6 Gennaio 1984

Post N° 5


Ciao a tutti,Vorrei raccontarvi una vicenda che mi é successa 21 anni fa, una vicenda che non potro’ mai dimenticare, ma affinchè voi possiate comprendere sono obbligata a raccontarvi tutto dal principio. Quando avevo 16 anni me ne andai definitivamente dall’Istituto in cui mi trovavo, per ritornare a casa dei miei genitori. Non mi accolsero con le braccia aperte, ma questo lo immaginavo. Ero la vergogna della famiglia e nessuno doveva sapere quello che mi era successo. Doveva restare un segreto, un segreto di famiglia ! Ma io non mi sentivo più un membro di quella famiglia, per loro ero un’estranea, una sconociuta. E a me non importava. L’unica cosa che volevo era la tranquillità e allora me ne stavo da sola nella mia camera a fare ciò che più mi piaceva : leggere, ma soprattutto scrivere. Già…scrivere…scrivevo tante lettere a mia figlia, lettere in cui le raccontavo tutto quello che mi passava per la mente. E anche se lei non poteva leggerle era l’unico modo che avevo per potermi sfogare un po’. Un giorno andai a fare la spesa con mia madre e mio padre, rimasto solo a casa, trovò tutte le lettere che avevo scritto alla mia bambina e le bruciò. Quel giorno litigammo tutti violentemente e se mia madre non fosse stata lì insieme a me credo che avrei ucciso mio padre. Da quel giorno lui capì che avrebbe fatto meglio a lasciarmi in pace, perché lo odiavo talmente tanto che ormai potevo essere pericolosa per lui. In quel periodo mia madre lavorava da una signora come colf. Un giorno mia madre mi chiese se potessi occuparmi dei figli di questa signora perché di sera sarebbe dovuta  uscire e aveva bisogno di qualcuno che restasse in casa con loro. Io accettai subito. Questa signora aveva due bambine : Sonia di 5 anni e Francesca di 2 anni, (la stessa età di mia figlia). Erano due bambine meravigliose ! Dopo quella sera  la signora mi domandò tante altre volte di farle da baby-sitter  e io accettavo sempre con piacere perchè mi ero affezionata molto a quelle due bellissime bambine. La signora era molto gentile con me.  Mi diceva sempre che ero meravigliosa con i bambini, che avevo un dono. Ogni volta che finivo di lavorare e dovevo andare via le bambine scoppiavano in lacrime, perchè anche loro nel frattempo si erano molto affezionate a me e non volevano che me ne andassi via.  Mi strigevano al collo e non volevano più lasciarmi, volevano addirittura che dormissi con loro, così un giorno la signora mi domandò se per un po’ volessi trasferirmi da loro. Io non sapevo cosa dire e quindi le risposi che avrei prima dovuto vedere se mia madre fosse stata d’accordo. Lei parlò subito con  mia madre che senza rifletterci sù neanche un istante le disse che era d’accordo. Io la guardai negli occhi,  lei abbassò la testa, quasi a farmi un cenno di approvazione e io capì che sarei rimasta lì con lei! I bambini ne furono felicissimi ! Saltellavano per casa, sembravano impazziti dalla gioia ! Due giorni dopo che andai ad abitare con loro, una sera, dopo che i bambini erano già andati a dormire, la signora mi chiamò, mi fece sedere accanto a lei e prese dolcemente le mie mani dicendomi :  « Patricia, tu sei una ragazza stupenda, meravigliosa ! Ci sai fare con i bambini e la prova ne sono le mie figlie che sono pazze di te ! Ma ti ho osservata tante volte e mi sono resa conto che quando non sei insieme ai bambini nel tuo viso compare tanta tristezza e tanta sofferenza e mi domando il perché. Ma se non vuoi parlarmene non fa niente, anzi mi scuso se sono stata indiscreta ». A quel punto, le lacrime cominciarono a scendere senza controllo sul mio volto e quando la signora mi chiese cosa avessi io mi alzai per andare a piangere da sola nella mia stanza, ma lei mi fermò e mi strinse forte tra le sue braccia e mi disse : « Tu hai perso un figlio, non è vero ? » Aveva capito tutto senza che io le dicessi nulla. Allora cominciai a raccontarle della mia bambina e tutte e due piangevamo. Lei rimase profondamente colpita dalla mia storia e mi disse che il giorno dopo avrebbe telefonato a suo cognato che era un avvocatoper vedere se potesse aiutarmi. E infatti l’indomani mattina la signora chiamò il cognato e gli chiese se poteva passare da casa sua per parlargli di una cosa importante. Lui venne la sera stessa. Io gli spiegai tutta la mia situazione e lui mi disse che il giorno dopo mi avrebbe accompagnata lui stesso in tribunale. ( ECCO LA PARTE A CUI VOLEVO ARRIVARE). L’ultima volta che  ero andata in