ACR-ONLUS di fatto.!

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 Massimiliano Pastore5 febbraio 12.52.50EconomiaCorte Conti: effetti recessivi da pressione fiscale eccessivaCorruzione pregiudica economia del Paesedi red - 05 febbraio 2013 12:07fonte ilVelino/AGV NEWSRomaLa corruzione dilaga e “pregiudica” l’economia del Paese. A lanciare l’allarme è il presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, che ha inaugurato l’anno giudiziario. Il problema, sottolinea, è che ormai la corruzione ha assunto “natura sistemica” e ciò “oltre al prestigio, all’imparzialità e al buon andamento della pubblica amministrazione pregiudica l’economia della nazione”. Del resto, da tempo la magistratura contabile ha avuto modo di rilevare che la corruzione si è trasformata “da fenomeno burocratico/pulviscolare” a “fenomeno politico-amministrativo-sistemico”. Parole chiare sono arrivate anche sui conti pubblici, in particolare sul “percorso di riequilibrio” che è “ancora lungo e non privo di impegni gravosi” ma pure “urgente” e da attuarsi “secondo un percorso concordato in sede europea e ulteriormente rafforzato dalla detta costituzionalizzazione dell’obbligo dell’equilibrio dei bilanci”. Giampaolino non ha dubbi che “l’azione di riequilibrio costituisce non solo una precondizione perché l’Italia possa riprendere il cammino della crescita economica, ma è essa stessa un fattore di crescita”. Di sicuro sono evidenti “le difficoltà di gestione del bilancio pubblico in condizioni di duratura stagnazione del prodotto interno lordo” che, nonostante la “comprovata maggiore efficacia delle misure di contenimento della spesa pubblica”, resta “al di sopra dei livelli pre-crisi”. Il presidente della magistratura contabile denuncia poi il “pericolo di avvitamento” per l’economia italiana a causa delle manovre correttive e pone l’accento sul fisco: bisogna operare per “una riduzione della pressione fiscale che grava sull’economia emersa, da finanziare con le risorse provenienti dalla lotta all’evasione fiscale e dalla spending review” senza dimenticare anche una “più equa distribuzione del carico fiscale”. In breve tempo, accusa Giampaolino, “un ricorso ad aumenti del prelievo tributario, forzando una pressione fiscale già fuori linea nel confronto europeo” hanno favorito “le condizioni per ulteriori effetti recessivi”.Sul fronte del contenimento della spesa pubblica, gli interventi “si sono rivelati efficaci nel limitare le dinamiche di breve periodo: la spesa pubblica complessiva, al netto degli interessi sul debito, si è ridotta, nell’ultimo triennio, di oltre l’1 per cento” ma ciò è avvenuto “con effetti non sempre condivisi nella composizione della spesa e con interventi non sempre adeguatamente selettivi”. Secondo la Corte dei Conti “l’impostazione deve dunque essere ripensata in funzione di un obiettivo di più lungo periodo, che non può non investire la questione della misura complessiva dell’intervento pubblico nell’economia”. Al nuovo Parlamento e al nuovo governo “spetta il compito di esplorare - restando all’interno del sentiero di risanamento che conduce al pareggio di bilancio - le azioni in grado di generare una più equilibrata composizione di entrate e spese, una volta superata l’emergenza finanziaria”.http://www.facebook.com/events/419626924787725/#!/groups/241918932550070/?group_id=0www.acraccademia.it e www.radioasso.it