TAXI A ROMA

TAXI A ROMA : PERONACI FABRIZIO : ORAMAI UN CASO UMANO


FABRIZIOla nuova perla sulla corporazione piu' scalcinata d'Italia
 Logorroico come una moglie avvizzita dagli anni , torna il nostro Fabrizio (Peronaci n.d.r. del C.d.S ) sui suoi oramai datati copia e incolla sulla corporazione piu' scalcagnata che mai sia estita in Italia .Con un Governo amico ( Berlusconi ) con un Sindaco amico (dice lui ) ,qui' a Roma queste amicizie hanno dato alla categoria dei tassisti la certezza che la tariffa adeguata in tutta Italia e nel mondo a causa degli inequivocabili aumenti dei costi dei carburanti , per quanto riguarda Roma , siamo oramai sicuri che non la vedremo nemmeno quest'anno !Essa risale a ottobre 2006 !E il giornalista continua a millantare amicizie particolari tra la categoria e il Sindaco piu' sgangherato d'Italia che,addirittura ha dato il permesso ai cugini ncc extra SPQR.Pensa se era un nemico che cosa altro poteva combinare . Solo una mente contorta come quella dell'estensore dell'articolo qui' di seguito puo' pensare che un cittadino sano di mente possa considerare l'ipotesi di votare Alemanno per il prossimo mandato .Eppure , solo lui ,Fabrizio ,continua a vedere la tariffa come uno scambio elettorale........C'e' da rimanere basiti sulla liberta' di stampa e sui finanziamenti pubblici all'editoria soprattutto se servono a pagare lo stipendio a tali soggetti che ,vista l'aria che tira , potrebbero essere utili in agricoltura.____________fonte :http://www.rassegnastampa.comune.roma.it/View.aspx?ID=2012050721601169-1Corriere della Sera Roma di lunedì 7 maggio 2012, pagina 1Se i tassisti alzano il prezzodi Peronaci FabrizioARIA DI ELEZIONI, SU LE TARIFFE SE I TASSISTI ALZANO IL PREZZO di FABRIZIO PERONACI 
 è una vicenda, in questi primi quattro anni della Roma governata dal centrodestra, che più di ogni altra racconta le difficoltà della politica, ai limiti del masochismo, nell'individuare l'equo punto di ricaduta tra legittime rivendicazioni di parte e interesse diffuso: la vertenza taxi. Tutto iniziò nei 2008, all'indomani della vittoria di Alemanno, quando parve scontato alle organizzazioni «tassinare» che avevano sostenuto «l'amico Gianni» (incollando gli adesivi con il suo volto sulle portiere, parlando male ai clienti di Prodi e Rutelli, imprecando contro l'assessore di turno per il traffico o le buche stradali) passare all'incasso «tutto e subito». Lo fecero pretendendo, e ottenendo, aumenti tariffari mai visti: nella prima versione (inverno 2010, quando la crisi già mordeva salari e bilanci familiari) addirittura del più 6596 sulle corse brevi. Fu un errore fatale, che la parte sana della categoria (quella che non «arrotonda» con le truffe) sta ancora pagando. E già, perché il risultato della mancata mediazione (è vero che i tassisti votano, ma pure gli utenti sono elettori...) è stato la paralisi: le tariffe, nonostante le 27 sedute di consiglio comunale loro dedicate, sono rimaste immutate. Inchiodate al «prezzario» 2007 che a onor del vero, considerata la corsa folle dei carburanti, sarebbe stato logico aggiornare per dare un po' di ossigeno alla categoria. Ma tant'è. Il Campidoglio, tra delibere bocciate dal Tar e cortocircuiti burocratici come l'istituzione di un comitato di «saggi» che ha impiegato mesi per fissare criteri che oggi tutti vorrebbero aggirare, non ha ancora portato a dama l'infinita querelle.E un paradosso che fa infuriare i tanti che si erano battuti (fin troppo rumorosamente) contro il «nemico» Veltroni e le sue duemila nuove licenze: i 7.800 tassisti romani sono stati lasciati a bocca asciutta dall'amministrazione più vicina, basti pensare che il leader del «3570» Loreno Bit-tarelli nel 2oo8 si candidò al Senato con il Pdl e che un altro capo sindacale, Giuliano Falcioni, sulla spinta del «vento nuovo» in Campidoglio è trasmigrato dal volante di un taxi all'ufficio stampa dell'Atac. Adesso, poi, quel paradosso rischia di diventare nemesi. L'assessore Antonello Aurigemma, nell'estremo tentativo di contemperare gli interessi, venerdì scorso ha portato in «commissione consultiva» la sua proposta «definitiva»: aumenti medi del 1496, importo fisso di chiamata radio di 3,5 euro (per evitare che il tassametro arrivi «sovraccarico») e una rimodulazione degli scatti (più cresce l'importo, più sale il costo a km) comunque ben al di sopra dell'indice Istat indicato come tetto dai «saggi». Niente da fare. La riunione è stata sospesa tra liti e veleni. I sindacati vogliono di più, alzano la posta. «In Italia ogni giorno c'è un suicidio per la crisi, presto anche tra noi ci scapperà il morto», ha detto uno dei presenti. Ergo: o il Comune rafforza il piatto o si torna in piazza. Stavolta, però, in una prospettiva diversa: tra un anno a Roma si vota e, si sa, qualsiasi candidato sindaco senza il consenso «tassinaro» ha poche chance di successo...fperonaci@res.it ***