tribunale, se ben ricordate (l’ho scritto nel mio primo post)  era stato un anno prima ed ero stata ingannata dal giudice. Qui invece io avevo 16 anni e mia figlia ne aveva 2. Arrivammo in tribunale, io, la signora e l’avvocato. L’avvocato domandò se poteva essere ricevuto dal giudice A.M, ma il giudice quel giorno non c’era. Lui allora lui mi chiese gentilmente di aspettare nel corridoio e andò a parlare con la segretaria del giudice. Mentre l’avvocato e la signora entrarono dentro l’ufficio della segretaria per parlarle io me ne stavo seduta nervosamente in una sedia del corridoio e aspettavo con ansia. Dopo circa un quarto d’ora tutti e tre uscirono dall’ufficio. Io rimasi seduta ma mi accorsi che la signora mi guardava insistentemente e leggevo nel suo viso della tristezza e dello stupore, come se qualcosa l’avesse sconvolta. Sembrava quasi che avesse visto un fantasma ! Non so dire con precisione quanti minuti passarono e poi rientrarono nell’ufficio. A quel punto io mi alzai e mi avvicinai alla porta, senza farmi vedere. In quel momento fui io ad avere un terribile shock sentendo quello che la segretaria stava dicendo all’avvocato : « Non ci posso credere…mi scusi ma sono troppo emozionata ! Ma solamente due ore fa ho visto la  bambina che questa ragazzina sta cercando…solo due ore fa qui, seduta in quella stessa sedia, c’era la sua bambina ! Oddio come somiglia alla sua mamma : gli stessi capelli ricci, lo stesso viso… mi dispiace tanto per questa ragazzina, ma purtroppo non possiamo fare niente per lei ! » Quando ascoltai quelle parole il mio cuore cominciò a battere all’impazzata, il mio corpo si paralizzò, non riuscivo più a muovermi, come se il mio corpo non mi appartenesse più. Sentivo soltanto quelle parole  che come un martello picchiavano nella mia testa senza smettere mai ! Poi, d’un tratto recuperai il mio corpo e i miei pensieri e la prima cosa che feci istintivamente fu di girarmi e guardare la sedia dove due ore prima era stata seduta mia figlia e dove anche io mi ero seduta. Mi avvicinai lentamente verso la sedia, le mie gambe tremavano dall’emozione. Arrivai davanti la sedia e mi misi in ginocchio…forse penserete che io sia pazza, ma accarezzai quella sedia, la baciai anche, SAPENDO CHE IN QUELLA SEDIA ERA STATA SEDUTA MIA FIGLIA ! Dio mio !  Avevo la sensazione di sentire il suo odore, e questo solo una mamma puo’ sentirlo e non riuscivo a  smettere di piangere…vi giuro che la sentivo accanto a me ! Improvvisamente una mano si poggiò sulla mia spalla, io mi girai e vidi la signora dietro di me. Anche lei piangeva insieme a me perchè aveva capito che io avevo sentito tutto. Si mise anche lei in ginocchio accanto a me e mi strinse tra le sue braccia. Mi disse : « Dai piccolina, andiamo a casa ! » Ma io non volevo lasciare quella sedia, la volevo portare via con me, ma l’avvocato mi disse che non potevo e così ce ne andammo. Mi alzarono e tenendomi per le braccia cominciammo a camminare ma io non potevo smettere di guardare quella sedia e man mano che la vedevo allontanarsi da me, il mio cuore si stringeva sempre di più. Volevo morire ! Dissi loro che potevano lasciarmi le braccia e cominciai a correre verso l’uscita  pensando che forse mia figlia poteva essere ancora là fuori…forse non era poi così lontana ! Per ore e ore cercai nelle strade sperando di trovarla, ma non la trovai mai e alla sera, rientrata a casa della signora, ero stanca e disperata. Quando la signora mi vide davanti la porta,mi prese tra le  sue braccia dicendomi quanto le dispiaceva ma che purtroppo non potevano fare niente per farmi recuperare la mia bambina. Mi spiegò tutto… purtroppo la legge è cosi’ anche se fa schifo ! Due giorni dopo dissi alla signora che era meglio se non dormissi più da lei e che non sarei più andata a fare la baby-sitter perché vedevo che per colpa mia lei soffriva e io non volevo questo. Mi ero tanto affezionata a lei e alle sue figlie e lei non voleva che io me ne andassi, ma le ho detto che era meglio così. La separazione fu molto dura,ma credetemi non avevo altra scelta. Non potevo farla soffrire ancora di più ! Per me é una grande donna, e anche se non ci siamo  più viste dopo quel giorno, lei e le sue bambine sono e resteranno sempre nel mio cuore e sono sicura che anch’io lo sono nel suo ! Le bambine sicuramente si saranno dimenticate di me perché allora erano piccoline, ma quel che conta è che io non le dimenticherò mai ! Ecco un altro pezzo della mia vita ! Un saluto a tutti voi. PAT