo di conciliazione. La Fiom ha dato il suo sostegno anche legale al delegato. «Chiediamo - ha detto ieri al presidio Giorgio Airaudo, segretario provinciale dei metalmeccanici - il reintegro del nostro lavoratore colpito da un provvedimento da anni '50».

 
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