VITTORIO BALSEBRE Nato a Candelo, un piccolo centro a 4 km da Biella, Vittorio Balsebre sin dalla sua infanzia gira in lungo e in largo per l'Italia da Venezia, a Napoli, da Palermo a Pesaro, Bologna, Roma, Matera e a Lecce, dove da anni risiede e lavora. Città grandi e piccole che hanno profondamente influito sulla sua formazione: da Chiaromonte piccolo centro della Lucania ,dove lui stesso racconta scopre la passione per il disegno: la maestra delle elementari lo chiamava "il pittore" per la sua abilità. Abilità che si affina anche con gli studi di disegno industriale - all'epoca per poter diventare architetto l'unica strada era proprio la scuola industriale. Ma determinante è la visita alla Galleria d'arte moderna di Roma dove la scultura del Medardo Rosso lo affascina letteralmente: ha solo quindici anni ma comprende in quel momento che l'arte è e sarà tutta la sua vita. Sul finire degli anni Quaranta, nel 1947, è a Roma dove segue le lezioni di Lionello Venturi. Nella capitale incontra molti dei nomi di spicco dell'arte contemporanea italiana tra i quali De Chirico, Balla, Trombadori, Guttuso, Del Guercio e in particolar modo si lega agli artisti di Forma Uno tra i quali Dorazio, Perilli, Accardi, Consagra con i quali condivide gli anni duri della Roma postbellica, anni difficili ma intensi nella storica via Margutta. Dal 1957 al 1965 vive a Matera. In quel periodo proprio mentre nella città lucana giunge Henri Cartier Bresson a fotografare i Sassi, Vittorio Balsebre comincia a scattare anche lui foto ma in modo diverso: alla spasmodica ricerca di una sua poetica, al di fuori di qualsiasi "moda" e "accademia" Balsebre è attratto dalle forme che scavano taluni muri di tufo corrosi dal tempo, da un microcosmo non facilmente percebile. Fonda allora il gruppo “Sintesis” e la fotografia diventa un mezzo per indagare non le forme del reale ma quelle figurazioni astratte che solo "pochi" sanno vedere e dimostrare che l'arte nella Natura è astratta e l'arte fotografica diventa un meccanismo che si impossessa di un fenomeno. Infine a Lecce entra in contatto con il mondo culturale e artistico salentino dando luogo a diverse esperienze artistiche tra cui anche il Gruppo Gramma con Leo e Corallo. Con Francesco Saverio Dòdaro ideatore del Gruppo d'Arte Genetica, condivide la poetica dell'arte intesa come processo genetico e collabora con il gruppo, in questo periodo produce una serie di lavori i “Diari intimi” con i quali mette in relazione arte e scienza. Da grande e infaticabile sperimentatore – come lo ha definito Lucio Galante - accanto all'intensa attività artistica, che lo ha visto concepire sperimentazioni come il cavismo e i fotograffiti e occuparsi di poesia visiva e di mail-art, ha svolto anche una intensa attività critica la cui sintesi, "Materiali per una storia dell'avanguardia nel Salento (anni '60 -'80) è stata pubblicata su "Sallentum" e nel volume "Rassegna dell'arte in Puglia, 1943-1993", Taranto ed.
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Ademaro Bardelli nato a Firenze il 22 Dicembre 1934.Vive e lavora in Toscana e partecipa alla vita artistica dal 1956. Dal 1949 al 1953 frequenta l'Istituto d'Arte di Firenze. Dopo il servizio militare, si reca all'estero, in Belgio dove lavora in una miniera di carbone, in Svizzera, in Francia facendo i lavori più disparati come facchino, cavatore di pietra, scaricatore di porto, cameriere etc. Rientrato in Italia nel 1956 comincia professionalmente l'attività artistica. |