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Il mito del vampiro si ritrova in tutte le culture.....

Post n°110 pubblicato il 09 Ottobre 2009 da colussokatiuscia

Quasi in tutti i popoli il suo fascino deriva dalla sua vita particolare, nel buio della notte, alla ricerca di sangue, dal doversi nasconde in una bara durante il giorno per evitare la luce del sole ed è spesso associato ai pipistrelli che nella visione popolare sono animali notturni e sanguinari.

Sir Richard Francis Burton (1821-1890) nella sua traduzione del classico della letteratura indiana Vetala-Pachisi con il titolo Vikram and the Vampire pubblicata nel 1870, parla dei vampiri dell’India. La parola che indica il vampiro è betail. È peraltro difficile districarsi in una complessa mitologia che comprende un buon numero di personaggi mitici che attaccano i viventi e si cibano della loro carne e del loro sangue. Molti di questi personaggi (tra cui i rakshakas) fanno parte del mondo dei demoni e non sono spiriti di persone umane. Più vicini ai vampiri sono i bhutas e i brahmaparusha che si aggirano nei cimiteri, trasformandosi in pipistrelli e terrorizzano i vivi apparendo loro o come fantasmi o come ombre.

Nella mitologia greco-latina, i lamies, gli stryges e gli empuses appaiono come i lontani precursori del vampiro moderno. assassini antropofagi. Più vicini di tutti ai vampiri sono i vetalas o betails o baitals, spiriti che entrano nei corpi dei defunti e li rianimano.

             

Secondo la tradizione cinese un defunto, doveva essere attentamente vegliato da familiari ed amici, in modo da impedire che potesse essere attaccato da cani e gatti i quali con i loro morsi o le loro unghie potevano trasformarlo in un vampiro.Le leggende cinesi conosciute in Europa soltanto a partire dall’Ottocento, ci parlano del kiangshi letteralmente “corpo-spettro “che si impossessa del corpo di un defunto e per sopravvivere ha bisogno di nutrirsi di sangue umano .

 Malesia il polong e il pelesit- non sembrano vampiri ma spiriti creati o fatti apparire con atti di magia nera, in particolare il polong è uno spirito malvagio che può essere attirato in una bottiglia dove è stato raccolto per due settimane il sangue di un uomo assassinato. Il pelesit gli prepara la strada insinuandosi nel corpo della vittima.

La stessa possibilità del vampiro di trasformarsi in animali quali topi o pipistrelli risale al Medioevo, e proprio legata al fatto che questi animali avevano la caratteristica di diffondere le epidemie e così, il morso di un topo portava al contagio e alla sua associazione con la creatura misteriosa.

Nel 1645 nel libro ,De graecorum hodie quorundarum ,relativo ai morti viventi, il Prete greco cattolico Leo Allatius, disquisisce a proposito dei vrykolakas, corpi umani posseduti da un demone. Queste creature non sopportavano la vista dei simboli cristiani, così nacque la leggenda secondo la quale i vampiri potevano essere scacciati con l’ausilio di acqua benedetta, e il crocifisso.

Nei territori della Romania e dell’Ungheria sin dal IX secolo era abitudine deporre un falcetto sul corpo del defunto prima di sotterrarlo, per ricordare all’anima del defunto che ormai il suo corpo aveva abbandonato la terra e quindi impedirgli di vagare nel mondo dei viventi. Il termine “vampiro” è legato alla radice “pi” cioè stregone e al verbo “wempti” che significa bere.

 

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Un blog di: colussokatiuscia
Data di creazione: 08/03/2009
 

A volte la cosa piu bella è anche la piu semplice,
nn si puo spiegare la felicità...
la felicità è la spontanietà continua,
è la mancanza di pensieri
e soprattutto nn avere paura di mostrarsi.
è fare e nn avere paura di fare!
ma in fondo la felicità nn si può spiegare ma si può solo vivere!!

 
 

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