Tempo di gelati

Post n°27 pubblicato il 29 Luglio 2007 da superstar29
 

Sì, è tempo di gelati da diverso tempo. Ma dipende quali gelati e dove si mangiano :-)
Sono andato, con la Vinaia momentaneamente avulsa di Milite (e in un momento di "transizione") nella famosa gelateria "L'isola", in un luogo semicentrale ma fuori mano della città estense. Giusto di fronte c'è la caserma dei Carabinieri (che, tuttavia, non ci hanno degnato di una visita).
Il posto è sempre affollato, senza dubbio perchè i gelati sono oltremodo prelibati. Prendiamo posto all'interno, poichè in veranda non ce n'era, e, da bravi pettegoli, iniziamo a dare sguardi ai presenti.
C'era una tavolata di famiglia con numerosi bambini, che hanno voracemente consumato tutto quanto chiassosamente: per fortuna erano lontani un paio di tavoli, altrimenti il mio spirito "amante degli under 18" si sarebbe risvegliato...
Dietro c'era il "pezzo forte". Una signora dalle forme arrotondatissime e abbondantissime che si è seduta con estrema cautela nella poltroncina in rattan avvolgente: la circonferenza della signora era evidentemente superiore a quella della poltrona... Dopo aver sfogliato tutto il catalogo, sceglie la consumazione meno calorica: la granita. Ovvio, non doveva appesantirsi...
Tuttavia, il pezzo forte era al tavolo di fianco al nostro. C'era la "rustica mangia-tutto". Trattavasi di signora fra i 40 e i 50, di aspetto giovanile, bionda tinta, carica d'oro come la Madonna Incoronata di Pompei, vestita con una scollatura "ti vedo tutto quanto" e una gonnella a pieghe più simile a una cintura che le scopriva tutta la coscia. In più, era pesantemente lampadata. E' subito stata rinominata come "rustica" dalla Vinaia: i suoi modi erano non del tutto raffinati, il modo di parlare pure e la gestualità anche. Era in compagnia di due signore "normali". Ha ordinato, sfogliando tutto il listino (come del resto ho fatto io, vista la quantità esagerata di gelati) e le hanno portato una coppa in vetro di dimensioni non quantificabili piena di gelato, frutta, panna montata, ombrellini, cialde e forse anche altro. In pochi minuti, la Rustica ha spazzato via tutto e ci mancava che leccasse il bicchiere!
Fra un dialogo e l'altro, che quella sera erano di tenore abbastanza serio (eventualità non frequentissima, fra me e la Vinaia), la Vinaia sente dire dalla Rustica "Quello non lo mangi?" e io, che ero rivolto verso di lei vedo che ha addentato una cialda. Va bene, è normale. Poi la vedo cucchiaiare nella coppa, sempre esagerata, dell'amica... Passano altri dialoghi e altre riflessioni, allorquando vedo che la Rustica ha preso anche la coppa della seconda amica: e l'ha ripulita.

Io e la Vinaia ci trattenevamo a stento dal ridere...: l'insieme della sua rusticità, dei suoi modi e dello spazzolamento di tre coppe enormi di gelato l'ha eletta "reginetta rustica della serata"!!!

Riprendendo l'auto, abbiamo incrociato una banda di ventenni vestiti male dall'atteggiamento tipicamente "estivo", ma abbiamo lasciato perdere.

Chissà il prossimo gelato... Sarà rustico?

 
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Archivi

Post n°26 pubblicato il 24 Luglio 2007 da superstar29
 

E' tempo di archivi. In poco tempo ho archiviato la città lagunare, con le sue calli e i suoi amati ponti (verso i quali stavo iniziando a nutrire un odio ben delineato), ho archiviato il Vivalto, con le sue temperature polari, gli schermi informativi talora non funzionanti e i sedili con tavolini reclinabili, i cittadini proibiti con i loro modi rustici e privi di ogni senso del buon gusto e soprattutto i vai e vieni ferroviari che mi stavano portando sull'orlo della nevrosi. E un po' anche i colleghi veneziani, tutti fuori standard...
Ora sto felicemente macerando in Villa, inondato dal caldo (per ulteriori info, vedere il blog dell'amico Oltreatesino), impegnato nel tram-tram quotidiano da casalingo non ancora disperato.
Sto recuperando commissioni che non sono riuscito a fare prima, rapporti sociali con *alcuni* vicini che, per forza di cose erano congelati e, per il momento, sto bene così.
La pace interiore è ormai scomparsa da tempo e chissà quando tornerà... Tuttavia, mi distraggo con il Re Sole, che attualmente è infermo con il gesso a un braccio. Lui fa molto l'indipendente, ma senza problemi mi sono già offerto per andare a fare la spesa con lui, per tagliare l'erba in giardino e per altre micro-collaborazioni da buoni vicini di casa. Oggi, per esempio, ho preparato una prelibata lasagna con il ragù alla bolognese frutto della sua cucina e l'abbiamo mangiata assieme sul suo tavolo in cristallo, abbandonati a dialoghi di vario tipo, compreso il socio-psicologico. L'argomento è andato anche sugli oculisti, di cui lui è sempre lieto di parlare!

