Parliamone!?!

La morte di un Generale


Quel pomeriggio la palla di cannone gli stacco di netto la testaE pensare che prima di quell'assurda tempestaEra stato al tempio della dea VestaPer sapere se a casa poteva organizzare la festa La donna senza denti e senza un occhioAppollaiata sopra la pietra di tufo vecchioMischiando il prezzemolo col finocchioGli tolse il malocchioMa per non fargli un tortoNon gli disse che sarebbe mortoE lo lasciò così senza conforto Risalito in sella, alto il mentoTornò al proprio accampamentoE, passato in rassegna il reggimento,Urlate ai suoi due parole con sentimentoLi lancio tutti nel combattimento Lui non è un semplice soldato, lui è il GeneraleChe sa bene quanto la vita di un suo uomo valeE nonostante il suo carattere fiero e trionfaleLa paura di perderla non gli fa meno male Spronato al galoppo il cavalloCorse verso il nemico nel valloSulla costa della collina dove le spighe del grano gialloSi muovono, frustate dal vento, come danzatrici al granballo Non s'accorge però che il nemico ha un'arma segretaE dietro alla siepe sbuca dalla pinetaUna forma di ferro cilindrica che lo inquietaE che avanza inesorabile e cheta Qualche secondo dopo si ode il mortale boatoChe gli lascia lo sguardo impietrito e abbacinatoVede la palla volare dritta verso il suo visoCapisce e abbozza un sorriso Ora la testa è sul campo con l'occhio ancora apertoE l'ultima cosa che vede è un concertoIl sole rosso tra i cipressi di un tramonto seneseChe lo ripaga del sangue, delle ferite e delle offese.Paolo