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Libero annuncia:Pechino: nuoto, divorzio Fin-ArenaConseguenza della 'guerra dei costumi'(ANSA) - ROMA, 28 LUG - L'Arena non è più lo sponsor della nazionale di nuoto italiana: la rescissione del contratto è consensuale. Si tratta dell'ennesimo atto della 'guerra dei costumi' cominciata con l'approdo sul mercato del rivoluzionario materiale utilizzato dalla Speedo. La Fin ha deciso così di non vincolare i propri nuotatori all'utilizzo del costume da gara fornito dal proprio sponsor tecnico nel corso degli imminenti Giochi Olimpici.Questa notizia chiude quello che il 24 ha aperto l'Ansa su Filippo Magnini che, dopo avere annunciato lo scorso febbraio un contratto con la società fino al 2011, è arrivato alla rescissione di giovedì scorso. Il Powerskin R-Evolution, il costumone marchiato Arena che a Beijing dovrebbe contendersi il primato con LZR Racer, non è probabilmente all'altezza dell'antagonista della Speedo.L'innovazione tecnologica così spudorata e repentina di questa generazione di costumoni ha sollevato una polemica sdegnata e moraleggiante su quanto faccia l'atleta e quanto dipenda dall'equipaggiamento.Ho tifato forsennatamente per alcuni atleti, e mi amareggia che un record stabilito con un normale sgambato anni '90 venga surclassato da un tempo migliorato di pochi centesimi fatto con un costumone. In quel caso, sì, ho il dubbio che il Fastskin di turno abbia fatto la maggior parte del lavoro. Ma a parte questo, in tutti gli sport l'innovazione ha giocato un ruolo cruciale. E' così a maggior ragione nelle discipline dove aerodinamicità o idrodinamicità, e banalmente la fisica, hanno un ruolo cruciale. Vale da golf al tennis, dal calcio allo sci, ed anche nel nuoto. Vorrei che i record di Krisztina Egerszegi fossero "protetti" dalla pura tecnologia e dalla Coventry. Ma non è possibile. Per di più, decine di record sono crollati anche in virtù dei mutamenti di regolamento, le modalità di virata, la distanza di apnea consentita. Non si possono blindare i primati. E l'elemento umano non è irrilevante. Sarà cruciale finchè non ci sarà il costume perfetto, indossato dall'atleta perfetto. Se sarò fortunata, non vedrò quella gara.