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New Yorker


Come la gran parte dei cittadini del vecchio mondo, non ho grande dimestichezza con i quotidiani ed i periodici americani. Un prezioso aiuto per colmare questa lacuna è Internazionale che, oltre a riportare il meglio della stampa mondiale, ed in modo tale che il lettore contribuisca a definire "questo meglio", raccontava nel numero scorso qualcosa proprio sul New Yorker, grazie ad un testimone affidabile: Nick Hornby."Leggere il New Yorker è un piacere, lavorare per loro un incubo. Hanno quella mania così americana di verificare ogni dettaglio. Quando gli mandi un articolo, poi devi aspettare tre settimane prima di avere una risposta che, per l'ora di New York, ti rovina la serata. Una volta mi hanno chiamato in piena notte per controllare le parole di una canzone. Non si fidavano della mia trascrizione. Alla fine ho dovuto avvicinare il telefono alle casse dello stereo per fargli ascoltare il cd".
E continua "la settimana" di G. De Mauro:"Il New Yorker ha una squadra di venti fact checker, tutti sotto i trent'anni, che controllano ogni singola informazione contenuta negli articoli del settimanale. Controllano pure i fumetti e le poesie inedite. Non solo: richiamano tutte le persone intervistate, comprese le fonti anonime (...). "Con i fact checker dormo meglio la notte", ha detto David Remnick, il direttore del New Yorker"(l'articolo di Giovanni De Mauro è riportato quasi per intero, ed è tratto da Internazionale, numero 732, 22/28 febbraio 2008)