Creato da: asta_lilt_60artisti il 25/05/2009
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Solidoro-Spano

Post n°6 pubblicato il 26 Maggio 2009 da asta_lilt_60artisti

Carlo Solidoro e’ nato a Gallipoli (le) il 23 ottobre 1975.

Docente di materie letterarie presso il locale liceo scientifico ha partecipato a locali collettive ottenendo segnalazioni.

Attualmente espone in una mostra permanente presso i  b&b Arche’ e Arete’ di Gallipoli.

“la poesia dell’essere a volte  e’ percepibile

Con uno sguardo

Il reale puo’ andare

Oltre…

Complicita’ e complessita’

Essere e divenire

Profondo candore di volo libero”

FERNANDO SPANO Nasce nel 1965 a Veglie (Le), vive e lavora a Salice Salentino.

Dal 1983 all’’86 collabora come aiuto presso uno Studio d’Arte di Lecce.

Dal 1987 al 1991 avvia la sua carriera artistica aderendo a numerose mostre collettive e organizza personali presso numerose gallerie e spazi espositivi.

Nel 1991 viene invitato a due collettive a Lecce, rispettivamente presso il Castello Carlo V e presso il Circolo Cittadino.

Nel 1998 l’associazione “Tyche Eventi”di Lecce organizza una sua personale dal titolo “Scansioni”.

Nel 1999 partecipa alla collettiva “Situazione 2000” presso il palazzo baronale di Novoli a cura di E. Pascali.

Nel 2001 partecipa all’Expo Arte di Bari e la Direzione del “Piccolo Museo” di Lecce chiede la realizzazione di una sua grande opera, da destinare alla costituenda pinacoteca.

Nel 2002 partecipa alle Expo Arte di Padova e di Parma.

Nel 2004 è presente a MIART di Milano e, nello stesso anno, gli viene commissionato il ritratto di Ali Mohamad Capo Missione Lega degli STATI ARABI in Italia.

Nel 2005 è presente con due opere alla collettiva “Disegno” a cura di Corrado Lorenzo a Lecce. Nello stesso anno presenta una personale all’ex Conservatorio S. Anna di Lecce.

2007 organizza una personale presso la Galleria d’Arte Contemporanea “Il Divano di George” di Modena.

Nel 2007 La foto dell’artista viene pubblicata su “Portraits” di Ferdinando Cioffi, ed. Ghelfi.

Nel 2007 E’ stata realizzata un’intervista-documentario sull’artista, andata in onda su Sky.

Nel 2008 Partecipa alla collettiva presso la Galleria “Il Canavaggio”, a cura di M. Nardini.

Dal 2003 al 2008 sono state presenti in aste pubbliche 8 opere.

 “Spesso i colori rubano la calda tonalità alla sua terra, il Salento, o virano nel seppia del ricordo, nel bianco-nero-grigio dei volti-icona di un recente passato oltremodo presente. Mai in Fernando Spano - classe 1965 - la citazione e' fine a se' stessa o mero gioco di rimando. Diventa invece recupero della memoria, racconto, indispensabile connessione con la contemporanea ricerca sia pittorica sia plastica dell'artista.

Ricerca rigorosa che si muove spesso per assemblaggio di parti di materiali vicini allo scarto - comunque tracce di eventi, che si tratti di un lembo di stoffa bianca o di una busta stracciata col timbro postale intatto - o presi in prestito dalla natura. Una ricerca che azzera il supporto perche' lo fagocita nell'opera, una simbiosi suggerita con forza dall'uso della resina che si' protegge, ma soprattutto avvolge, ingloba, plastifica senza scampo. Studio per un ospite: l'ospite e' Joseph Beuys, l'artista-sciamano tedesco in fuga da qualsivoglia poetica estetizzante, colui per il quale conta il messaggio e non certo il mezzo - qualsiasi mezzo capiti nelle sue mani diventa perfetto per un impegno politico, morale, didattico - uno dei grandi del Novecento che ha espanso l'arte sino a farla coincidere con la vita. Ma l'ospite e' anche Pablo Picasso, Jackson Pollock, Lucio Fontana. E' come se Fernando Spano li avesse conosciuti di persona, avesse loro stretto la mano soffermandosi su ogni piccola asperità o ruvidezza e ne avesse congelato il volto, l'espressione, la postura in un lungo muto colloquio. Spano cattura e rielabora l'essenza di un'icona tornata in vita e divenuta posa, ritratto. L'interesse per i personaggi e gli eventi della storia contemporanea, a volte, cede all'ossessione. Il suo e' un linguaggio soprattutto simbolico che non rinnega una linea diretta con l'esperienza artistica degli anni Sessanta e Settanta, cui anzi riconosce un proprio debito da saldare con dedizione

 
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