Creato da vladimiromajakovskij il 17/04/2009
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Ultimi Commenti


 
vladimiromajakovskij
vladimiromajakovskij il 15/12/09 alle 11:29 via WEB
Penso che Majakovskij sia il poeta peggio tradotto della storia. La lettera che citi ha dei passi di rara ironia e passione, altri freddi, quasi fossero stati scritti da un burocrate. Io ho una mia idea: Penso che il poeta abbia più volte tentato il suicidio ma non l'abbia mai fatto. Penso sia stato suicidato dal regime quando sia diventato troppo scomodo. Questo blog ha una storia sua e che ho in testa. Pian piano parlerò anche di questo. Ho letto tanto del poeta che mi pare l'unica soluzione. Ma forse confondo la storia con la letteratura. Nell'altro blog ho scritto qualche cosa che ogni tanto rileggo, altre cose sono delle vere schifezze. Quanto a Camus ne potremmo parlare per giorni interi... "La peste" va insegnato nelle scuole.
 

 
LuceNera0
LuceNera0 il 14/12/09 alle 20:14 via WEB
Tutte le donne, e tutti gli uomini, che hanno superato i 30 anni hanno un ex da dimenticare, non è prevedibile, è fisiologico. Sul resto bhè... una bella serata.
 

 
nastenka_d
nastenka_d il 14/12/09 alle 19:14 via WEB
-Il suicidio è un atto letterariamente corretto, politicamente eroico, esistenzialmente scorretto- in effetti é così ... "A tutti. Del fatto che muoio non incolpate nessuno, e, per favore, non spettegolate. Il defunto l'aveva in grande orrore. Mamma, sorelle e compagne, scusatemi: questo non è un modo (non lo consiglio agli altri. Ma io non ho scelta, Lilja amami. Compagno governo, la mia famiglia sono Lilja Brik, la mamma, le mie sorelle e Veronica Vitoldovna Polonskaja. Se creerai per loro un'esistenza possibile, grazie. Le poesie incompiute datele ai Brik, loro se la sbroglieranno.Come suol dirsi «l'incidente è chiuso». La barca dell'amore s'è spezzata contro la vita quotidiana.Tra la vita e me i conti tornano ed è vano elencare guai.Dolori.Offese reciproche." Ho recuperato sulla sua biografia la lettera che lasciò prima di morire. Mi ha sempre fatto "impressione" il suo tono dimesso, di rassegnazione... Ma lui era il poeta dell'amore totale privato e pubblico. La patria e l’amata sono la stessa cosa.E' come se morisse per entrambi distrutto dalla passione per il comunismo e la sua donna: da vero romantico/rivoluzionario. [dovrò leggermi i tuoi post vecchi]
 

 
vladimiromajakovskij
vladimiromajakovskij il 14/12/09 alle 18:14 via WEB
Majakovskij sembra sia morto suicida o, meglio, suicidato e sul suicidio scrissi un post sull'altro blog che ti riporto: Il poeta della rivoluzione aveva un cuore nero di cenere e un cappotto bordato di rosso. Agitava tamburelli di carta ad ogni sogno nuovo di zecca e cadeva nel vuoto lasciato nel letto dalla sua Lilick. Il suo suicidio affermava le evidenze: inscenato o autentico? Il suicidio è un atto letterariamente corretto, politicamente eroico, esistenzialmente scorretto. Marina Cvetaeva dopo l’arresto del marito e della figlia, dopo la deportazione in una sperduta località tartara, senza mezzi di sussistenza, isolata e sola, aveva agito con logica disperazione. Esenin aveva scritto i suoi versi ultimi col sangue delle sue vene tagliate via: In questa vita morire non è nuovo/ ma di certo non lo è neppure vivere. Majakovskij scrive correggendo Esenin e la sua fine: In questa vita non è difficile morire/ Vivere è di gran lunga più difficile. Lilja Brik, amante di Majakovkij, e poi suo eterno punto nel vuoto, restò accanto al poeta dopo la fine della liason erotica con l’uomo. Ella scrive nelle sue memorie: “L’idea del suicidio era la malattia cronica di Majakovskij”… Nel 1916 una mattina presto mi svegliò una telefonata. La voce bassa, cupa di Majakovskij: «mi sparo, addio Lilick». Gridai: «Aspettami! », mi gettai addosso qualcosa sopra la vestaglia, mi precipitai dalle scale, implorai, incitai, tempestai di pugni la schiena del vetturino. Majakovskij mi aprì la porta. Nella stanza sul tavolo c’era una pistola. Disse: «Ho sparato, cilecca, non ho provato un’altra volta, ho aspettato te». Osip Brik disse a proposito del suicidio del poeta: “Le persone non si suicidano per due ragioni: o perché sono più forti delle contraddizioni che le lacerano o perché in generale non hanno alcuna contraddizione”. Majakovskij era forse giunto in un punto in cui la lacerazione era troppo profonda e la dominazione impossibile. La difficoltà di amare e di essere amato, l’impossibilità di una comunicazione autentica, emergono nelle sue liriche amorose in uno scontro tra l’impossibile possesso e l’impossibile eternità di un sentimento. E un tema che riprenderò a tempo debito.
 

 
vladimiromajakovskij
vladimiromajakovskij il 14/12/09 alle 15:36 via WEB
Punto primo: Fa lo stesso effetto la rielaborazione del ricordo... Punto secondo: Non vedo nulla di amaro né di black in una donna passionale come te! :D
 

 
vladimiromajakovskij
vladimiromajakovskij il 14/12/09 alle 15:20 via WEB
Chiederò il permesso alla dottoressa V. di raccontare il resto. Mi sono già procurato il bollino rosso da attaccare al post! :D
 

 
vladimiromajakovskij
vladimiromajakovskij il 14/12/09 alle 15:13 via WEB
Che classe Gozzano. Ho una venerazione per i suoi versi ironici e insieme pieni di passione. A mio modo di vedere una mescolanza perfetta. Grazie!
 

 
nastenka_d
nastenka_d il 14/12/09 alle 09:26 via WEB
Camus mi ricorda un periodo della mia vita. Leggere il " Il mito di Sisifo " mi ha [involontariamente] aiutato. " C'è un solo problema filosofico veramente serio: il suicidio. Giudicare se la vita vale o non vale la pena di essere vissuta significa rispondere alla questione fondamentale della filosofia. " [perdona la divagazione... davvero bello quello il racconto]
 

 
amarablack
amarablack il 14/12/09 alle 00:48 via WEB
..ah.. mi ha dato un leggero brivido.. la sete di emozioni fa centellinare quelle degli altri.. con un sorriso che si sforza di essere distaccato.. ma che in realtà inumidisce le labbra e sogna..... si.. è un bel leggere questo bellissimo scrivere....
 

 
dairydaisy
dairydaisy il 13/12/09 alle 23:45 via WEB
...Sei un cavaliere, devi fermarti per forza.
 
 
 
 

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