Est modus in rebus.

IL PILASTRO DIFENSIVO.


Centonovantuno centimetri per ottantacinque chilogrammi, possente e anche rapido (o perlomeno così dicevano), uruguagio di Montevideo, classe 1979, questi è Gonzalo Amaro (?!) Sorondo. Primi calci nel San Martin prima di passare al Defensor di Montevideo dove si afferma pian piano, anno dopo anno. Questo giovane e roccioso difensore diventa titolare nel suo club e nel 2000 a soli 21 anni fa il suo esordio nella Nazionale maggiore, la Celeste, contro la Colombia. "E’ un giocatore molto intelligente – dice l’allora ct della Nazionale Victor Pua – e può giocare senza problemi sia a sinistra che a destra." A detta di molti è un giocatore che sembra già pronto per il grande salto e per trovare spazio in qualche importante club europeo. Nel 2001, a soli 22 anni, è ormai un punto fermo della Nazionale e mette in mostra ottime qualità nel girone sudamericano di qualificazione al Mondiale nippo-coreano. Gli osservatori di varie società cominciano ad interessarsi a Gonzalo, e anche quelli dell’Inter, ovviamente…. La concorrenza non è poca dunque ma l’Inter sul mercato, come si sa, ha pochi rivali. Quando vuole un campione non se lo lascia di certo sfuggire facilmente. Presto fatto. Il club nerazzurro sborsa 18 miliardi di lire e porta a Milano il centrale che firma un contratto fino al 2006 da 2,5 miliardi netti a stagione. Il 18 Settembre 2001 Sorondo sbarca all’aeroporto di Malpensa pronto a sostituire il partente Laurent Blanc. Prendendo come riferimento i successi ottenuti in Italia dal suo connazionale Montero si presenta commentando: "Magari diventassi come lui, anche se un po' più tranquillo in campo. Sono forte nel gioco aereo e veloce, ma qui in Italia si gioca il calcio più competitivo del mondo e tutti gli stranieri devono mettersi in discussione. Sono pronto ad adeguarmi alle esigenze di Cuper: sarà lui a decidere dove e come farmi giocare". Debutta il 17.11.2001 all’Olimpico contro la Roma (0-0). Le primissime impressioni non sono cattive. Poi è subito tutto un altro spettacolo: comincia a delinearsi la figura di un difensore lento e macchinoso, ben lontano da quello che gli attenti osservatori nerazzurri avevano individuato come nuovo pilastro difensivo. Il tecnico argentino faceva di tutto per non farlo giocare tranne in casi estremi. Contro il Brescia deve marcare Tare e quest’ultimo segna di testa. A Piacenza venne scherzato da Gautieri (doppietta) per 90'. A San Siro col Chievo (1-2), venne tramortito da Marazzina (gol decisivo per la vittoria del Chievo). Partecipò da titolare al Mondiale 2002...... la 'Celeste' non andò oltre il primo turno. Totale: 11 partite giocate, zero gol. "E’ giovane – dicono a Via Durini – e bisogna dargli fiducia". Ma a fine stagione 2002-03 il suo tabellino recita 0 presenze. Il difensore viene dunque mandato in prestito allo Standard Liegi in chiusura di mercato e poi nel 2004 al Crystal Palace. Quindi passa in prima divisione inglese con la formula del prestito al Charlton, che acquisisce anche una prelazione per l'acquisto del giocatore.