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Il modello svedese


Uno dei forum online più animati ed aggiornati sul nuoto è Mondomaster. Oltre ad essere ben moderato, vede tutte le discussioni distinte per argomento, e gli utenti viilano affinchè i temi siano sempre appropriati. Tra gli articoli tecnici avevo trovato un vero e proprio plebiscito a favore degli occhialini svedesi. Gli occhialini sono per un nuotatore quello che le scarpe sono per altri atleti: devono calzarti a pennello. Dal forum emergeva che gli svedesi fossero perfetti per la gara, ma fastidiosi in allenamento. NuotoPedia (sì, avete letto bene...) dedica una sezione agli svedesi, dei quali racconta:
"Gli occhialini cosiddetti Svedesi sono un'attrezzatura prodotta dalla marca svedese Malmsten e si sono diffusi in tutto il mondo grazie alla loro economicità e semplicità di linee e design. (...) Come da tradizione dei prodotti svedesi, all'interno della scatola si trovano i componenti separati, che grazie a un libretto di istruzioni si assemblano. La busta contiene: Un elastico che passa intorno alla testa Due lenti di identico colore Un nasello cavo blu Uno spago cortoRaramente si trovano nei negozi italiani; mentre è più preferibile ricercarli in appositi banchetti allestiti durante le gare. Per questo motivo gli occhialini svedesi sono riconosciuti spesso come segno distintivo dei nuotatori agonisti."I miei svedesi li ho comprati a Desenzano l'estate scorsa, durante una trasferta di lavoro. Confermo che avevano le istruzioni ed ho dovuto montarli, come un mobile Ikea. E' stato divertente ed in qualche modo solenne. Li ho sempre usati in gara e non si sono mai mossi di un millimetro. Fino a sabato. Alla partenza dei 200sl la lente destra si è messa del tutto fuori posto, e la sinistra si è riempita d'acqua. Quando ho iniziato a nuotare vedevo non una, ma due linee segnacorsie sul fondo, quindi per i primi 50 mt ho temuto di sbagliare direzione e toccare i galleggianti. Quando ho preso confidenza con la mia "visione onirica" era tardi per pensare ad un buon tempo, ma non per nuotare bene. Ho chiuso a 3'04''02, poco più che a L'Aquila, ma senza andare fuori asse o rollare. Ero sicura che avrei potuto avvicinarmi ai 3'00', perchè stavo bene quella settimana... l'indomani 100 sl, ed anche qui non è filato tutto liscio. Il blocchetto era molto scivoloso, per non parlare delle pareti. Io me la sono cavata con uno scivolone in partenza, ma i ranisti, ad esempio, hanno avuto il loro daffare ad ogni virata. Era come se ogni superficie fosse insaponata,  e l'acqua era troppo calda e torbida. Sui 100 ho chiuso a 1'25''10, e tenendo conto che, per fare un ossimoro, sono lenta sui veloci, questo mi ha confermato che sui 200 si poteva correre...La prossima tappa è Bastia Umbra, il 26 aprile. Passino i soliti 100 misti. Ma soprattutto aspettiamo i 400sl, forse l'ultima prova prima di trovarseli, di nuovo a Palermo.