6° di separazione

Sei gradi. Di vario genere.


Ogni tanto mi soffermo a pensare che potrei trovarmi a pochi gradi di separazione da persone che m’importerebbe molto conoscere. Dopotutto, sono solo a quattro gradi, forse tre, dal buon George W., sebbene non m’interessi affatto di incontrarlo. Ma potrei essere ad un passo da Ali Smith, Amelie Nothomb, Woody Allen, Charlize Theron, Alanis Morissette, Rachael Cohen, e se fossero vive forse avrei raggiunto Susan Sontag o Gertrude Stein. A volte penso anche che potrei essere ad un solo, stupido grado da qualche figura cruciale e meravigliosa della mia esistenza.L’insulso grado che s’interpone tra noi sembra però meno insignificante se non riesci a “percorrerlo”, ed ancor meno se invece che di separazione parliamo di temperatura, ed il problema è l’opposto, cioè riuscire a non avanzare. Una teoria dei sei gradi che sta scalzando quella già nota, se non celebre, di Karinthy, è stata portata alla ribalta da Mark Lynas, esperto di cambio climatico del National Geographic, col contributo di James Hansen , direttore del centro studi climatici Goddard della Nasa. Il documentario prodotto dal National Geographic  è stato presentato all’Auditorium di Roma, a febbraio, al Festival della Scienza. E delinea sei scenari, ragionevolmente corrispondenti all’equivalente innalzamento di temperatura (celsius) a livello globale. L’insulso grado, dicevamo, fa paura:+ 1 grado: L’Artico potrebbe essere privo di ghiaccio per metà dell’anno, gli uragani inizierebbero a colpire il Sud Atlantico. I prolungati periodi di siccità negli Stati Uniti occidentali potrebbero causare riduzioni nel mercato mondiale di grano e carne. + 2 gradi: probabile estinzione degli orsi bianchi, la tundra canadese scomparirebbe e si trasformerebbe in taiga (foresta nordica di conifere), la maggior parte della barriera corallina dei tropici sarebbe devastata, l’effetto serra non sarebbe più controllabile con politiche di riduzione delle emissioni.+ 3 gradi:  trasformazione della foresta amazzonica (che produce il 20% dell’ossigeno del mondo, e dove è conservato il 50% della biodiversità) in una savana. Centinaia di milioni di tonnellate di anidride carbonica verrebbero rilasciate nell’ambiente, causando un ulteriore incremento di un grado della temperatura. Scomparsa dei ghiacci artici marini estivi e gran parte dei ghiacciai alpini. Potrebbero verificarsi uragani di una nuova categoria: la sesta.+ 4 gradi: Lo scioglimento delle nevi dell’Himalaya, che si stanno ritirando ad una velocità maggiore di tutti gli altri ghiacciai montani del pianeta e forniscono l’acqua al fiume Gange, scatenerebbe inondazioni mai viste. Successivamente, una volta completamente sciolto il ghiacciaio himalayano, la siccità e le carestie potrebbero diffondersi su tutta la regione. Il livello degli oceani continuerebbe a salire, sommergendo le popolazioni che vivono lungo i delta dei fiumi. Paesi come il Bangladesh e l’Egitto sarebbero devastati e città come Venezia potrebbe scomparire sotto l’acqua. Il nord del Canada diventerebbe una fertile terra coltivabile, e “una spiaggia in Scandinavia sarebbe la nuova Saint-tropez”-+ 5 gradi: Al posto delle fasce temperate dei due emisferi si creerebbero due enormi zone inabitabili. Le falde acquifere che riforniscono città come Los Angeles, Il Cairo, Lima o Bombay si prosciugherebbero. Milioni di rifugiati climatici.+ 6 gradi: Il pianeta ritornerebbe al periodo del Cretaceo (144-65 milioni di anni fa), quando le temperature erano molto più alte di adesso. Privi di sostanze nutritive, gli oceani potrebbero apparire completamente blu. I disastri naturali sarebbero all’ordine del giorno e alcune delle più grandi città sarebbero abbandonate o sommerse dall’acqua.Si avrebbero devastanti estinzioni di massa.  Il commento di Lynas: «ho il dubbio che la civiltà umana non sopravviverebbe»6 gradi su myspace; 6 gradi su La Stampa;6 gradi su lifegate; 6 gradi su Repubblica;