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CONTINI


Franco Contini nasce a Supersano (Le), nel 1954. Attualmente è docente presso l’Accademia di Belle Arti di Lecce. Il suo itinerario artistico inizia nel 1978 a Lecce nella galleria Maccagnani, per poi spostarsi nel resto d’Italia, Svizzera, Germania, Francia, Stati Uniti.Citeremo solo alcune delle innumerevoli mostre cui ha partecipato:1980 personale presso l’Unione Banche Svizzere Aarau; Opere di permanenza, “Gallerie 6”, a cura di Dorly Zinniker, Aarau (Svizzera); Opere in Permanenza, “Galleria alten Zuchermuele”, a cura di J.P. Spielman, (Svizzera); l’82 a Urbino nella casa di Raffaello; 1987 “Aggettanza 3”, Galleria Nove Colonne”, a cura di D’Ars, Bologna; “Kunst und politiche”, a cura di Jochen Mueller, Dornberg-Kassel (Germania); “Modern Italiesk Konst”, Stoccolma (Svezia); 1992 “Il colore del silenzio”, a cura di D’Ars, Milano; “Intendendo far segni”, caffè Letterario Portnoy, a cura di Carole Boucher Milano; “Si prega di fare silenzio”, con testo critico di Gisela Sthal, Kassel (Germania);  “Era la notte.Tutto stava solo cominciando”, Galleria Spaziolimite, a cura di Emeric Jakab (Ancona); 1992 “ I Crocevia”, Arte presente e/o in transito nel Salento, Palazzo D’Elia, a cura di Anna Cirignola, con la collaborazione di Antonella Marino, Ilderosa Laudisa e Toti Carpentieri, Casarano (Le); “Bagaglio Culturale”, Studio D’Ars, a cura di Michele Caldarelli, Milano”Contini, Rege, Seccia”, Citifin a cura di Mario Martinelli, Treviso; “Bandiere, bandierine, stendardi, Stuo D’Ars, a cura di Michele Caldarelli, Milano; “Banners, Flags, Standards”, New York (U.S.A.); 1993 Biennale Mediterranea Graficamultipla”, villa Gemmato; a cura di Vittorio del Piano, Coordinamento internazionale di Pierre Restany, Grottaglie (Taranto); 1993 “Che rosso e il vino”, Coquetel, a cura di Carole Boucher, Milano; 1994 “Segni di-segni”, Citifin, testo di Flavio Orlando, Treviso; “Segni d’anima”, Roberts & Nicholson, Assago, Milano; “Segni di-segni, Citifin, testo di Ariel Bionda, Padova; 1995 “6 Italian Artist Compared”, Galleria Spagnolo San Diego (U.S.A) ); “Sinenomine”, Associazione culturale “Hyphos”, testo di Titti Pece, Lecce; “Chan-delle Verte”, La Patafisica a Milano, nel gruppo de I Ventilati, Studio d’Ars, Milano; “Arte Fiera”, d’Ars Agency, Bologna; “153° Esposizione Arti Figurative” Promotrice delle Belle Arti al Valentino, Torino; “Le Ali del Leone”,  testo di M. Caldarelli, Venezia, “Germinalia”, Galleria Solo Arte, testo di Elio Santarella, Milano;  “Nel Segno dell’Angelo Galleria Bianca Pilat Milano; “ I Colori della Danza“ Atelier Tersicore, Milano; Gallerie “Gallium”, Antibes (Francia). Scrive Toti Carpentieri: “ Non è un caso che tra Franco Contini ed Italo Calvino esista una sorta di feeling silenzioso incentrato sul concetto di comunicazione- ma non solo “parola”, e quindi anche assenza della stessa- e sulla sua relatività interpretativa: da intendersi vuoi nell’ambito dello spazio, che in quello del tempo. Ed appare pertanto emblematico quell’articolato precisare che Qfwfq fa intorno al segno, alla sua forma ed alla sua distiguibilità, e per giunta partendo dalla constatazione che “niente era mai stato visto da niente” ossia dal concetto stesso del riferimento iniziale, o meglio dello zero assoluto…. “Epigrafi di un alfabeto indecifrabile”, per dirla come Italo Calvino- qualcosa ben più di un amore, e qualcuno ben oltre il “riferimento” in quanto tale-, le emergenze pittoriche su cui Contini scandisce le modalità di un discorso plurale, assumono la consistenza dello spazio, fino ad intensificarsi con esso: esistente al di là dell’inesistente, ed immaginario nella consistenza dell’essere.