6° di separazione

più di là che di qua


C'è un fotografo che ha fatto della sua defenestrazione il proprio lavoro. Si chiama Kerry Skarbakka, ed è abbastanza aperto di vedute da considerare ragionevole la prospettiva di lanciarsi da tralicci, alberi, edifici legato ad una fune, allo scopo di fotografarsi nel corso della caduta e cancellare digitalmente la corda di sicurezza una volta tornato con i piedi per terra. Ed abbastanza giovane da farlo. Non è un'idea campata per aria, se così si può dire.
Skarbakka ha trovato qualcuno che non facesse sembrare questa trovata paradossale: “… Philosopher Martin Heidegger described human existence as a process of perpetual falling, and it is the responsibility of each individual to catch ourselves from our own uncertainty.
This unsettling prognosis of life informs my present body of work. I continually return to questions regarding the nature of control and its effects on this perceived responsibility, since beyond the basic laws that govern and maintain our equilibrium, we live in a world that constantly tests our stability in various other forms. War and rumors of war, issues of security, effects of globalization, and the politics of identity are external gravities turned inward, serving to further threaten the precarious balance of self, exaggerating negative feelings of control." Al momento." Al momento Skarbakka sta esponendo insieme ad altri artisti presso  il North Carolina Museum of Art, nell'ambito di una mostra temporanea chiamata "the BIG picture", che sarà visitabile fino al 2 settembre prossimo. Nel caso non abbiatre la pazienza di aspettare che si lanci dal vostro terazzo.