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Inizia così il quaderno di Roberto Biscardini e Andrea Cassone “Riaprire i Navigli si può. Un grande progetto per Milano.


Inizia così il quaderno di Roberto Biscardini e Andrea Cassone “Riaprire i Navigli si può. Un grande progetto per Milano.La chiusura dei Navigli tra il 1929, in pieno periodo fascista, e il 1960, quando si chiuse anche il tratto di via Melchiorre Gioia, ha cambiato il volto della città storica. Avvenne nel disinteresse generale dei cittadini, nonostante il disaccordo di pochi, sulla spinta di un’idea della città asservita all’uso dell’automobile.Quello che per anni fu un elemento imprescindibile del panorama culturale, economico e storico della città, nonché della sua forma, sparì.Oggi le cose sono cambiate, e non solo il progetto dell’apertura dei Navigli appare come una grande occasione di riqualificazione urbana della città, ma entra nella coscienza dei milanesi come una grande opportunità. Un progetto di qualità che restituisce a Milano il valore di grande città mondiale. Milano nuovamente città d’acqua, che guarda al futuro storicizzando il passato.Oggi la riapertura dei Navigli, nel recupero della più importante opera monumentale dell’ingegneria idraulica del Paese, è possibile. Risulta compatibile dal punto di vista ingegneristico, dal punto di vista della riorganizzazione del sistema del traffico urbano e della tendenziale pedonalizzazione delle aree centrali; è compatibile dal punto di vista finanziario. È persino autofinanziabile con il coinvolgimento di risorse private.La sua forza sta nella straordinaria occasione di riqualificare la città lungo il suo percorso e di molte aree adiacenti, nel soprasuolo e nel sottosuolo. Una straordinaria opportunità per investire nella qualità, per la realizzazione di nuove attività e di nuove funzioni, per la costruzione di nuovi paesaggi.L’idea di riaprire i Navigli negli ultimi decenni è stata ipotizzata più volte, con diversi obiettivi e con diverse forme, integralmente o parzialmente. La proposta che qui viene illustrata, studiata ed approfondita nel corso di progettazione urbanistica “Teoria urbanistica e qualità Urbana” del Politecnico di Milano negli anni accademici 2008/09 e 2009/10 propone la riapertura totale dei Navigli, partendo dalla Cassina de’ Pom, là dove oggi il Naviglio Martesana si imbuca interrompendo il suo percorso all’aperto, fino alla Darsena. L’idea forza è riaprirli ricostruendo in Milano la tradizionale via d’acqua, dimostrando come quest’opera non sia solo giustificabile dal punto di vista culturale, ecologico, urbanistico e ambientale, ma sia anche fattibile tecnicamente ed economicamente sostenibile. L’opera di architettura e di ingegneria non è finalizzataal suo restauro architettonico, ma alla realizzazione di un grande progetto urbanistico per la città.Il cambio di passo politico che Milano ha conosciuto nella primavera del 2011, rende il clima più favorevole e l’Expo 2015 è l’occasione per avviare e realizzare questo grande progetto. Non un effimera nuova via d’acqua per l’Expo, ma un progetto per la Milano del 2000 come espressione della grande cultura urbana di Milano. Meglio concentrarsi sulla riscoperta di questo patrimonio e “riaprire i Navigli veri piuttosto che costruire un canale finto per l’Expo”.Milano vuole cambiare, ma è sottoposta in questo momento a molte spinte in direzioni diverse. Si tratta pertanto di collocare questo progetto dentro un orizzonte definito, rispettoso delle radici, della cultura, nel suo divenire, per una città più giusta.Il Naviglio, che ha avuto un ruolo cruciale nella vita dei milanesi per oltre ottocento anni, può essere ripristinato coerentemente con lo sviluppo urbano attuale.L’analisi dell’antico corso dei Navigli e le trasformazioni intervenute successivamente alla loro chiusura hanno rappresentato il punto di partenza sulle quali sono state definite tutte le ipotesi progettuali per la loro riapertura.L’indagine topografica della città ha permesso di riscoprire invece quegli spazi che intorno al Naviglio possono assumere anche oggi un particolare valore morfologico e nuove opportunità funzionali.I Navigli si inseriranno a Milano in contesti urbani e tipologici tra loro molto diversi, così come avveniva un tempo, essi restituiranno qualità urbana, in un momento in cui la domanda di qualità urbana, intesa come diritto collettivo espresso dalla città moderna è sempre più forte, come qualità ambientale in senso globale.La loro riapertura, nel quadro delle trasformazioni urbanistiche già in atto, è il segno di una nuova strategia, quella riconducibile all’idea di Milano città principale dell’unica area urbana milanese e lombarda, città policentrica della Lombardia. Città grande.
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