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  Montichiari, Green Hill posta sotto sequestroTra i reati anche i maltrattamenti sugli animali Forse ti interessa anche:30/6/112- E' guerra fra Brambilla e Green Hill2/7/112- L'Oipa deposita l'istanza di chiusura dell'allevamento di Green Hill29/6/112- Blitz animalista per liberare i beagle "Chiudete il canile-lager Green Hill"MULTIMEDIA  FOTOGALLERYGreen Hill posta sotto sequestroTre indagati I sigilli sulla strutturaal centro delle polemiche animaliste per l'allevamentodi beagle destinatialla vivisezionemontichiari (brescia)Il Corpo forestale dello Stato sta eseguendo il sequestro di «Green Hill», la nota azienda situata a Montichiari (Brescia) che alleva cani beagle per i laboratori di vivisezione.Alle operazioni di ispezione e sequestro della struttura, disposte dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale ordinario di Brescia, partecipano circa 30 forestali appartenenti ai Comandi provinciali di Brescia, Bergamo e al Nucleo Investigativo per i Reati in danno agli Animali (Nirda). Sul posto è presente anche personale della Questura di Brescia.L'operazione sta portando al sequestro di cani di razza beagle, sia cuccioli che adulti, e dell'intera struttura costituita da quattro capannoni, uffici e relative pertinenze per un totale di circa cinque ettari. Tra i reati contestati quello di maltrattamento sugli animali.I cani affidati all'azienda, al Comune e all'AslSono tre le persone indagate in concorso fra loro per il reato di maltrattamento di animali nell’ambito della vicenda che ha portato al sequestro di «Green Hill», la nota azienda situata a Montichiari (Brescia) che alleva cani beagle per i laboratori di vivisezione. Lo rende noto la Forestale in un comunicato. «Allo stato attuale - si legge ancora nella nota - le operazioni di sequestro sono ancora in corso e andranno avanti per diverse ore. Non si conosce ancora l’entità numerica dei cani beagle sequestrati in quanto la struttura da ispezionare è molto vasta. I cuccioli di beagle non potranno comunque uscire dall’azienda. I rappresentanti della Green Hill sono stati nominati custodi giudiziari insieme al sindaco della cittadina lombarda e alla locale Asl. Essi avranno l’obbligo di cura e alimentazione degli animali.L'affido ai rappresentati dell'azienda non rende però tranquilli gli animalisti. «Per il bene dei 2500 cani dell’allevamento, chiediamo che almeno la custodia giudiziaria dei beagle non venga affidata all’azienda e neppure ad una delle tante realtà improvvisate che sono nate negli ultimi mesi».È l’appello che arriva dal Coordinamento fermare Green Hill dopo le operazioni di sequestro dell’allevamento: «Abbiamo individuato l’associazione "Vita da cani" che, a livello nazionale, si occupa della riabilitazione dei cani da laboratorio - spiegano dal Coordinamento. - Una realtà che sarebbe in grado di accudire i beagle di Green Hill».«Ci auguriamo che si possa far luce sulle reali condizioni degli animali»Lega antivivisezione e Legambiente prendono posizione sul sequestro dell’allevamento di beagle Green Hill. «Grazie agli atti presentati dalle due associazioni è stata finalmente riaperta l’inchiesta giudiziaria sulle modalità di detenzione degli animali nella megastruttura. - ha dichiarato Gianluca Felicetti, presidente della Lav - Ci auguriamo che gli accertamenti in corso, disposti dalla Procura, possano fare luce, definitivamente, sulle reali condizioni di vita degli animali rinchiusi nei padiglioni della struttura in attesa della spedizione verso gli ’acquirentì, e sull’impossibilità di Green Hill di garantire il rispetto delle necessità fisiche e comportamentali dei cani, visti i numeri enormi di cui si parla».«In questi mesi - spiegano le due associazioni - è all’esame del Senato la norma, già approvata dalla Camera dei Deputati, che vieterebbe l’allevamento di cani, gatti e primati non umani per la sperimentazione, imporrebbe l’obbligo di anestesia e analgesia per i test e, vietando le esercitazioni belliche e didattiche con animali, sosterrebbe concretamente il ricorso ai metodi sostituivi della vivisezione. Alla luce di questi sviluppi giudiziari rivolgiamo un nuovo appello ai senatori affinchè l’articolo 14 della Legge Comunitaria sia finalmente approvato e possa essere di incentivo per la ricerca pulita, scientifica ed eticamente accettabile».