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acr e crv con il C.B.

Post n°218 pubblicato il 24 Marzo 2014 da oceano58

Cos'è il CYBER BULLISMO?! a cura di KB

Alla luce dei recenti fatti di cronaca che riguarda il mondo dei giovani,
Skuola.Net ha deciso di fare degli incontri sul bullismo e su cyberbullismo. In
ogni caso, i risultati ottenuti sembrano concordare sul fatto che il
cyberbullismo, sebbene meno diffuso del tradizionale bullismo, rappresenti un
fenomeno che coinvolge sempre più preadolescenti e adolescenti (Adnkronos
Salute) - Ha contagiato vip e gente comune. E' la moda del 'selfie': autoscatti
che nel giro di pochi secondi vengono pubblicati sui social network e condivisi
con amici, ma anche con sconosciuti. "Sono uno strumento usato per rafforzare
la propria autostima, un'espressione narcisistica che può rimanere positiva",
spiega Paolo Antonio Giovannelli, direttore dell'Esc Team, un gruppo
specialistico nato a Milano per prendere in carico casi di web dipendenza, oggi
a margine del primo congresso internazionale sugli 'Internet addiction
disorders', in corso nel capoluogo lombardo. Ma dietro i comportamenti che
adottiamo in Rete possono nascondersi anche rischi o possibili disturbi. Passi
il selfie, "però se una persona cambia l'immagine del proprio profilo Facebook
per 50 volte in un mese, allora diventa preoccupante e potrebbe essere
espressione di una ricerca non sempre positiva di identità", avverte l'esperto.
Preoccupante è anche "il dilagare degli episodi di cyberbullismo -una
violazione del Codice civile, del Codice penale e, per quanto riguarda
l'ordinamento italiano, del Codice della Privacy. Oggi il 34% del bullismo è
online, in chat, quest'ultimo viene definito cyberbullismo. Pur presentandosi
in forma diversa, anche quello su internet è bullismo: far circolare delle foto
spiacevoli o inviare mail contenenti materiale offensivo può costituire un
danno psicologico.In Inghilterra, più di 1 ragazzo su 4, tra 11 e i 19, anni è
stato minacciato da un bullo via e-mail o sms. In Italia, secondo l’Indagine
nazionale sulle Condizione dell’Infanzia e dell’Adolescenza pubblica nel 2011
Eurispes,, Telefono Azzurro, un quinto dei ragazzi ha trovato in Internet
informazioni fakse sul proprio conto. C'è una maggiore inconsapevolezza online.
E' meno facile capire quanta sofferenza si sta causando Per i giovani che
stanno crescendo a contatto con le nuove tecnologie, la distinzione tra vita
online e vita offline è davvero minima. Le attività che i ragazzi svolgono
online o attraverso i media tecnologici hanno quindi spesso conseguenze anche
nella loro vita reale. Allo stesso modo, le vite online influenzano anche il
modo di comportarsi dei ragazzi offline, e questo elemento ha diverse ricadute
che devono essere prese in considerazione per comprendere a fondo il cyber
bullismo a questo fenomeno non agiscono solo i bulli, ma anche persone che di
norma non sono tali e nell'anonimato della rete esercitano violenza e
aggressività. Succede sempre di più, ed è più facile lasciarsi andare perché la
persona che soffre non è presente ed è difficile toccare con mano il suo
dolore. . In ogni caso, i risultati ottenuti sembrano concordare sul fatto che
il cyberbullismo, sebbene meno diffuso del tradizionale bullismo, rappresenti
un fenomeno che coinvolge sempre più preadolescenti e adolescenti. Per la prima
volta in Italia i massimi esperti mondiali e nazionali si incontreranno per
dibattere sulle nuove dipendenze indotte dalla diffusione delle connessioni
telematiche. Il congresso organizzato dal con consorzio telematico
specializzato Esc Team il 21 e 22 marzo 2014 patrocinio ospiterà trenta tra i
migliori clinici e ricercatori nazionali ed internazionali. Tra questi ultimi:
lo psicologo giapponese Tamaki, dell’Università di Tsukuba, specializzato nel
dilagante fenomeno degli “hikikomori”, i giovani che vivono isolati dal
consesso umano preferendo la connessione telematica alle persone in carne e
ossa. In Giappone sono già meno di mezzo milione, ma la patologia si sta
estendendo anche nel resto del mondo. La discussione e il confronto
permetteranno una discussione nell’ambito della diagnosi, cura epidemiologia,
riabilitazione, educazione e prevenzione dei disturbi da abuso e dipendenza da
internet in ambiti come videogiochi, cyber-bullismo, pornografia, cyber sex,
gioco d’azzardo, information overload, netcompulsion e social network di
connessione- spiega il Prof. Paolo Antonio Giovannelli, direttore dell’ESC
Team- ha profondamente trasformato la nostra stessa esperienza umana. Questa
trasformazione epocale modifica l’espressione delle forme di disagio e
sofferenza caratteristiche di ogni società, sino ad arrivare alla definizione
di veri e propri quadri clinici correlati all’utilizzo improprio di Internet.
