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BUTTAZZO- CALOGIURI


OGU- Ugo Buttazzo nato a Lecce nel 1973, in arte Ogu, autodidatta, sperimenta da molti anni materiali e tecniche varie ed inusuali. I suoi primi lavori sono stati esposti a Lecce in diverse occasioni e hanno richiamato l’attenzione della critica e del pubblico giovanile che ha apprezzato con singolare entusiasmo il suo carisma comunicativo. Tra le situazioni più significative: la personale al Castello Aragonese di Otranto – Estate 2001, Castello di Carlo V - Lecce giugno 2006, Galleria Crispi a Roma nel maggio 2007. Ogu ha conseguito il Premio “Eiffel” a Parigi nel dicembre 2007 e due riconoscimenti in campo Internazionale nel 2008. Nell’ottobre dello stesso anno ha esposto alcune sue opere al Museo di Louvre a Parigi suggestionando la critica internazionale che ha espresso singolare apprezzamento per l’originalità del linguaggio. LUCIO CALOGIURI Se è vero che ognuno di noi lascia una parte di sé nei luoghi in cui  è vissuto, allora è  pur vero che anche ciò che è rappresentato conserva tali memorie.                                             Guardando i miei quadri vedrete un mondo che vi è familiare: riconoscerete oggetti, luce, materie quasi un rapporto fisico di percezione tattile; e persino olfattiva, tanto è concreto e vivo il mio contatto con l'esistente. Ma non è certo questo lo scopo della mia pittura. Non mi basta "rappresentare", e neppure compiacermi di evocare sentimenti di tenere memorie che ci legano alle silenziose storie che ogni oggetto porta con sé; come compagni delle nostre vite. C'è qualcosa di impalpabile nella pittura che ha a che fare con l'idea del tempo. Qualcosa che ciascuno di noi ha provato e mai dimenticato: il tempo così come lo abbiamo vissuto nella nostra infanzia. Che non è il tempo dell'orologio o degli anni, bensì il tempo dell'incanto. Ogni cosa anche la più apparentemente banale e insignificante, allo sguardo di un bambino si presenta come una meraviglia da scoprire. E il tempo che pur consuma i giorni delle nostre vite, non può intaccare la sospensione dell'incanto. La poesia sconfigge il tempo. Queste opere sembrano possedere la chiave segreta che apre le porte tra presente e passato. Interni, vecchie biciclette, buffet, tavoli, oggetti s'impongono con la loro realtà di "vissuto", e su tutto si diffonde una luce impalpabile e fumosa , una sorta di sfumata atmosfera ottocentesca, vagamente decadente , quietamente stantia. Di fronte ai ritmi convulsi si contrappone la quiete delle vecchie cose , le care memorie che i mobili e gli oggetti trattengono attraverso il tempo. Ma andiamo oltre, questa pittura non è solo un rivivere mentalmente, un evocare le sorgenti del ricordo, ma anche un’immersione sensoriale nella tessitura della tela e nei pigmenti delle stratificazioni dei colori, ecco perchè la scelta di questa tecnica, ricca d'interventi a tempera, ad olio, ad acrilici, a encausto su supporti di lino o su tessiture più grezze e vibranti, di canapa. Indubbiamente amo le cose gli oggetti che dipingo e i paesaggi e gli interni, e dipingo ogni cosa lentissimamente, con cura estrema, raffinando i gesti e i sensi, intervenendo più e più volte fino a che la materia della pittura diventa lieve, e le velature, i passaggi cromatici si compenetrano con l'aria e tutto diventa atmosfera più o meno densa, luce opaca, ambigua e misteriosa