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Nel Buffyverse


Mi sono infilata in tanti tunnels negli ultimi 6 mesi... Siccome la vita reale non e' che mi tiene tanto impegnata, io e il furetto ci siamo dati alle serie televisive: abbiamo cominciato con un piu' divertente ed accattivante "Mithbusters" per finire con 9 anni di "x-Files"& film (2008) in 2 mesi.Il tunnel di questo week-end e' il Buffyverse, ovvero info e correlati sui telefilm di "Buffy". Buffy non mi e' mai piaciuta: sia il personaggio, una mercenaria-puffetta che a 16 anni veste come una battona, che l'attrice Sarah Michelle Gellar (che nonostante sta cosa della teenager ha 32 anni). Io non so di preciso quando e' entrato in trasmissione questo telefilm in Italia, ma a mio avviso ero troppo vecchia per seguirlo e sostenerlo. Non ce l'avrei mai fatta e anche se la mia migliore amica ci ha provato un sacco di volte a spiegare l'intrigo dei personaggi, non ci sono mai stata dietro.Nonostante la mia repulsione sia continuata, il Furetto ci ha provato una volta con la serie "Angel", ma veramente quel cotechino di David Boreanaz fatto passare per sex-symbol delle teen-agers non si avvicina per niente ai miei gusti di attore o figo o entrambi. A questo punto meglio quel nonno di Duchovny che non sa neanche piangere, ma almeno era figo... un tempo... nei lontani anni '90 (che cazzo di nomi hanno gli attori dei telefilms?).Fatto sta che il furetto mi ha convinto a vedere insieme alcune stagioni di Buffy e qui si apre il tunnel: la serie originale e' ambientata e parte dal 1997, i protagonisti principali hanno tutti 16 anni (a parte un paio). Cominciare a seguirlo ora, per me e' stato come un tuffo nella storia! Con quei vestiti e quelle zeppe che andavano di moda allora, con alcune delle canzoni fighe di allora... Una sorta di revival! Alla fine non ero tanto interessata alla serie in se quanto a come vestivano o dove andavano o cosa facevano i protagonisti. Poi non si sa perche', ma nonostante ci sia sempre una media di un morto o due a scuola o al disco-pub sono tutti sempre felici! (altra ammontata di revival). Diciamo che il ritmo e' rimasto sempre lo stesso seppure con diversioni e cambiamenti, relativamente piu' depressivi nelle stagioni 4 e 5, fino alla stagione 6 (fino a ieri) che prende una certa piega negativa che all'inizio sembra interessante, ma che poi mi da i nervi perche' diventa anche troppo negativa.Allora la stagione 6 si apre come "il classico telefilm americano che non sa piu' che presentare": Buffy e' morta, ma viene resuscitata per tipo la 2' o 3' volta e cosi' ricominciano gli episodi. Gli scrittori, morti di noia, decidono che la protagonista, ritornata in vita dopo 4 mesi sotto terra, ma-fresca-come-una-rosa si metta finalmente col vampiro cattivo ma-buono-per-ammor-e-altri-motivi-troppo-lunghi-da-spiegare Spike. Adesso, la povera disgrazia di vampiro, per le due stagioni precedenti che non e' che fosse diventato un santo, ma si sbatte un po' per ammor e si mette dalla parte della "Scooby Gang". Alla fine James Marsters fa abbastanza senso cosi' scarno e con quei capelli bianchi (almeno c'ha dei begli occhi), ma il pubblico ci si affeziona al personaggio e all'interpretazione dell'attore.La "Scooby Gang" lo odia a priori e lo infama quanto puo' senza valutare la svolta(forzata o meno). Questo fa il babysitter alla sorella, fa la guardia alla casa, passa le informazioni, va a fare la spesa e guarda Passioni in TV e 'sti stronzi gli danno addosso in continuazione!! Poi dopo aver passato tutta la stagione 5 a cercare di spiegare i propri sentimenti d'ammore senza essere preso a calci o pugni, finalmente ha una speranza nella stagione 6 dove il patetismo e' di casa (con una serie di improbabili sveltine in posti altrettanto piu' improbabili come: in una casa in pericolo di crollo, sul tronco di un pino, dietro al cassonetto di un fast food o sotto un tappeto persiano...). Gli autori del telefilm non ci stanno: il patetismo non ha raggiunto ancora il tetto massimo e la storia deve finire.E qui per fortuna mi sono stufata io di guardare altre puntate del telefilm.Non mi sembra giusto. Volevo un riscontro piu' pedagogico e una formazione dei personaggi piu' evolutiva.