Risulta dunque fondamentale convogliare su queste nuove forme di dipendenze l’
attenzione di tutte le figure professionali che si confrontano quotidianamente
con queste problematiche.
Cosa fa Renzi per combattere cyberbullismo
La sensibilità verso questo tema rappresenterebbe una grande fonte di
innovazione del partito.
Il segretario Matteo Renzi sa bene che il suo ruolo e quello del partito non
può essere limitato alla riforma della legge elettorale e alle riforme
istituzionali: il rischio di essere percepito come concentrato su temi lontani
dal paese reale e forte e le prossime sfide elettorali premieranno chi saprà
essere percepito come vicino ai temi del lavoro e della società che nel
frattempo sta cambiando velocemente: ecco che, non appena eletto, le priorità
indicate sono state anche quelle del Jobs Act e di una grande campagna di
ascolto del mondo della scuola facendo leva sulla base e sugli amministratori
impegnati sul territorio proprio sul fronte civile dell’educazione e dell’
insegnamento. Tra i tanti problemi che la scuola italiana si trova ad
affrontare, particolarmente simbolico è quello del cyberbullismo dato che
investe trasversalmente il ruolo degli insegnamenti in una società che cambia e
il rapporto fiduciario con le famiglie. Il cyberbullismo è un fenomeno più
esteso di quanto si pensi al punto che l’Agcom, il Miur ed alcune aziende
Internet – da Google a Microsoft– hanno da poco lanciato un codice di
autoregolamentazione che sconta l’assenza dei grandi social network come
Facebook e di quelli che sono usati soprattutto dai teenager, ma che non hanno
una presenza fisica in Italia come Ask.fm. La sensibilità verso questo tema
rappresenterebbe una grande frontiera di innovazione del Pd e insieme l’impegno
a porsi come interlocutore informato e competente verso un mondo, come quello
digitale, che oggi non può più essere guardato come un ambiente “virtuale” e
capace da sfuggire ad ogni regolamentazione e controllo da parte del soggetto
pubblico. Essere credibili su questo tema vorrebbe dire: farsi protagonista di
azioni di conoscenza e attenzione dei fenomeni digitali verso le famiglie,
facendo sì che queste non si nascondano dietro la mancata “visibilità” del
tempo speso online da parte dei loro figli, ma si interessino all’uso del
digitale che questi fanno: chiedere «come è andata la giornata su Facebook?»
