Blogger e' meglio...
...ma mi scoccia cambiare adesso, lo faro' prima o poi.
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Si sapeva: l'avevo intuito che prima o poi sarei diventata IKEA-dipendente pur non essendo una cliente assidua e neppure dipendente IKEA.
Tutto comincia tanto tempo fa quando dovevo arredare la bettola di Glasgow: finisco di comprare quelle quattro cose supercostose e mi passa sottomano il catalogo IKEA con quei pacifici prezzi a 1 cifra, quando oramai avevo gia' speso quasi 100pound (allora erano 156euro) per un copriletto, un piumino e un cuscino di pura plastica, due pentole antiaderenti e un cestino dell'immondizia.
Successivamente, ho avuto la fortuna di vivere molto piu' vicina ad altri due negozi "in stile" (ovviamente piu' costosi) e di non avere la macchina. Dopotutto vivevo in case gia' arredate, l'idea di comprare mobili piu' grossi di una sedia neanche mi passava per l'anticamera del cervello.
Ora, abbiamo finalmente trovato casa in affitto: il trasloco comincia domani ed ho avuto la possibilita' di trovare dei copripiumini in offerta. La promozione durava due giorni, cosi' il primo (che era anche il mio primo giorno di lavoro part-time) ho fatto buco a scuola.
Non e' per cattiveria, ma quando arrivi a quasi 27anni suonati fare buco a scuola non e' la stessa cosa di quando ne avevi 18, impavida, libretto delle giustificazioni con la tua firma sopra FIERA di essere maggiorenne e di non rendere conto a nessuno. Specie se non puoi permetterti un lavoro finche' non finsci e la paghi comunque profumatamente con i soldi di due anni e mezzo a pulire i cessi del club nautico e madonne per telefono.
Cosi', martedi' mattina, con quell'aria da disoccupata media in bicicletta, ore 9.20 davanti al tempio del design minimalista ed economico, per la prima volta con l'intenzione di comprarci davvero qualche cosa dentro.
All'inizio pensavo di essere l'unica cogliona, ma in realta' ero in compagnia di tipo 50 persone, maggioranza pensionati o donne in maternita', in fila alla cassa del bar per prendere il caffe' gratis prima della grande apertura del padiglione commerciale.
Dopo essermi persa almeno 5 volte nel dipartimento "storage e librerie" e dopo aver tentato di arredare il mio soggiorno virtuale nel reparto cucine (e a parere loro, la cosa non va bene perche' nel reparto cucine virtuali non hanno i sofa virtuali) arrivo finalmente nel reparto "bedding". Non l'avessi mai fatto: una guerra contro i cinesi che cercavano di accaparrarsene quanti potevano: mariti e mogli coi carrelli ricolmi pronti per l'export, io e le casalinghe e le pensionate norvegesi che tiravamo dall'altra parte, aprendo le scatole appena arrivate dal magazzino. Gli uomini e i bambini ai bordi della ressa, per non correre rischi. Mi sono letteralmente ritrovata nella tipica situazione "due donne e l'ultimo prodotto nel cestino". Io e una cinese di tipo 45kg. Ho vinto io, ma quell'ultimo prodotto era spaiato e non sapevo che farmene cosi' l'ho ributtato nella cesta.
Non ha toccato il fondo.
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