E' pure tempo di raccolta preventivi per l'acquisto (presunto) di una nuova auto. Oggi sono andato alla concessionaria X dove mi ha accolto prima una pseudo segretaria (che poi ho scoperto di conoscere, avendo frequentato con lei un corso ben 12 anni fa) e poi un venditore. Stempiato, baffi poco curati con venature canute, denti irregolari /frastagliati come la costa norvegese e giallastri, mi ha illustrato la vettura di mio interesse e poi mi ha descritto il prezzo avvalendosi dei listini. Ne è risultato un preventivo interessante, ma probabilmente mi orienterò verso un modello di altra Casa, sebbene questo mi piaccia abbastanza. Ma c'è tempo per pensarci.
E domani è un altro giorno (cit. O. Vanoni)


 
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L'ospite inatteso    

Post n°25 pubblicato il 05 Luglio 2007 da superstar29
 
Foto di superstar29

Stanco, ma contento (?) e come sempre affannato da scale, ponti e scavalcamento turisti con valigie pesanti al seguito, salgo sul Vivalto per tornare a casa. Il compartimento viene riempito da una coppia di turisti germanici che chiacchiera a voce bassa usando suoni aspri e talora gutturali, famiglia ricomposta vestita male, una signorina russa che parla al telefono usando suoni ancor più gutturali e, quando non impegnata in conversazioni, legge un romanzo di Moccia (oddio! Moccia no!!!), altro giovane parlante al telefono e residuali comparse. Io sfoglio il Corriere distribuito sul convoglio, fortunatamente nell'edizione della città felsinea e dopo poco l'occhio mi si chiude e cado nel solito stato semi-comatoso-da-viaggio-di-ritorno (diverso da quello di andata, dove dormo come una marmotta in letargo svegliandomi direttamente sul ponte della libertà).
A sorpresa, mi telefona l'Atesino, più o meno in corrispondenza del passaggio del treno nel suo comune di residenza. Fra un dialogo e l'altro mi dice di ammirare il campanile e l'acquedotto che si erigono fra la verdura della pianura veneto-atesina.
Il buon Atesino mi pone una domanda, motivo della telefonata. Mi chiede la definizione, in italiano dotto, di "pattume". Che fosse una telefonata-spazzatura? Forte delle mie conoscenze, gli rendo noto il concetto di "rusco" alla bolognese: tràttasi sia del contenuto che del contenitore, che il bolognese originale usa indifferentemente ma intendendo cose diverse: "butta la cartaccia nel rusco" e "vai a buttare via il rusco" hanno significati diversi.
Dopo questo incipit burrascoso, apprendo che l'Atesino sta entrando nella provincia estense via strada statale: un blocco dell'autostrada lo ha invitato a uscire e a scegliere strade alternative. E ha con sè un carico preziosissimo...
Lo invito senza téma a fermarsi da me, come fossi una tappa obbligata nel suo viaggio di ritorno. Ci ritroviamo poco dopo alla stazione, mi riporta al parcheggio dove ho la mia vetusta vettura (che gran vettura germanica ma non gutturale, Atesino!) e restiamo qualche attimo con dialoghi vari (seri, faceti, meno seri, sensibili e anche altro). Già mi aveva consegnato parte della sua merce preziosissima...
Insomma, tanto io quanto lui non resistiamo alle piadine romangnuole: e lui ne aveva un fagotto appena acquistato presso una piadineria ravennate. Quanto erano buone!
Fossero tutti così gli ospiti, anche inattesi! Grazie, Atesino!