dovrebbe essere il nuovo «come è andata la giornata a scuola?»; - stimolare la
massima attenzione verso quei social network che non presentano alcuna cautele
come Ask.fm e più in generale sulla tendenza a pubblicare in modo
indiscriminato immagini e informazioni da parte dei più giovani: lo scopo non è
demonizzare questi ambienti, ma aiutare ragazze e ragazzi a comprendere la
“continuità” e il valore che le informazioni online presentano e la necessità
di saperle scegliere. Oggi l’educazione civica dovrebbe fare buona sintesi con
l’educazione al digitale; - dare agli insegnanti i giusti strumenti per
comprendere e sensibilizzare gli studenti in merito ai rischi del digitale e al
fatto che questo mondo non è fuori dalla legge, battendosi, nel contempo,
perché la Polizia postale e gli altri soggetti coinvolti abbiano le competenze
e le risorse necessarie per intervenire e preservare i diritti di ciascuno;
- approfittare delle prossime elezioni europee perché queste siano un’
occasione di confronto e di impegno, in sede comunitaria, di iniziative volte a
premiare i comportamenti virtuosi delle piattaforme e punire quelle realtà che
si pongono fuori da norme attente a questo fenomeno. La politica e il Pd hanno
bisogno di stare tra le gente, fra i problemi che il mondo contemporaneo pone:
il cyberbullismo e la scuola oggi sono fra gli aspetti che più dimostrerebbero
il ruolo che un partito moderno ha per promuovere un uso più corretto delle
tecnologie e una società migliore. Se questa dovrebbe essere auspicabilmente la
mission del Pd, suona alquanto stridente la lettera di Alessandra Moretti,
pubblicata domenica 9 febbraio dal Corriere della Sera, dove si preannuncia una
proposta di legge a proposito del “hate speech” (del testo della legge, al
momento non c’è traccia), puntualmente (e doverosamente) stigmatizzata dai
commentatori più competenti e accreditati per l’approssimazione e lo scarso
approfondimento mostrato dalla parlamentare nell’affrontare un tema delicato e
sensibile. Nel Pd e intorno al Pd su tutti i temi che riguardano il digitale –
dal cyberbullismo alla web tax, solo per fare due esempi – esistono persone
competenti e capaci. Sarebbe ora che si iniziasse a sentire (soprattutto) la
loro voce.
KM e ACR

www.acraccademia.it/Il%20Sanremese%20pag%204.html

http://www.comunitanuova.it/

 
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Ieri sera sono andato sui colli bolognesi al Rocketsday 3, terzo raduno dei fans italiani dei Roc... (continua)
 
Commenti al Post:
sergio.merzario4658
sergio.merzario4658 il 25/03/14 alle 11:34 via WEB
http://www.acraccademia.it/Il%20Sanremese%20pag%201.html
(Rispondi)
oceano58
oceano58 il 27/03/14 alle 00:07 via WEB
San Giuseppe.. Auguri ai papà e ai GIUSEPPE! Il dolce tipico: le sfingi di San Giuseppe.. eccovi La ricetta. 500 g. di farina 6 uova 200 g. di zucchero 250 g. di latte 25 g. di lievito olio Procedimento. Impastate la farina,con tre uova intere e tre tuorli, unite il lievito sciolto nel latte tiepido e lo zucchero. Lavorate fino ad ottenere un impasto morbido e lasciate lievitare fino a che l’impasto presento bollicine in superficie. In olio caldo tuffate poi cucchiaiate d’impasto. Appena dorate, togliete le sfincie, mettetele da parte ad assorbire l’olio in eccesso e spolverate con zucchero. Per il giorno di San Giuseppe in tutte le case della Sicilia si mangia la famosa “pasta con le sarde e i finocchietti" accompagnata da un buon vinello In Sicilia questa festa è molto sentita. D'altronde, come sottovalutare l’importanza dei nostri papà? Sono e resteranno sempre la guida principale di tutti noi figli. Giovani o meno giovani che siate, è fuor di dubbio che il ruolo della famiglia sia di primaria importanza per tutti. E magari questa festa può essere l’occasione giusta per ricordarcelo. Spesso ci dimentichiamo il valore di tante piccole cose che abbiamo nella quotidianità e che diamo per scontate, ma invece scontate non sono affatto. Questo giorno può essere magari il pretesto per dimostrare ai papà quanto bene gli vogliamo. e anche le persone che purtroppo non hanno più accanto a se questa persona così importante possono portarla nel cuore mantenendola sempre