6° di separazione

between before and after


Ho letto due libri che parlano della morte. Certo, suona un po' lugubre detto così, ma non lo è. Per di più, è stata una coincidenza. Ma dal momento che non posso fingere che questa affinità non esista, li cito insieme.
 Il primo è Amabili resti, di Alice Sebold, la cui trama, se mai una trama può bastare per descrivere un romanzo, è la lettura maliconica eppure a tratti anaffettiva della vita di chi è rimasto, da parte di chi non è più. A "non essere più", da prima della prima pagina, è Susie, una ragazza che non prova alcuna compassione verso se stessa, per l'essere stata uccisa, ma compatisce in compenso quelli che sono rimasti.Il secondo è Hotel world, di Ali Smith, e se l'inizio è simile al romanzo della Sebold, poi  se ne distacca, diventando una storia corale nella quale ciascuno dei personaggi è legato all'altro anche, ma non solo, dall'hotel del titolo. Sono due libri sulla morte, come negarlo. Eppure, anche se è una morte violenta, anche se è prematura, è immeritata, sono pieni di dolcezza e di ironia, di sorrisi velati, di piccole commozioni. Sono belli."Può darsi che non vi sia mai nulla di nuovo da dire, ma c’è sempre un nuovo modo per dirlo e, dato che in arte il modo di dire una cosa diviene parte di quel che è detto, ogni opera d’arte è unica e richiede rinnovata attenzione." Flannery O'Connor, Natura e scopo della narrativa