TAXI A ROMA

TAXI A ROMA - LO SCORSO 10 GIUGNO CAMANZI E PITRUZZELLA IN CAMPIDOGLIO


     I-Com, Istituto per la Competitività, in collaborazione con Comin & Partners e DOXA ha organizzato lo scorso 10 giugno il convegno pubblico “Liberi di scegliere o disorientati? Cittadini e imprese al bivio delle liberalizzazioni”. L’evento si è svolto a Roma dalle ore 09.45 alle ore 12.45 presso Sala Pietro da Cortona, Musei Capitolini, Piazza del Campidoglio, 1.
Il Convegno ha approfondito le principali novità emerse dal recente Disegno di legge annuale sulla concorrenza, attualmente all’esame del Parlamento rappresentando un’occasione importante per fare il punto sullo stato delle liberalizzazioni nel nostro Paese e sulla percezione che i cittadini hanno di tale processo. In occasione del Convegno sono stati presentati i risultati di uno studio condotto da I-Com in collaborazione con Comin & Partners sul livello di concorrenza di alcuni dei principali mercati regolati, anche attraverso un’analisi comparata con i principali Paesi europei ed i risultati di un sondaggio di opinione condotto da DOXA sui benefici arrecati dalle liberalizzazioni e sul grado di effettiva conoscenza tra i cittadini delle possibilità offerte dal mercato.   DA FORMICHE.NET L’AZIONE DI CAMANZI A pochi giorni dal blocco di Uberpop, il servizio che permette a qualsiasi privato di fare l’autista non professionista, per effetto di una sentenza del Tribunale di Milano, l’Autorità di Regolazione dei Trasporti guidata da Andrea Camanzi ha inviato al Governo e al Parlamento un Atto di segnalazione sull’autotrasporto di persone non di linea (taxi, noleggio con conducente e servizi tecnologici per la mobilità) che apre all’applicazione californiana, invitando a modificare la Legge del 1992. “La domanda di mobilità – specie per le fasce di reddito basse e per i giovani – si orienta verso sistemi basati sulla flessibilità e sulla condivisione di risorse, tipici della “sharing economy”, si legge nell’atto di segnalazione. “L’Autorità si propone di far emergere questo mercato, affinché domanda e offerta di servizi possano incontrarsi in modo trasparente e nel rispetto delle regole applicabili alla attività economica d’impresa”. L’APPOGGIO DELL’ANTITRUST  L’azione di Camanzi ha ricevuto l’appoggio del presidente dell’Antitrust. Ha detto Pitruzzella: ”Grazie all’economia digitale, di cui Uber è il figlio, noi abbiamo avuto una grande abbondanza di scelta, ma ci sono tutta una serie di costi e di rischi – ha detto Pitruzzella - che si possono sintetizzare nello scontro tra Uber e i tassisti. L’economia digitale prova a far fuori un’attività economica tradizionale”. Come rispondere? “Non possiamo chiuderci a dispetto dell’innovazione. Dobbiamo fare in modo di affrontare i pericoli, per cercare di minimizzarli, senza bloccare l’innovazione”, ha commentato Pitruzzella, ricordando che l’Antitrust era già intervenuta nella sua segnalazione annuale per la legge sulla concorrenza indicando al Parlamento di andare verso l’equiparazione tra taxi e Nnc (noleggio con conducente) e di aprire alle innovazioni tecnologiche.   TAXI VS UBER Introducendo il convegno di oggi Gianluca Comin, fondatore della Comin & Partners, ha ricordato che attualmente “il servizio di taxi soddisfa solo la domanda dei segmenti a reddito medio-alto, il settore business e, in parte, quello turistico. A causa della sua posizione esclusiva il taxi si è trasformato in un servizio per pochissimi, quando dovrebbe esser essere un servizio pubblico”. “Là dove si sono messi d’accordo mezzi tradizionali e nuove forme di sharing economy, da New York a Tel Aviv passando per Londra e Milano, nessuno ci ha rimesso e l’offerta si è allargata”, ha commentato Comin. DA LETTER 43 LA SHARING E LO SVILUPPO DAL BASSO. Pensiamo a un caso di estrema attualità come Uberpop, servizio che permette ai privati di diventare autisti non professionisti e per il quale le autorità di regolazione nazionali si sono espresse a favore di un accesso più libero a questo tipo di servizi. Alcune di queste ragioni sono state esposte dall’Antitrust che nella sua segnalazione annuale per la legge sulla concorrenza aveva indicato di aprirsi ad innovazioni tecnologiche come appunto Uberpop, andando incontro alle nuove esigenze della mobilità cittadini e dei consumatori. A causa delle tariffe elevate infatti, il servizio di taxi soddisfa solo la domanda dei segmenti a reddito medio-alto, il settore business e, in parte, quello turistico. Se prendiamo i soli dati di Roma, i cittadini che utilizzano con una certa frequenza il taxi sono meno del 10%, a fronte del 60% della popolazione capitolina che non lo ha mai usato in vita sua, non per affezione ecologista ai mezzi pubblici, ma a causa dei costi troppo elevati del servizio. Pertanto a causa della sua posizione esclusiva il taxi si è trasformato in un servizio per pochissimi, quando dovrebbe esser essere un servizio pubblico. LA POLITICA NON BLOCCHI LO SVILUPPO. La politica in questi casi dovrà regolamentare, ma non potrà bloccare uno sviluppo che viene dal basso e si dimostra dirompente. Lo dimostra il fatto che là dove si sono messi d’accordo mezzi tradizionali e nuove forme di sharing economy, da New York a Tel Aviv passando per Londra e Milano, nessuno ci ha rimesso e l’offerta si è allargata. Ciò di cui bisognerebbe rendersi conto è che quando esistono innovazioni dirompenti e nuove forme per soddisfare le esigenze dei consumatori (anche grazie a una tecnologia sempre più dinamica) domanda e offerta sono destinate a incontrarsi, a prescindere dalle previsioni normative. E forse la morale del discorso è proprio questa: lo Stato e le authority non dovrebbero avere l’obiettivo di indirizzare la società civile, ma quella di regolamentare fenomeni economici che nascono e crescono spontaneamente.