viva nella memoria. Auguri a tutti i Giuseppe e soprattutto a tutti i papà! a cura di KCBM e ACR 19 Marzo San GIUSEPPE! Festa Del Papà .. Auguri a tutti i Papà del mondo... da acr! Giuseppe Nacque forse a Betlemme, il padre si chiamava Giacobbe e pare che fosse il terzo di sei fratelli. La tradizione ci tramanda la figura del giovane Giuseppe come un ragazzo di molto talento e un temperamento umile, mite Giuseppe era un falegname che abitava a Nazareth. All’età di circa trenta anni fu convocato dai sacerdoti al tempio, con altri scapoli della tribù di Davide, per prendere moglie. Giunti al tempio, i sacerdoti porsero a ciascuno dei pretendenti un ramo e comunicarono che la Vergine Maria di Nazareth avrebbe sposato colui il cui ramo avrebbe sviluppato un germoglio. Solamente il ramo di Giuseppe fiorì e in tal modo fu riconosciuto come sposo destinato dal Signore alla Santa Vergine. Maria, all’età di 14 anni, fu data in sposa a Giuseppe, tuttavia ella continuò a dimorare nella casa di famiglia a Nazareth di Galilea per la durata di un anno, che era il tempo richiesto presso gli Ebrei, tra lo sposalizio e l’entrata nella casa dello sposo. Fu proprio in questo luogo che ricevette l’annuncio dell’Angelo e accettò: "Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto" Poiché l’Angelo le aveva detto che Elisabetta era incinta chiese a Giuseppe di accompagnarla dalla cugina che era nei suoi ultimi tre mesi di gravidanza. Dovettero affrontare un lungo viaggio di 150 Km poiché Elisabetta risiedeva ad Ain Karim in Giudea. Maria rimane presso di lei fino alla nascita di Giovanni Battista. Maria, tornata dalla Giudea, mise il suo sposo di fronte ad una maternità di cui non poteva conoscerne la causa. Molto inquieto Giuseppe combatté contro l’angoscia del sospetto e meditò addirittura di lasciarla fuggire segretamente per non condannarla in pubblico, perché era uno sposo giusto. Infatti, denunciando Maria come adultera la legge prevedeva che fosse lapidata e il figlio del peccato perisse con Lei. Giuseppe stava per attuare questa idea quando un Angelo apparve in sogno per dissipare i suoi timori: "Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in Lei viene dallo Spirito Santo" Tutti i turbamenti svanirono e non solo, affrettò la cerimonia della festa di ingresso nella sua casa con la sposa. Su ordine di un editto di Cesare Augusto che ordinava il censimento di tutta la terra, Giuseppe e Maria partirono per la città di origine della dinastia, Betlemme. Il viaggio fu molto faticoso, sia per le condizioni disagiate, sia per lo stato di Maria oramai prossima alla maternità. Betlemme in quei giorni brulicava di stranieri e Giuseppe cercò in tutte le locande, un posto per la sua sposa ma le speranze di trovare una buona accoglienza furono frustrate. Maria diede alla luce suo figlio in una grotta nella campagna di Betlemme e alcuni pastori accorsero per fargli visita e aiutarli La legge di Mosè prescriveva che la donna dopo il parto fosse considerata impura, e rimanesse 40 giorni segregata se aveva partorito un maschio, e 80 giorni se femmina, dopo di che doveva presentarsi al tempio per purificarsi legalmente e farvi un’offerta che per i poveri era limitata a due tortore o due piccioni. Se poi il bambino era primogenito, egli apparteneva per legge al Dio Jahvè. Venuto il tempo della purificazione, dunque, si recano al tempio per offrire il loro primogenito al Signore. Nel tempio incontrarono il profeta Simeone che annunciò a Maria: "e anche a te una spada trafiggerà l’ anima". Giunsero in seguito dei Magi dall’oriente che cercavano il neonato Re dei Giudei. Venuto a conoscenza di ciò, Erode fu preso da grande spavento e cercò con ogni mezzo di sapere dove fosse per poterlo annientare. I Magi intanto trovarono il bambino, stettero in adorazione e offrirono i loro doni portando un sollievo alla S. Famiglia. Dopo la loro partenza, un Angelo del Signore, in apparizione a Giuseppe, lo esortò a fuggire: "Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e sta la finché non ti avvertirò; perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo" . Giuseppe si mise subito in cammino con la famiglia per un viaggio di circa 500 Km. La