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Out of time


E' passato un anno e mezzo dal viaggio in California. Nel settembre 2006 la sudafricana Coventry non aveva ancora intaccato il record mondiale nei 200do della Egerszegi, che sarebbe durato ancora per 17 mesi, fino allo scorso febbraio, per un totale di 17 anni. Un euro valeva 1,27 dollari.
Avevo un quaderno per gli appunti che non ho più, e del quale il mio solo ricordo è una fotografia, l'ultima sera del viaggio, scattata in una chiassosa steakhouse di New York.Tra i libri che avevo con me c'era "Un incontro casuale " di Rachael Cohen, eccellente saggio per avere sempre sotto agli occhi il potere delle coincidenze e la teoria del mondo piccolo.
 Tra tutti i personaggi passati in rassegna dalla Cohen c'era anche Edward Steichen, fotografo lussemburgehse naturalizzato americano, che con Stieglitz avrebbe fondato la Little Galleries of Photo Session, e abbracciato il movimento pittorialista, volto ad esaltare il valore estetico della fotografia ed elevarla al rango di arte al pari di pittura e scultura. Circa le casualità, pochi giorni dopo aver terminato il saggio della Cohen ho lasciato la California per New York, e visitando il MoMA mi sono imbattuta in una sala dedicata a Steichen.
La sua storia era tra le più interessanti, giacchè era insieme a Duchamp quando questi, in un ferramenta di New York, comprò l'orinatoio che avrebbe presentato come ready-made con lo pseudonimo di R. Mutt ed il titolo di "fontana" alla società degli Artisti Indipendenti. E fu Stieglitz a fotografare l'orinatoio originale prima che andasse perduto, e sostituito nel 1964 con una replica autorizzata.
Trovare le sale dedicate a Steichen e Stieglitz del MoMA era stato emozionante, come se due personaggi immaginari, protagonisti di una favola, si fossero realizzati nel mio mondo a mio solo beneficio. Ma non è tutto. Corbaccio sta ripubblicando negli ultimi anni parecchie opere di Ayn Rand, nata Alissa Zinovievna Rosenbaum, filosofa e scrittrice esule russa che oltreoceano avrebbe condannato il comunismo e promosso l'oggettivismo e l'individualismo, tanto nella sua scuola quanto nella sua opera. Gli eroi randiani sono anticonformisti, integri, soli contro il mondo ed indefessi. Quasi fastidiosi, sì, per la loro integrità. Ma se il suo romanzo più famoso, "La fonte meravigliosa", è diventato un film nel 1949 con K. Vidor e G. Coooper, il suo romanzo più struggente, "Noi vivi", non ha avuto una trasposizione altrettanto gloriosa. Da quando l'ho letto, più di dieci anni fa, ho continuato a cercarlo in tutte le più sperdute librerie d'Italia, non riuscendo a trattenermi dal regalarlo ogniqualvolta lo trovassi alle persone a me più care e costringendomi solo all'ultimo "ritrovamento", l'anno scorso, a conservarne per me una copia.
Ma Corbaccio ha ripreso, dicevo, le pubblicazioni dell'opera di Ayn Rand, che sta vivendo una seconda giovinezza. E così, andando in libreria, mi sono trovata davanti "Il tema. La rivolta di Atlante". Sul quale campeggia, in copertina, una fotografia di Steichen.