 
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Impiegato a richiesta

Stamattina è stata una di quelle mattine che tutti amerebbero. Già arrivo conscio di dover svolgere una ben determinata attività, peraltro su un pc di una collega, e mi appresto per accenderlo. Nelle aziende, come tutti sanno, ci sono sfilze di password da inserire prima di poter vedere un desktop fiorito di icone... La mia collega, da brava, me le aveva scritte in cirillico (e tra parentesi ripetute in aramaico antico) tutte ammassate e non sono riuscito a interpretare la prima, ovvero quella dell'accesso. Quindi il suo pc era inviolabile. Arriva un'altra tipa, di cui peraltro non so nemmeno il nome, e mi invita nel suo ufficio dove c'è una postazione libera con l'applicazione che mi interessa. Vado, con il mio plico di carte, mi assesto, apro tutto e inizio: ma non stampa. Il mio lavoro era produrre una quantità inverosimile di stampe, e senza stampante funzionante credo sia impossibile. Dopo vari tentativi con l'aiuto di due impiegate che probabilmente non sanno nemmeno che le stampanti si collegano con un cavo al pc, raccolgo tutto e me ne vado. Conferisco con la dirigente e cerco un'altra postazione. Si ripete tutto quanto: il programma incriminato non fa stampare. Nel frattempo mi dicono che il problema è risolto nella postazione precedente: ma è troppo tardi, le mie "scatole" stavano già girando più che vorticosamente...
Mi rifugio da un altro collega che mi cede il suo pc. Peraltro, costui è anche esperto della cosa che dovevo fare, quindi mi ha anche dato indicazioni in tempo reale. Impiego tutta la mattina e l'attività si termina intorno alle 14, compresa una pausa-pranzo in cui continuo a inserire dati riepilogativi di quella "storia infinita". Nel frattempo, mi chiamavano da più parti per altre cose, percorrevo km per prendere le stampe (le stampanti sono ovviamente in un corridoio defilato da tutti).
Finalmente esco, dormo sul Vivalto durante il ritorno, faccio l'indifferente con i menticanti da treno richiedenti offerte libere in denari, arrivo a casa, litigo con i soliti garzoni e trasportatori bifolchi della azienda-baracca di fianco a casa, i quali bloccano il cancello di entrata e finalmente rincaso.
Mentre preparo una bistecchina già scongelata, mi suona il Re Sole: mi invita per una diffida, per vari motivi che non starò a spiegare, all'acquisto di un appartamento ancora vuoto, in quel momento visitato da due individui con l'agenzia. Individui alquanto simpatici, peraltro. Ci perdo non meno di un'ora, affamato... Ma il piacere di stare vicino al Re Sole, persona brillante e simpatica, era notevole...
Ho idea che domani, dirigente permettendo, sarò inerte o, nei limiti, chiuso in me stesso... E c'è pure la prova di evacuazione... Che noia!

 
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Notte bianca            

Sono testè ritornato dalla notte bianca. Qui, nella città estense, c'era la consueta festa d'estate in un grande parco fronteggiante le mura: svariate migliaia di persone si sono radunate sul prato aspettando i fuochi artificiali a tempo di musica che sono stato davvero spettacolari. Con me c'era la Vinaia, il Milite, i signori Gateau e i signori Dallas. Ci siamo accampati in un'area del prato e, aspettando l'inizio dello spettacolo, abbiamo dialogato su argomenti seri, meno seri, faceti e decisamente fatui. Ho manifestato le mie attuali (e spero temporanee) pene, date dall'esaurimento della pace interiore che avevo maturato nei giorni scorsi: ho ricevuto conforto prontissimo dalla Vinaia, conforto inatteso dalla signora Gateau e un conforto "di rinforzo" dalla signora Dallas, ma solo perchè ci conosciamo un po' meno. In verità non ho capito se costei sappia "qualcosa", se qualcuno le abbia detto "qualcosa" o se sia stata soltanto solidale nel mio momento di debolezza (Vinaia, come stanno le cose?).
La signora Gateau è stata più che intraprendente nel chiedermi i particolari del "fatto" e pure di più. Le ho raccontato volentieri i primi ma mi sono trattenuto sul "di più": prima vorrei capire da solo se avrò la possibilità di avere altra "pace interiore", se sarà il caso + varie ed eventuali. Per il momento, tuttavia, vorrei tenere per me questo piccolo momento di gioia. Poi, si vedrà.
Dopo i fuochi, scavalcando la fiumana di persone che fuoriusciva dall'unico accesso al parco, ci siamo riuniti tutti e siamo andati a prendere un gelato. Eravamo in bicicletta: la città estense è pure la città delle biciclette! Credo che avremo infranto almeno 4 capitoli del codice della strada nel percorso dal parco alla gelateria...
Il gelato non mi è piaciuto granchè: un affogato al cioccolato con poco cioccolato, poca panna montata e troppo caramello croccante (ma che c'entra?), ma l'importante era la buona compagnia attorno al tavolo.
Nota: il signor Gateau vuole portami a fare un giro in moto ai 160 all'ora su una ruota sola: accetto?
Mi sa tanto che preferirò il mio elettrociclo, che mi ha portato a casa, con calma, ma in modo decisamente comodo.
Per finire, doveva essere una "notte bianca", ma per me è stata una "notte in bianco" e non perchè non ho dormito...
Aspetto domani, così potrò dialogare nuovamente con l'Atesino e confrontare nuove e vecchie pene...

 
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