maggior parte del cammino si svolse nel deserto, infestato da numerose serpi e molto pericoloso a causa dei briganti. La S. famiglia dovette così vivere la penosa esperienza di profughi lontano dalla propria terra. Nel mese di Gennaio del 4 a.C, immediatamente dopo la morte di Erode, un Angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: «Alzati, prendi il bambino e sua madre e và nella terra d’Israele; sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino». Giuseppe obbedì subito alle parole dell’Angelo e partirono ma quando gli giunse la notizia che il successore di Erode era il figlio Archelao ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nella Galilea e andò ad abitare in una città chiamata Nazareth, perché si adempisse quanto era stato detto dai profeti: «Egli sarà chiamato Nazareno». La S. famiglia, come ogni anno, si recò a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Trascorsi i giorni di festa, si incamminarono verso la strada del ritorno credendo che il piccolo Gesù di 12 anni fosse nella comitiva. Ma quando seppero che non era con loro, iniziarono a cercarlo affannosamente e, dopo tre giorni, lo ritrovarono al tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava. Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati ti cercavamo». Passarono altri venti anni di lavoro e di sacrificio per Giuseppe sempre accanto alla sua sposa e morì poco prima che suo figlio iniziasse la predicazione. Non vide quindi la passione di Gesù sul Golgota probabilmente perché non avrebbe potuto sopportare l’atroce dolore della crocifissione del Figlio tanto amato. San Giuseppe protettore dei poveri. Nella tradizione popolare, San Giuseppe, sposo della Vergine Maria, è il santo protettore dei poveri e dei derelitti, poiché i più indifesi hanno diritto al più potente dei Santi. In questo giorno, si ricorda la sacra coppia di giovani sposi, in un paese straniero ed in attesa del loro Bambino, che si videro rifiutata alla richiesta di un riparo per il parto. Questo atto, che viola due sacri sentimenti: l'ospitalità e l'amore familiare, viene ricordato in molte regioni con l'allestimento di un banchetto speciale. Così in alcuni paesi della Sicilia, il 19 marzo di ogni anno, si usava invitare i poveri al banchetto di san Giuseppe. In questa occasione, un sacerdote benediva la tavola, ed i poveri erano serviti dal padrone di casa. Oltre a proteggere i poveri e le ragazze, San Giuseppe, in virtù della sua professione, è anche il protettore dei falegnami, che da sempre sono i principali promotori della sua festa. La festa del 19 marzo è anche associata a due manifestazioni specifiche, che si ritrovano un po' in tutte le regioni d'Italia: i Falò e le Zeppole. Poiché la celebrazione di san Giuseppe coincide con la fine dell'inverno, si è sovrapposta ai riti di purificazione agraria, effettuati nel passato pagano. In quest'occasione, infatti, si bruciano i residui del raccolto sui campi, ed enormi cataste di legna vengono accese ai margini delle piazze. Quando il fuoco sta per spegnersi, alcuni li scavalcano con grandi salti, e le vecchiette, mentre filano, intonano inni per San Giuseppe. Questi riti sono accompagnati dalla preparazione delle zeppole, le famose frittelle, che pur variando nella ricetta da regione a regione, sono il piatto tipico di questa festa. Oggi è la festa del papà! L’origine di questa data risale ad un’usanza cattolica di associarla alla ricorrenza di San Giuseppe, padre putativo di Gesù. Così, paesi di tradizione cattolica come la Spagna festeggiano questo stesso giorno. Nella maggioranza dei paesi invece la festa del papà cade la terza domenica di giugno. L’origine di tale festività si fa infatti ricondurre agli Stati Uniti dove la signora Smart Dott, agli inizi del novecento, chiese di ufficializzare la festa del papà e lei stessa organizzò un festeggiamento il 19 giugno del 1910, giorno del compleanno del padre. Dal 1924 fu dichiarata festa nazionale e durante la presidenza Johnson si stabilì che fosse la terza domenica di giugno. I paesi che si rifanno alla tradizione statunitense sono molti, tra i quali Cuba, Francia, Ungheria e Venezuela. In America del Sud, il giorno del papà è una ricorrenza molto sentita: si festeggiano i papà ed anche gli zii ed i nonni ed è tradizione fare un regalo. In Argentina si festeggiò la prima volta il 24 agosto 1958, in corrispondenza dell’anniversario di José di San Martin, il padre della patria; dall’anno successivo la festa del papà si festeggia come negli Stati Uniti, in Russia la festa del papà è il 23 febbraio e i padri sono ricordati come difensori della patria. In Corea del Sud l’8 maggio è il giorno dei genitori, in Germania si festeggia nel giorno dell’Ascensione, 40 giorni dopo la Pasqua. Molti paesi festeggiano in estate, ma si arriva fino a dicembre, il 5, in Thailandia. Quando la Festa del Papà prese piede anche in Italia si decise di festeggiarla il 19 marzo, per San Giuseppe. Durante il corso della giornata si festeggia con falò e zeppole che variano da regione a regione per quanto riguarda la ricetta, ma restano comunque i dolci ufficiali della Festa del Papà. Per quanto riguarda i falò invece, si bruciano i resti del raccolto dei campi, essenzialmente per purificare la terra dalla fine dell'inverno. Di solito, mentre il fuoco brucia si crea grande festa intorno. In Sicilia e in Salento inoltre secondo le origini, la storia e le tradizioni, si creano le cosiddette Tavole di San Giuseppe, la sera del 18 marzo le famiglie imbandiscono tavole con pasta, verdura, dolci, frutta e vino con al centro l'immagine del Santo. In Sicilia. Il 19 marzo è la festa di S. Giuseppe ed il Santo trova numerosi devoti nella cittadina barocca ricca di bellezza mediterranea di Scicli, in provincia di Ragusa. Il Santo è il protettore dei falegnami, degli orfani e delle giovani in età da marito che lo invocano per poter contrarre un buon matrimonio. Qui il Santo è festeggiato con la "cavalcata", che ricorda la fuga della Sacra Famiglia in Egitto. I cavalli ed i muli impegnati in tale manifestazione folkloristica sono addobbati a festa con dei fiori stagionali e sono preceduti nel loro corteo da tre figuranti che rappresentano la Sacra Famiglia; S. Giuseppe è rappresentato con un mantello celeste. Quando il corteo passa per i cortei della città, i fedeli accendono dei falò, in ricordo dell'evento biblico della fuga della sacra famiglia da Erode, quando lungo il loro cammino furono aiutati dai falò e dalle fiaccole accesi dai pastori che vigilavano le greggi. Il Santo è molto venerato anche a Santa Croce Camerina (Rg), dove è festeggiato a partire dai primi anni del 1800 quando un nobile del luogo offrì dei campi per onorare le spese della festa e quando dei sciclitani si trasferirono in questa città e propagarono il culto del Santo. Qui il Santo è onorato attraverso la preparazione e la vendita di vari cibi, come dolci, la celebrazione della messa solenne e la costituzione di varie "Sacre Famiglie" in cui il Patriarca porta un bastone fiorito in cui è attaccata un'immagine del Santo. Le varie famiglie così costituite procedono per le vie cittadine fino a raggiungere le case dove sono state preparate delle abbondanti cene. S. Giuseppe è festeggiato anche a Ribera (Ag), già la domenica precedente il giorno della festa con l'entrata in città dei cavalieri, i deputati della festa, che, guidati dal loro capo, accompagnati dalla banda musicale e da una squadra di tamburini e preceduti nella loro entrata in città dallo scoppio di mortaretti, portano dei rami d'alloro in onore del Santo. Questo è solo l'inizio dei festeggiamenti. Una seconda tappa prevede la preparazione della "stragula", una torre di circa 10 metri che è costruita su di un carro e rivestita con dei rami d'alloro e varie forme di pane legati tra loro con delle cordicelle; al suo centro è collocato un quadro di S. Giuseppe, il padre della provvidenza; il carro è trainato da buoi riccamente addobbati. La successiva tappa rientrante nei festeggiamenti è il banchetto di S. Giuseppe. Il giorno della festa i devoti che hanno fatto un voto a San Giuseppe hanno il compito di preparare un lauto pranzo che poi sarà consumato dai "Santi", tre figuranti che rappresentano la Sacra Famiglia. Occorre notare la notevole abbondanza di pane che è presente in questo pasto.
(Rispondi)
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